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I nodi, il pettine nella testa di un rasta – di Giovanni Cominelli — 6 commenti

  1. Caro Cominelli, ti ringrazio per i contributi che dai al dibattito sulla sinistra, mai scontati e che, anche se non condivido in toto, hanno sempre il merito di farmi riflettere. Dell'ultimo condivido molto, tranne forse la tua speranza conclusiva che la soluzione sia in un partito alla Macron, liberal, antipopulista ed europeista che includa tutti i cespuglietti oggi sparpagliati al centro dello schieramento politico. Ho dei grandi dubbi, in primis sul fatto che riescano a superare i personalismi che ne fanno delle Cassandre inascoltate, ognuno rinchiuso nel suo 1-2.5%, in secondo luogo sul fatto che un tale partito possa richiamare una base di massa su posizioni che sono, come dire, leggermente aristocratiche. Se bisogna superare il populismo, non si può fare a meno del favore del popolo. Nelle ultime elezioni americane la sinistra ha vinto soprattutto per come la destra Trumpiana ha fatto riscoprire quello che realmente di democratico c'è nelle coscienze e poi per la capacità di raccogliere tutto il mondo progressista dagli estremisti di ogni tipo alla sinistra moderata, liberal, sotto l'egemonia di quest'ultima. Mi ha sempre stupito come in ogni tornata elettorale Bernie raccolga grandissimi consensi per poi fare alla fine il passo indietro e cedere l'onore della guida ai moderati. Hai ragione in una cosa: a sinistra si odia troppo, in entrambe le direzioni. Io non riesco ad odiare neppure i 5S e sono loro oggi a raccogliere i voti di chi si sente escluso. Senza quel consenso, il tuo partito di liberal ed europeisti corre il rischio di rimanere una galassia di intellettuali con un orientamento comune, ma disperso nello spazio intergalattico.

    • il partito di Macron è un partito di sinistra liberale. Averne! Ha vinto le elezioni e mi pare che vincerà anche le prossime, finché i suoi competitor saranno la Le Pen e Malenchon. Ovvio che bisogni avere i voti del popolo, in democrazia. Non perciò bisogna allearsi con i populisti, come continua a pensare di fare Zingaretti. De Gasperi e Togliatti i populisti li hanno distrutti. Senza odio. Occorre una proposta e un'azione di governo, che faccia i conti con i vincoli e punti sullo sviluppo.

  2. Mi sono fatto questa idea: che il problema principale della sinistra sia la SINDROME DELL'ODIO. E' cominciata con Craxi, poi con Berlusconi, poi con Salvini, poi con Renzi. E continua contro gli ultimi tre, solo perché Craxi é morto. Ma é odiato anche da morto. Mi piacerebbe che qualcuno, assai più esperto di me in psico-politica, ci ragionasse sopra. Perché noi di sinistra odiamo?!

    • La domanda di Cominelli é molto complessa. Penso (penso) che l"odio nasce dell'idolatria del sé Narciso travolto da una fede immanente e fortissima che é al declino e dunque si rafforza se c'è un nemico cui abbeverarsi per sedare le proprie insicurezze. Il nemico rafforza la nostalgia del Giusto sè cui si desidera tornare. Mi ricorda Abelardo che si castra o il fobico che gode nel lavarsi contnuamente. Il comunismo é stato una potentissima droga. Penso che ai tempi di Togliatti fosse più semplice: la "doppiezza" dei comunisti (i due livelli di verità) permetteva un equilibrio anche psichico nella tattica. Con l'89 finisce tutto. Odiare è una cocaina purissima. Gasa

  3. In sostanza, chiedi la nascita di una nuova forza politica progressista aperta al futuro, non assistenzialista/ meridionalista. Ma posso timidamente chiedere fondata su cosa, visto che la grandissima maggioranza delle forze politiche è priva di disegno strategico e le rappresentanze sociali tutte, da quelle imprenditoriali a quelle sindacali, difendono il proprio "particolare" ?
    Io credo che la scelta di Conte di appoggiare Draghi sia stata certo obbligata ma anche saggia. Diverso il discorso per il PD, che sotto la direzione zingarettiana ha smesso di parlare di prospettive.
    Io credo che la presidenza di Draghi possa costituire un'occasione per riprendere un vero dibattito sui fondamenti delle scelte, ma a condizione di liberarsi dai pregiudizi.

    • Intanto c'é un nucleo, costituito da Calenda, Italia Viva, Bonino, Carfagna, Base Italia. E poi ci sono forze dentro il PD, che la manovra precipitosa di Renzi, a suo tempo, ha lasciato nel PD, dentro il quale peraltro sono state rigorosamente congelate da se stesse. Mi auguro che il Governo Draghi dia coraggio ai riformisti del PD. Zingaretti non ha la cultura politica all'altezza della situazione. Di qui in avanti comincerà a traballare. Conte può fare quello che vuole. E certo non é colpa sua se Zingaretti e Leu lo infliggano come leader.

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