Monticiano la campagna elettorale è partita
Le liste sono tre perché si presenta (pur senza candidati locali) anche il Partito Comunista (quello di Rizzo) con il vecchio simbolo del PCI (bandiera rossa con falce e martello sovrapposta al tricolore) e che punta a raccogliere un consenso di nostalgia.
Monticiano Il rinnovamento continua eredita e sviluppa l’esperienza della amministrazione di Maurizio Colozza con alcuni cambiamenti di struttura, simbolo e persone.
Non si ripresentano l’ex capogruppo Mircko Giorgini e l’assessore Lucia Ganozzi formalmente per una impuntatura sulla candidatura a Sindaco di Alessio Serragli. C’è stata una consultazione nell’area vasta di appoggio alla vecchia lista Uniti per il Rinnovamento che, quasi alla unanimità, ha scelto Serragli come naturale elemento di continuità ed elemento più rappresentativo e capace.
Oltre a Serragli ritorna in lista il solo Roberto Petrini (esperto di bilanci) che dopo la morte di Colozza era subentrato come secondo assessore mentre escono per ragioni personali, ma continuano nell’impegno di affiancamento Elena Orlandi e Carla Raddavero. Dunque una squadra largamente rinnovata, ma certamente non improvvisata, che vede la presenza di persone capaci e popolari espressione di un’area vasta di consenso e disponibilità all’impegno. E’ l’area che ha lavorato sul programma e sulle candidature. Questi sono in sintesi i candidati ma, per ciascuno di essi, sulla pagina Facebook si trovano l’immagine e una breve biografia.
Alessio Serragli: vicesindaco, originario di Scalvaia, al terzo mandato nel Consiglio di Monticiano – lo avete conosciuto in questi anni
- Angela Maria Brogi: del capoluogo, insegnante in pensione impegnata nel sociale e nel volontariato (dalla parrocchia, all’AUSER, alla compagnia del Beato Antonio)
- Alessandra D’Ambrosio: del capoluogo, impiegata in ambito contabile, giovane mamma si dichiara apolitica per scelta e combattente per vocazione, vuole darsi da fare per i diritti dei minori e per una educazione che li renda liberi
- Paolo Gelli: del capoluogo,già presente nel vecchio gruppo ma non candidato presidente e animatore del Bacoco’s
- Fabio Laska: del capoluogo, giovane leader del mondo giovanile, laureato in lettere, ed espressione della integrazione della comunità di origine albanese (un albanese nato a Siena e che parla con accento senese).
- Lucia Martelli: del capoluogo, impegnata professionalmente e nel volontariato sul fronte sociale e sanitario
- Paolo Neri: iesattolo dal 2011 tornato con la famiglia nella terra della madre, pensionato, cacciatore e agricoltore di Iesa, laureato in economia
- Roberto Petrini: assessore uscente, esperto di Bilanci di San Lorenzo
- Patrizia Pontieri: del capoluogo, moglie e collaboratrice di Maurizio Colozza che si candida per continuarne il progetto con particolare attenzione al sociale
- Silvia Taddei: architetto, vive ed opera tra Colle e Monticiano, esperta di urbanistica
- Ruggero Vannelli (Vikingo): di Iesa, giardiniere, scultore e pittore animatore della festa del bosco
La vecchia lista civica, dopo un mandato caratterizzato da 2 anni su 4 di attività ridotta per Covid e dalla morte prematura del Sindaco, si presenta con questi elementi caratteristici condensati nel proverbio cinese messo nella immagine di apertura e che parla della necessità di avere delle radici e delle ali.
