morire sul posto di lavoro
Casi mortali denunciati nel 2023 1.041 contro 1.090 nell’anno precedente. A diminuire sono solo i decessi avvenuti in itinere, dai 300 del 2022 ai 242 del 2023, mentre quelli direttamente sul lavoro sono stati nove in più, da 790 a 799. Ipotizzando di contare in corso d’anno circa 240 giornate lavorative i morti sul posto di lavoro sono circa 3.3 al giorno (fonti INAIL).
I morti sulle strade sono stati all’incirca 50 per milione di abitanti, mentre i morti sul lavoro (calcolati su 22 milioni di lavoratori) sono 36 per milione e dunque, anche se la mortalità sul lavoro grida vendetta, è giusto osservare che sono più pericolosi i mezzi di trasporto dei posti di lavoro e dunque tutta una serie di polemiche di tipo qualunquistico contro i multavelox, le norme contro l’uso dei cellulari, i controlli sull’uso di sostanze stupefacenti e/o alcoliche sono decisamente fuori luogo. A proposito di mortalità sulle strade l’Italia è a 52 per milione, con la Romania a 81 e i Paesi Bassi a 32
Per quanto riguarda la mortalità sul lavoro emerge un dato interessante dalla immagine qui sopra dove si vede che la situazione è molto diversificata tra le diverse regioni e, se la Toscana è intorno a 20 per milione di occupati, l’Abruzzo è a 60, segno di una decisamente diversa cultura del lavoro e della sicurezza tra le diverse regioni.
Solitamente quei 3,3 morti ogni giorno al posto di lavoro non fanno notizia se non per due casi: le morti strazianti come nel caso di Luana d’Orazio, risucchiata nell’orditoio da cui erano state rimosse le sicurezze, o nel caso delle morti miultiple, come nel caso della trave in cemento precompresso crollata sui solai dove si stava facendo la gettata (cantiere Esselunga di Firenze) o nel caso del recente incidente alla centrale di Bargi.
Gli infortuni mortali plurimi nel 2023 sono stati 15 per un totale di 36 vittime, 22 di questi morti sono morti in presenza di un mezzo di trasporto (operai al lavoro sulle rotaie a Brandizzo, …)
Il caso degli incidenti plurimi fa notizia perché rimane all’attenzione per più giorni, perché le povere vittime vengono indagate nei loro affetti, perché con una certa ritualità si fanno le manifestazioni di protesta, perché si cogli l’occasione per polemizzare sui sub-appalti o sulla insufficiente formazione sulla sicurezza (spesso sbagliando bersaglio). Su questo fronte servirebbe grande celerità nelle indagini in modo che le condanne, quando sono dovute, siano rapide e senza possibilità di allungamenti del brodo.
Qui in Toscana un incidente mortale abbastanza diffuso è quello dovuto al ribaltamento dei trattori; purtroppo non sono riuscito a risalire alle statistiche, ma se digitate con Google “Toscana incidente con il trattore” ne avrete immediata contezza.
Avete presente tutti quegli omini che girano con i vecchi trattori FIAT, Landini, SAME, … quasi sempre senza cabina e senza la barra di protezione antiribaltamento. Fanno di tutto con quei mezzi privi di protezione dimenticandosi che la Toscana è ricca di pendenze e ogni tanto succede l’incidente.
I provvedimenti che servirebbero alla messa in sicurezza sono stati emanati da qualche anno e prevedono che anche i mezzi agricoli siano sottoposti a determinati vincoli sulla sicurezza e alla revisione periodica come per gli altri mezzi a motore. Mancano le norme attuative e tali norme non vengono emanate per ragioni connesse al consenso e all’azione di qualche lobby degli agricoltori. E così quei mezzi insicuri continuano a circolare.