HomeStoriaComunismoA proposito di Alexandr Bogdanov … e noi – di Alvaro Ricotti

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A proposito di Alexandr Bogdanov … e noi – di Alvaro Ricotti — 3 commenti

  1. Salve signor Alvaro Ricotti, le chiedo, avrebbe una copia di "Fede e scienza" in più da vendermi o regalarmi? Esistono copie tradottre dell'empiriomonismo di bogdanov in Italiano?
    La ringrazio per le eventuale risposte
    Nicolò 

  2. "Perché non li abbiamo letti prima (cinquant’anni fa)? Il rammarico è per la loro scoperta tardiva. Avremmo avuto uno strumento in più, avremmo potuto sviluppare maggiormente e affinare la capacità di critica nel confronto dialettico delle tesi divergenti." (Ricotti)

     

    Perché eravamo collettivamente condizionati dall'ideologia prevalente in quel momento storico e si dava la priorità ad alcune letture e non ad altre. E non bastava leggere come singolo individuo un autore in controtendenza con l'ideologia in cui si è immersi, per liberarsi da quella e guardare il mondo in modo diverso. A me sembra un modo sbagliato di rielaborare il proprio passato. E poi non è che i mutamenti che portano a scelte politiche o ideologiche diverse dipendono solo dalle letture INDIVIDUALI che facciamo. Dipendono molto di più dai movimenti sociali in cui veniamo a trovarci e dalle reazioni nostre (di adesione o rifiuto). Io mi sono formato a Salerno negli anni '50, una città dominata da preti e democristiani. Ho fatto il liceo classico con un professore di filosofia crociano che ci fece saltare il capitolo su Marx del manuale "perché non era un filosofo importante". Ora anche se io per curiosità mia o su suggerimento di un amico più avveduto del mio professore di filosofia avessi letto Marx, cosa sarebbe cambiato in quell'ambiente ideologicamente bloccato? Credo nulla o quasi. La lettura di Marx o di altri testi del marxismo (e non solo di quelli) è stata importante perché fatta all'interno di quel grande movimento del '68-'69. E in quel momento le scelte erano tra orientamenti filo PCI e orientamenti "rivoluzionari". E facemmo le letture che sostenevano quelle scelte urgenti. Magari saltando tanti altri autori ( Korsch, Luxemburg, ecc.). Siamo stati sconfitti, ma non perché abbiamo letto Lenin al posto di Bogdanov. E non a caso nella mia riflessione sulla storia di AO ho posto l'accento sul vero limite di AO chiedendo: "quanta autonomia dal PCI e dalla sua tradizione riuscì ad esprimere Avanguardia Operaia? ". (http://www.poliscritture.it/2021/05/16/appunti-sulla-storia-di-ao/). E non c'è stato nessuno degli ex di AO che finora mi abbia risposto. Eppure quella mi pare la questione di fondo in cui ci siamo arenati.

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