Bari: E’ un topolino o è una montagna?
Riassumiamo i fatti: domenica prossima dovevano svolgersi le primarie per scegliere il candidato sindaco di Bari; in lizza Michele Laforgia, avvocato sostenuto da M5S, Italia Viva e Sinistra Italiana e Vito Leccese, attuale capo di gabinetto del sindaco di Bari sostenuto da PD, Azione ed Europa Verde.Le primarie, dopo lo sfilarsi di Laforgia sono state, ovviamente, annullate. Le primarie erano il tentativo di arrivare ad una candidatura unitaria del campo larghissimo.
Poi, dopo la prima inchiesta che riguardava una consigliera comunale eletta nel centro destra ma poi passata con la lista civica Sud al Centro, in maggioranza con Decaro, è arrivato lo scandalo dei voti comprati che coinvolge una assessore regionale del PD Anita Maurodinoia il cui marito Sandro Cataldo è il referente di Sud al Centro e sarebbe l’organizzatore della compravendita. Sud al centro è in Consiglio Comunale e avrebbe partecipato alle primarie a favore di Vito Leccese.
Alle comunali di Bari la Maurodinoia fu eletta con oltre 6 mila preferenze nella lista di Sud al centro che raccolse 11 mila voti e poi passò in regione a fare l’assessore per il PD. Decaro prese il 66% con un mix di liste molto ampio (PD 17%, Decaro sindaco 11%, Decaro per Bari 9.4%, Sud al Centro 7 %, Bari Bene comune 4%, Popolari per Bari 4%, Democratici ecologisti 4%) più altre liste civiche con risultati intorno al 2%. Se andiamo a guardare le preferenze scopriamo che il più votato del PD ne prese 2500 e nessun altro andò oltre le 2000.
La Maurodinoia fu subito premiata perché chi porta voti va premiato. Venne messa in lista alle regionali del settembre 2020 e nella circoscrizione di Bari arrivò seconda con circa ventimila preferenze subito dopo l’avvocato Paolicelli sostenuto da Decaro che ne ebbe ventitremila
La frammentazione delle liste a favore di Decaro (11) con la presenza di molte liste locali spiega la opportunità delle primarie insieme alla facilità di insediamento di lobby di vario genere.
Meglio ascoltare le posizioni locali piuttosto che quelle di Conte o della Schlein. Dice Laforgia, che non è un 5 stelle ma un civico che sostiene Decaro:
«In politica bisogna dire sempre la verità. Vito Leccese non può negare che sin dalla mattina di ieri ho parlato con lui, e poi con altri autorevoli interlocutori del PD – e non solo – per cercare una soluzione unitaria. Sa bene che sino a pochi minuti prima di arrivare in piazza della Libertà ho chiesto a lui e al PD, nella sua massima espressione, di condividere la decisione di sospendere il voto delle primarie. È certamente a conoscenza del fatto che, proprio per evitare una rottura, non mi sono limitato a dire, dal palco, che non vi erano più le condizioni per andare alle urne domenica prossima, ma ho chiesto a lui di sospendere l’organizzazione del voto, di comune accordo. Negarlo, oggi, e attribuire “a Conte” ogni decisione, è semplicemente irresponsabile, prima che falso». «Ma questo è il meno. La parte più preoccupante della sua nota è quella che sorvola, leggiadra, sulla gravità della situazione in cui ci troviamo, dopo gli arresti di ieri. Marca la distanza facendo nome e cognome di uno degli indagati – come non si dovrebbe mai fare – ma fa finta di ignorare che quella stessa persona, con il suo movimento politico, doveva partecipare alle primarie. Parliamo della seconda forza del centrosinistra alle elezioni amministrative del 2019, in maggioranza al Comune e alla regione. Chi è garantista, come me, tiene ben distinte le accuse in sede penale e le responsabilità personali dalla dimensione politica e dal dibattito pubblico. Io non distribuisco patenti anticipate di colpevolezza a nessuno, tantomeno a un movimento politico, e, per essere chiari, non ho più volte denunciato il rischio di inquinamento del voto perché sono in possesso di informazioni riservate (e coperte dal segreto professionale). Le polemiche sui voti comprati a Triggiano erano pubbliche e alcuni processi, pubblici, sono in corso da tempo. Lo stesso Sindaco di Bari ha dichiarato, pubblicamente, di aver denunciato chi offriva di comprare voti e, ieri, di non essere sorpreso dagli arresti». «Di cosa parliamo, allora? La posta in gioco non è la mia candidatura a Sindaco, nè quella di Vito Leccese, bensì il futuro della coalizione di centrosinistra e dell’intera città, che corre il rischio del commissariamento e del rinvio delle amministrative. Un minimo di prudenza, in questo momento, sarebbe d’obbligo, per tutti. Continuare a ripetere Andiamo!, senza sapere bene dove, come e con chi, è un modo puerile per tentare di esorcizzare la realtà. Un’ultima considerazione, non meno importante. Io non accetto di ridurre ogni questione ai rapporti tra il Partito Democratico e il Movimento Cinque Stelle, ai tatticismi e alla propaganda. Io non prendo ordini da nessuno. Chi si candida a Sindaco aspira a rappresentare l’intera città e risponde all’intera città, senza vincoli di mandato e di partito. Non bisognerebbe mai dimenticarlo». «Mi dispiace di questa reazione» del Pd alla decisione di rinunciare alle primarie del centrosinistra a Bari «ma noi non accettiamo mancanza di rispetto e nessuno può permettersi di dire che il M5s è sleale o alludere a questo». Lo ha detto a Bari, a margine di un incontro con gli elettori, il presidente del M5s, Giuseppe Conte. Conte ha spiegato di aver telefonato mercoledì alla Schlein sottolineando che «se la situazione si fosse compromessa e che se ci fossero state nuove inchieste non saremmo stati disponibili a far finta di nulla proseguendo con le primarie».
Dall’esterno si ha la sensazione che ci sia del marcio nel sistema di potere costruito dal Presidente di Regione Puglia Emiliano. Il Movimento 5 stelle che dalla opposizione stava cercando di confluire in maggioranza ha fatto 2+2 rispetto a questioni che ne hanno caratterizzato il DNA sin dalle origini. Meglio evitare delle primarie in cui sarebbe stato presente il movimento di Sandro Cataldo.
Nella stessa giornata delle comunali del 2019 si tennero anche le Europee e questi sono i risultati in provincia di Bari che indicano grosse differenze rispetto alle comunali: 5 stelle al primo posto seguiti da Lega, PD, Forza Italia, Fratelli d’Italia, + Europa.
Il barese, dal punto di vista degli orientamenti politici generali, non appare come un’area di sinistra e il Movimento di Conte che alle comunali prese solo il 9% (contro il 26% delle europee) si era posto il problema di far confluire il suo consenso su un candidato civico credibile. Dopo la compravendita dei voti e la disdetta delle primarie, tutto da rifare.
Nulla si sa, per ora delle intenzioni del centro destra che andò male ma che nel contesto attuale potrebbe anche fare il botto se dovesse trovare un candidato credibile.