- terminare i progetti messi in cantiere e riguardanti servizi, opere pubbliche, piano regolatore (e connesse problematiche dello sviluppo)
- attenzione alla specificità del territorio (sentieristica, strade bianche, fiumi e boschi)
- incremento del carattere civico (su questo punto tornerò più avanti con riferimento ad entrambe le liste)
Il progetto è stato presentato in una affollata assemblea tenutasi nell’auditorium del museo della biodiversità. Serata un po’ pesante per la molta carne al fuoco e per la scelta di far parlare, oltre a Serragli in veste di facilitatore, tutti e 10 i candidati, ciascuno per dire di sè, di quel che ha in mente e del perché si candida. Appena saranno resi disponibili in formato digitale, mi riservo di pubblicare qui entrambi i programmi (a futura memoria) e non mi imbarco in un esame dettagliato perché, fatte salve alcune cose ovvie, che in una piccola realtà come Monticiano non possono molto differire tra loro (cito per esempio la vocazione alla natura, lo sviluppo e la questione dei trasporti), il bello dell’amministrare sta nell’intuire ciò che sta per accadere, cogliere le opportunità e farle lievitare e quello lo fa la qualità delle persone.
Personalmente davo per terminata la esperienza politica di Mircko Giorgini caratterizzata da numerose consiliature di battaglia frontale alle giunte di sinistra partendo da posizioni di destra secondo un meccanismo di scontro frontale. Il quadro nel 2017 mutava in maniera sostanziale e si definiva un progetto civico per porre fine a una fase amministrativa pluridecennale alla insegna del monopolio di marca PCI, PDS, DS, PD.
C’era un centro sinistra sempre più adagiato sulla gestione di scelte prese altrove, autoreferenziale e, non a caso, incapace di esprimere leadership locali all’altezza del compito. C’è stata una progressiva perdita di consenso dovuta in parte alla autoreferenzialità e in parte alla impossibilità di continuare a garantire un sistema di controllo sociale del territorio basato sullo scambio tra voti e politiche assistenziali o di collocazione lavorativa. Il consenso che in origine sfiorava l’80% si è pian piano assottigliato e dalla dimensione civica sono emerse nuove professionalità e nuove leadership, non più basate sullo scontro destra-sinistra ma piuttosto sulla volontà di partire da Monticiano senza attendere l’imbeccata. La sindacatura Colozza ha significato, prima di tuttto, questo.
Questo processo è in atto e lo si può sintetizzare con il passaggio dalla volontà di unirsi per rinnovare a quella di affermare che il rinnovamento continua (in persone e progetti). Ed è un peccato che Lucia Ganozzi che ha tanto lavorato sulla differenziata facendoci diventare il primo comune della provincia di Siena, si sia chiamata fuori.
Diverso il percorso che nasce dalla evoluzione di Progetto Monticiano e che diventa Un futuro per Monticiano. Infatti nel corso dell’estate è stato fatto un gran battage mediatico e pubblicitario (social media ed assemblee popolari) intorno alla figura di Massimiliano Borgia che, dopo aver gestito in prima persona le assemblee con l’aria di chi dice adesso vi spiego cosa bisogna fare e cosa faremo, nel momento finale (dopo che era già stato pubblicato il programma) ha improvvisamente mollato il timone con una lettera di dimissioni che potete trovare in calce a questo articolo. Si veda in proposito l’articolo non è normale se il futuro scompare a Monticiano.
Dopo le dimissioni c’è stato qualche giorno di silenzio (si trattava di trovare un nuovo candidato sindaco e limare il programma precedente, molto borgiano) e alla fine c’è stata la formalizzazione di candidato sindaco, squadra, nome e programma. E’ rimasto fuori qualcuno degli animatori iniziali, si è conservato il nome, si è confermata la scelta di una lista civica di area di centro-sinistra ed è comparso come candidato sindaco Giuliano Rosi, uno iesattolo settantenne, ingegnere, trapiantato a Siena e che alla fine degli anni 90 aveva fatto parte della seconda amministrazione di AnnaMaria Guerrieri.
