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Buio a mezzogiorno – di Arthur Koestler (recensione) — 1 commento

  1. Quando devi dire una verità dolorosa e profonda, una delle probabili strategie è la terapia d'urto.
    Se vuoi capire perché il comunismo, almeno nella sua versione russo-sovietica, era da rifiutare, "Buio a mezzogiorno", il romanzo più famoso di Arthur Koestler, è il libro da cui partire.
    Nel romanzo, un vecchio bolscevico viene accusato giustamente di opporsi a Stalin e ingiustamente di essere un agente nazista. È questa situazione inaccettabile che trasforma il sol dell'avvenire del sogno socialista nel buio a mezzogiorno della dittatura comunista staliniana.
    Koestler era un militante comunista ungherese che arriva pian piano ad accorgersi che quel sistema non funziona. E lo scrive, in forma di saggi e di romanzi.
    I due volumi della sua autobiografia sono importanti per capire il percorso di Koestler. In particolare il secondo, "La scrittura invisibile", riguarda il periodo dal 1931 al 1939. In quel periodo è compresa la guerra di Spagna, che è un punto di svolta sia nella storia europea sia nella nascita di una nuova sinistra comunista antistalinista.

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