HomeCulturaDestra, sinistra, modo di produzione – Giovanni Cominelli

Commenti

Destra, sinistra, modo di produzione – Giovanni Cominelli — 5 commenti

  1. L'articolo soffre di molte lacune: geopolitica, forze economiche mondiali, tecnostrutture… Solo da un'analisi concreta della situazione concreta si può fra nascere una linea politica.
    —-
    Allora, secondo me è un pasticcio senza né capo e né coda. Nel senso che questo intervento prende una massa di ingredienti eterogenei, li mescola in un unico calderone e alla fine produce un minestrone in cui non si capisce nulla, se siamo in un epoca post umana, o post politica, o pre super uomo.
    (Pino Timpani)

  2. Io sapevo che la "sinistra" era nata nel contesto degli "Stati Generali" in Francia. Mi raccontavano che in realtà quella che è nata è la destra, che ha abbandonato la zona dei più accesi spostandosi sulla destra e lasciando scoperta la sinistra. Ma in fondo, a chi importa?
    —–
    La sinistra – ovviamente liberal-borghese – nasce whig o forse prima a Putney, dalle discussioni interne all'esercito di Cromwell (Giovanni Cominelli)
    —–
    Tutte le fonti che conosco indicano in Francia l'origine del nome. Sarei interessato a conoscere diverse fonti.
    https://www.lepoint.fr/…/11-septembre-1789-et-le…
    (Furio Petrossi)
    —–
     
     

  3. Seppur in maniera non troppo impegnata perché mi interessano di più le discussioni sulla scienza:
    § il materialismo storico per me è un utile strumento per leggere il passato da usare insieme ad altro (inclusa la storia della scienza). Per quanto riguarda il futuro non credo in alcuna forma di finalismo
    § l'analisi di Marx riguarda un mondo cambiato in profondità e dunque non mi ritrovo nella sua analisi della sfera economica e delle sue contraddizioni
    § il modo di produzione capitalistico è estremamente variegato sia all'interno di un singolo paese sia sul piano internazionale ed è difficile ragionare in termini di valore-lavoro e di plusvalore
    § siamo alle soglie di una competizione USA Cina con l'Europa in funzione ancillare
    § i mercati sonoi diventati una cosa tremendamente complessa e non analizzabili come capitale finanziario (basta pensare ai fondi)
    § concordo con i cenni fatti su Impero (che non ho letto) circa lo spostarsi della contraddizione borghesia-proletariato in ricchi-poveri, potenti-subordinati
    § credo che la strada da battere sia quella del miglioramento della condizione dei deboli (il che comporta anche una perdita per gli standard dei paesi ricchi). Miglioramento all'interno ma disponibilità a politiche serie di mutamento dei modelli di sviluppo
    § concordo con il fatto che la coscienza enorme non è e non potrà essere la coscienza di classe, ma la coscienza umana (diritti, ambiente, scienza, tecnologia, risorse, capacità di condizionare l'interesse economico attraverso l'interesse della umanità)
    § la storia ci ha mostrato che le religioni possono essere parte del percorso di liberazione, ma sono molto diverse tra loro e con livelli di sviluppo culturale diversificati da 2 a 5 secoli (su questo terreno la storia non fa salti
    § Stati Uniti d'Europa, Esercito Europeo, politica estera europea, anche quando ciò comporta contraddizioni esplicite con gli USA. Promozione di azioni per la democrazia nei confronti della Cina, dell'india e del Brasile
    § Attenzione alla riapertura delle contraddizioni con il cartello dell'OPEC (noi siamo con le borghesie nazionali e contro gli sceicchi)
    § Investire sullo sviluppo dell’Africa

    • Aggiungerei alla risposta una considerazione d'ordine demografico.
      Consideriamo che la Storia antica, per dire quella degli antichi romani, riguardava cento-duecento milioni di persone, di cui appena trenta milioni in Europa e ci facciamo un'idea di come è può cambiare il concetto di "Storia".
      Attorno al 1800 l'Africa contava un sesto della popolazione dell'Europa, tanto che qualcuno pensava che la popolazione avrebbe potuto essere "sostituita", mentre oggi la sola Nigeria ha una popolazione che è il doppio di quella europea.
      Non dico che la quantità si trasformi in qualità… anzi, lo dico proprio!.
      Quando si parla di "rapporti di produzione" di che parliamo? Teniamo conto di questi parametri? Li conosciamo? Sappiamo cosa sta succedendo in giro per il mondo?
      Già da piccolo, a diciotto anni, mi leggevo Jeune Afrique e magari anche Nigrizia, quindi forse ho sempre tenuto in una certa considerazione l'Africa. Per l'Asia, beh,"La Chine en costruction" mi ha aiutato poco…
      Ritengo che qualsiasi teorizzazione che non tenga contro della demografia, non potrà che andare fuori strada.

    • Credo che la più gigantesca lacuna di questa esposizione sia la mancanza della parola tecnocrazia.
      Non viene mai citata. Nonostante questa sia la parte centrale del processo che stiamo attraversando e che porta alla lenta sostituzione della politica.
      Faccio un esempio per capirci. La desecretazione dei verbali in merito all'emergenza covid19, è stata, a mio parere, un ulteriore passo avanti della presa di potere della tecnocrazia.
      Qui si visto come i tecnici non ne abbiano imbroccata una giusta, passando il tempo a sostenere tesi diverse, davanti a un emergenza del tutto nuova e sconosciuta.
      Nella vicenda chi ne esce male è la politica, che nella sua discrezionalità di scelta ha commesso diversi errori. Qui si è aperto un variegato dibattito sulla natura degli errori, per esempio sul tema delle zone rosse in Lombardia, il peso degli industriali ecc. ecc.
      E' esemplare quanto è avvenuto a Fauci negli Stati Uniti, con quanto ne è seguito e della mascherina a un certo punto indossata da Trump. La Cina è già in uno stadio avanzato di tecnocrazia.
       

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

HTML tags allowed in your comment: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <s> <strike> <strong>