Sono andato alla prima assemblea incuriosito e desideroso di capire. Volevo vedere le persone in faccia e mi è venuto da dire che Andreotti aveva torto quando affermava che Il potere logora chi non ce l’ha. Quattro anni di opposizione, di masticare amaro, hanno fatto bene all’area politica entro cui io stesso mi riconosco.
Li lasciai orgogliosi di avere una candidata locale, poco disposta alle mediazioni e che perse le elezioni, sicuri della loro autoreferenzialità, incapaci di leggere l’isolamento rispetto al territorio e incapaci di capire che già il mandato di Sandra Becucci venne fuori dal fatto che tutti gli altri si presentarono divisi. Si presentarono orgogliosi di sè e scoprirono che l’appello alla senesità-politica non bastava più (come non bastò la sfilata di sindaci, deputati e consiglieri regionali, giunti a benedire).
Dalle cose innovative che, con un eccesso di boria e mancanza di conoscenza del contesto, aveva preannunciato Borgia e dalle cose che ho sentito a San Lorenzo direi che siamo in presenza di un deciso cambio di passo: pacatezza, coscienza del fatto che Monticiano ha problemi annosi da affrontare e che bisogna avere il coraggio di pensare in grande, coscienza della complessità, disponibilità a cambiare i propri progetti se la situazione concreta lo richiede, coscienza del fatto che le bandierine di partito richiamano qualche nostalgico ma non fanno vincere.
Alla assemblea non si è fatto cenno al caso Borgia; lo davo per scontato, ma lo considero un limite perché qualcosa bisogna pur dire agli elettori.
Giuliano Rosi: candidato sindaco, ingegnere, con la disponibilità da pensionato di tornare ad occuparsi del suo comune. E’ intervenuto in apertura dando l’impressione di una persona pacata e riflessiva. Erano presenti solo 6 candidati su 10 e dunque parlo solo dei presenti.
- Bruno Alfonsi: pensionato, biologo, ambientalista di Castello di Tocchi. E’ stato il più netto nel sottolineare il ruolo strategico dell’ambiente per Monticiano e ha citato una cosa che sta anche nel mio cuore, il percorso naturalistico lungo la Farma da Petriolo a Scalvaia. Alfonsi è stato consigliere e assessore nella amministrazione Cencioni (2007-2012)
- Emma Bruzzone di San Lorenzo, giovane neolaureata in storia con una tesi di laurea su San Lorenzo che presto metterò a disposizione su Monticiano Facciamo la pro-Loco
- Fausta Cosci di Monticiano, laureata in lettere e impiegata nel sistema bibliotecario della università senese si spenderà sulle problematiche di tipo culturale
- Francesco de Leo, l’uomo delle api del Leccetro (Tocchi), è stato un po’ l’animatore del progetto è ben conosciuto sul territorio e fa il volontario alla Misericordia; ha fatto un intervento efficace e con spirito pragmatico
- Francesco Petri, architetto e docente di scuola media si ripresenta dopo aver già fatto il consigliere nella amministrazione Becucci ha fatto un rapido cenno ai temi di Petriolo
- Giacomo Sillari, originario di Grosseto trasferito a San Lorenzo in quanto dipendente GSK ha colto la bellezza e la unicità socio culturale dei nostri borghi.
Come si vede, nè per gli uni nè per gli altri ho fatto il noioso riassunto dei programmi. Li trovate sui rispettivi siti e se posso dare un consiglio varrebbe la pena che, nelle prossime assemblee, ci si ponesse in uno spirito tematico più che pretendere di trattare l’intero scibile.
Faccio un esempio sul tema dei trasporti, ma ben sapete che nel mio cuore ci sono l’ambiente, l’escursionismo, il Gonna 2, le strade bianche, Petriolo, il rapporto con San Galgano. Siamo tutti d’accordo che uno dei modi per rompere l’isolamento di Monticiano è un sistema di interscambio (parcheggio) in corrispondenza dello svincolo della Siena Grosseto che si farà al Picchetto e, magari, lasciatemi sognare, un sistema di navette dalle frazioni e dal capoluogo sino allo svincolo dove passano le linee per Siena, Firenze e Grosseto, che servono agli abitanti e che possono portarci turismo nazionale e internazionale.
