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Gabriele della Pirelli – di Cesare Cerea — 2 commenti

  1. Un’osservazione a proposito di Gabriele Malpezzi e del modo di Ao di fare politica.
    Il difetto di essere un partito leninista, cioè un partito di quadri
    era che non eravamo un partito popolare. Ci mancava quel passaggio di trasformazione in partito di massa che Palmiro Togliatti copiò sostanzialmente dallo studio del partito nazionale fascista e delle sue organizzazioni di massa. Si tratta dei corsi tenuti da Togliatti a Mosca, negli anni Trenta, sugli avversari, pubblicati anche col titolo di “Lezioni sul fascismo”.
    L’aspetto positivo del partito di quadri era che eravamo educati, anche da soli, a costruirci una interpretazione e una linea politica. Anche quando l’organizzazione non aveva elaborazioni su quel tema.
    Quando stavamo in una situazione, ci entravamo dentro completamente. Soprattutto se la situazione era proletaria, ma non solo.
    Ciò derivava dal nostro impegno nello studio e nell’inchiesta. Alfredo, il figlio della Giulietta Banzi in Bazoli, la nostra militante uccisa da una bomba fascista a Brescia, deputato del Partito democratico, ha scoperto, in un dibattito sul libro “Volevamo cambiare il mondo”, che non era solo sua madre ad aver studiato tanto marxismo, ma tutta un’organizzazione di “professorini”. Ciò lo ha stupito e l’ha commosso.
    Studiavamo così tanto le cose, stando nelle situazioni, che, noi studenti, ci prendevano spesso per operai. Oppure, quando lavoravo coi militari, mi prendevano per un sottufficiale o un ufficiale. E, se la linea non c’era, te la facevi.
    Mi ricordo Tullio De Mauro, docente di linguistica all’università di Roma, poi diventato ministro. Come Ao universitaria o di Lettere avevamo fatto un opuscoletto sulle centocinquanta ore. Lui mi ferma a mi chiede: “Ma è una cosa seria?”. A me, che non ero nessuno di blasonato. “La cosa è seria se la fai, la facciamo seria”, gli risposi. Non era una finta per regalare agli operai centocinquanta ore retribuite dal padrone. Poi parlammo un po’ delle sue ricerche sui vocabolari d’italiano di base e avanzati. Lui si convinse e fece un corso delle centocinquanta ore su quel tema. Noi eravamo così.

  2. Gabriele Malpezzi, un grandissimo "quadro operaio" della Pirelli.
    Io ce l'ho impresso in un'immagine straordinaria, quando nel 1975, la Camera del Lavoro di Milano, guidata Lucio De Carlini, chiamò, praticamente all'improvviso, i lavoratori delle grandi fabbriche milanesi a scioperare e a manifestare in piazza San Babila per sgomberarla dai fascisti …
    Il Quotidiano dei Lavoratori mi mandò a vedere, e Gabriele era nella prima fila delle tute bianche della Pirelli. Senza violenze gli operai "davano una dimostrazione" (non a Reggio Calabria come nella canzone di Giovanna Marini, ma a Milano!) e ridavano fiato alla libertà.
    Non lo vedevo da decenni … A volte la vita divide anche coloro che sono stati sempre dalla stessa parte e nelle stesse organizzazioni; e la (notizia della) morte riunisce; dolorosamente. Grazie a Cesare Cerea e Claudio Cereda per questo tristemente bellissimo ricordo.

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