Evitare di perdere Bari
Il tiramolla dura da giorni e si sta avvicinando il momento delle decisioni. Guardate intanto l’immagine di apertura che, con dispendio di tempo, ho realizzato per illustrare l’articolo e che illustra lo stato attuale al netto delle liste civiche che per ora non sono sulla scena ma che a Bari sono una realtà importante.
La prima decisione l’ha presa il centro destra candidando unitariamente Fabio Romito un giovane avvocato tributarista, anni 36, esponente della Lega con un passato in Forza Italia, attualmente Consigliere Regionale, ma che ha iniziato a far politica ai tempi della Università e dunque ha fatto gavetta come consigliere comunale e provinciale.
Il centrodestra punta ad affermare la necessità di cambiare dopo 20 anni di dominio incontrastato del centro-sinistra e prende le mosse dai problemi di malcostume che hanno parzialmente investito il comune e la Regione.
Sul fronte del centro sinistra siamo alla seconda puntata e per la prima rimando all’articolo Alcune stranezze sul caso Bari che presentava i due candidati Laforgia e Leccese e la eterogeneità degli schieramenti che li appoggiano. Valga per tutti Italia Viva con i 5 stelle e Sinistra italiana o i Verdi che stanno sul fronte opposto di Sinistra italiana.
Da allora, eravamo a ridosso della eliminazione delle primarie a 4 giorni dal voto, ci sono stati continui interventi di Roma su Bari, sia da parte del PD (Schlein), sia da parte dei 5 Stelle (Conte), nonostante il tentativo di Laforgia, e con minore impegno di Leccese, di tenere le beghe nazionali fuori da Bari.
La posizione del PD nei confronti di Laforgia è del tipo: si tratta di un valore aggiunto, ma alla domanda del come mai non vada bene come sindaco non giunge risposta, anche se una minoranza del PD sostiene pubblicamente che bisognerebbe appoggiare Laforgia.
D’altra parte lo schieramento che sostiene Laforgia, alla luce degli scandali comunali e regionali, dice che bisogna voltare pagina e per farlo si deve partire da un candidato sindaco esterno ai soliti giri.
La novità è stata il tentativo, sponsorizzato dall’ex Presidente della Regione Nicky Vendola, di proporre un candidato unitario visto che entrambi i candidati avevano dichiarato pubblicamente che non intendevano ritirarsi e che ritenevano che non fosse loro compito, ma delle forze politiche che li avevano proposti, quello di ricercare, ammesso che esistesse, un candidato terzo.
Così è saltato fuori il nome di Nicola Colajanni ex deputato PDS, ex magistrato di Cassazione, ex membro laico del CSM (indicato da PD e 5 stelle), studioso di diritto ecclesaistico. Figura autorevole e certamente in grado di accontentare gli aficionados della legalità, ma con l’handicap di avere 77 anni.
Le schermaglie sono durate alcuni giorni tra apprezzamenti formali da parte di entrambi gli schieramenti sinché lo stesso Colajanni ha dichiarato che rinunciava a causa delle rigidità riscontrate. Adesso sono ancora in atto abboccamenti tra Laforgia e Leccese (che hanno avuto l’ok da parte dei rispettivi schieramenti dichiaratisi disponibili ad accettare le loro decisioni), ma le uniche possibilità potrebbero essere quelle di una autonoma rinuncia di uno dei due a favore dell’altro in cambio di un rimescolamento generale delle carte nella futura amministrazione.
Sinceramente mi appare una via difficilmente perseguibile perché dopo che sono saltate le primarie è molto meglio affidarsi alle secondarie, cioè alle elezioni vere, e accettare che siano gli elettori a decidere cosa sia meglio.
Si accetta così, ovviamente, di non vincere al primo turno e andare al ballottaggio tra uno dei due e il candidato del centro destra, ma c’è modo e modo di arrivarci. I due candidati potrebbero dichiarare sin da subito di comportarsi come se le elezioni di primo turno fossero delle primarie e di accettare di apparentarsi per il turno di ballottaggio.
Le primarie non si sono tenute perché Laforgia dapprima e Conte poi hanno dichiarato che sarebbero state inquinate da quelle forze civiche coinvolte negli scandali comunali e regionali. Tale rischio non esiste più se entrambi gli schieramenti si impegnano a lasciare fuori le zone grigie e a far decidere direttamente agli elettori chi sarà il Sindaco.
- Sul piano delle competenze in ambito amministrativo vince Vito Leccese che ha però l’handicap di essere espressione diretta delle vecchie amministrazioni (designato da Decaro e già direttore generale e poiu capo di gabinetto del Sindaco)
- Sul piano del rinnovamento e del civismo vince Laforgia
Si tratterebbe di una cosa che non si è mai fatta ma mi pare il modo migliore, se lo si dichiara prima del primo turno, per evitare che gli elettori dello schieramento perdente non vadano a votare al ballottaggio (come capita sovente) perché, con l’apparentamento saranno parte in causa, e per evitare pasticcetti dell’ultima ora nelle due settimane che separano i due turni che risulterebbero scarsamente credibili come è già accaduto, per esempio qui a Siena, dopo la prima amministrazione Valentini.
Io sono ampiamente fuori dalla politica e dunque non ho il potere di consigliare, ma ho ancora amici e lettori che lo sono e lo possono fare per evitare di perdere almeno dove si può vincere.
Eureka
Dichiarazione congiunta di Vito Leccese e Miche Laforgia da Bari Today del 17 aprile 2024
Vogliamo precisare che il dialogo fra noi non si è mai interrotto. Che entrambi abbiamo accettato la candidatura a Sindaco allo scopo non di dividere, ma di unire le forze progressiste. E che entrambi, in queste settimane, abbiamo cercato una soluzione che potesse fare sintesi delle diverse esigenze dei partiti, dei movimenti e delle associazioni che compongono il fronte progressista.Non è stato possibile e occorre prenderne atto, senza alimentare inutili recriminazioni e ponendo fine a tutte le polemiche che finiscono per aumentare le incertezze e il disorientamento nel nostro elettorato
Dobbiamo tornare a parlare della città, del suo futuro e delle nostre proposte per i prossimi cinque anni di governo. Confermiamo, pertanto, la nostra volontà di restare entrambi in campo in vista dell’appuntamento elettorale dell’8 e 9 giugno. Non vi è altro modo, a questo punto, per mobilitare nella sfida elettorale l’intero fronte democratico e progressista impegnato, da mesi, a sostegno dell’uno e dell’altro
Anche se andremo divisi al primo turno vogliamo ribadire con forza che siamo entrambi dalla stessa parte, alternativa a una destra arrogante, priva di argomenti, retrograda in materia di diritti, giustizia sociale e ambientale. Una destra a trazione leghista, che con lo scellerato progetto di autonomia differenziata mortifica i territori e le comunità del sud del nostro Paese.
Nelle prossime ore proporremo pertanto alle forze politiche che sostengono le nostre candidature un patto che preveda l’impegno comune a garantire la trasparenza di tutte le liste, il sostegno reciproco in caso di ballottaggio e, qualora uno fra noi venga eletto Sindaco, la disponibilità a costruire una squadra di governo che valorizzi le esperienze e le competenze di entrambi gli schieramenti.