Cosa bisogna fare per portare a casa il risultato? Siete tutti d’accordo, vincitori e vinti, che quella battaglia andrà condotta in maniera unitaria come istituzione comune? Quali passi si devono fare verso Provincia e Regione per raggiungere una massa critica? Come si pensa di coinvolgere il resto della Unione dei Comuni? Vi impegnate a non affrontare il problema in una logica di schieramento? Lo feci presente un paio d’anni fa in una assemblea di Progetto Monticiano e, naturalmente non fui ascoltato, e così la minoranza andò in Regione senza il Sindaco.
Tanti anni fa, come capogruppo della opposizione PCI, ho fatto il consigliere comunale in un comune di 15 mila abitanti della Brianza bianca. Una cosa molto importante che avevamo, e che si riuniva in maniera indipendente dalle convocazioni del Consiglio Comunale, era la assemblea dei capigruppo (DC, PCI, PSI, laici minori). La convocava con regolarità il Sindaco per fare in modo che, sui processi decisionali importanti, tutti fossero informati, avanzassero proposte in corso d’opera e i processi decisionali fossero il più possibile condivisi e il ruolo della opposizione non fosse solo quello di fare le interpellanze su cose già note e già decise tanto per fingere di giocare alla democrazia. E’ una proposta che avanzo per Serragli e per Rosi.
Ho sentito che nei prossimi giorni arrivano a fare il comizietto legato alle elezioni per il collegio uninominale della Camera di Siena (lasciato vacante dalle dimissioni di Padoan), sia Rizzo segretario del Partito Comunista, sia soprattutto il segretario del PD, Letta paracadutato a Siena per via della questione MPS. Caro Letta, ci dai una mano, muovendo le pedine giuste per fare in modo che al Picchetto sia previsto e realizzato il parcheggio?
il comunicato di rinuncia di Borgia
Non mi candido a sindaco di Monticiano perché non mi va di essere incasellato in uno dei due schieramenti in cui il paese è pericolosamente ingessato da oltre 20 anni.
Mi sono speso per un progetto che riunisse, dal basso, le forze vive del paese: un progetto per dare un futuro a Monticiano e alle sue frazioni per non perdere il treno del green new deal che sta passando. Una lista civica responsabile, che avrebbe poi aperto un dialogo con i partiti.
Ai partiti devo dare atto di non avere messo naso in questa operazione e di non avere nemmeno tentato una minima influenza.
Ma io non sono riuscito ad infilarmi in questa contrapposizione tra "quelli" contro "quegli altri". Monticiano è stufa di divisioni, ne sono sicuro. Ma io non sono riuscito a fare apprezzare il mio impegno come un impegno al di sopra delle vecchie parti. Non mi sarei candidato per vendicare le frustrazioni politiche di qualcuno e nemmeno per mandare a casa qualcuno. Quello che penso della qualità politica dell'amministrazione uscente l'ho detto, in faccia, ed è agli atti, in consiglio comunale.
Credo in una politica dal basso, e credo che Monticiano possa diventare un vero laboratorio politico se tutti vengono coinvolti in una riflessione sul futuro della comunità. E il gruppo che si è mosso con me nelle assemblee popolari è stato un buon gruppo che ha lavorato con un entusiasmo a tratti commovente.
Ma il mio nome non è riuscito a coagulare una squadra di candidati, soprattutto giovani.
Ho pensato che sia giusto che io faccia ancora un bel po' di gavetta nella vita sociale di Monticiano.
Solo a seguito di un radicamento più forte potrò candidarmi a leader di questa comunità.
Gli articoli sulla politica amministrativa del nostro comune si trovano alla pagina Monticiano.