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Memorie di un rivoluzionario – di Victor Serge (1) recensione — 1 commento

  1. Per me questa descrizione è ancora commovente:

    [Lenin] Nessuna posa, la semplicità in persona. Abitava ancora, al Cremlino, un appartamentino dei domestici del palazzo. L'inverno precedente anche lui era stato senza riscaldamento. Quando andava dal barbiere faceva il turno, trovando indecente che gli si cedesse il posto. Una vecchia domestica faceva le pulizie e teneva in ordine i suoi vestiti. Sapeva di essere il primo cervello del partito e recentemente non aveva trovato migliore minaccia di quella di dare le dimissioni dal Comitato centrale per appellarsi ai militanti di base! Voleva per sé una popolarità di tribuno, ratificata dalle masse, senza apparato né cerimoniale. Nei suoi modi e nel suo contegno, neppure il minimo indizio di gusto dell'autorità; delle esigenze da tecnico serio che vuole che il lavoro si faccia, si faccia bene e a tempo; la volontà dichiarata di far rispettare 

    Se penso ai dirigenti di partito (o pseudopartiti) d'oggi ho i brividi.

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