adozioni

Ne ho già trattato l’altro ieri con la nota dilemma. Ora la Cassazione chiarisce di non auspicare nulla nei confronti del Parlamento ma di essersi semplicemente limitata ad affermare che in assenza di una nuova legge non potrà garantire una piena adozione per i single (l’oggetto del contendere riguarda un non pieno riconoscimento da parte della intera famiglia adottante; il minore acquista una madre ma non una nonna).

Mi è capitato di ascoltare su radio24 una discussione tra sordi sulle adozioni internazionali: una mamma single, il sottosegretario Giovanardi e l’onorevole Paola Concia del PD.

Discussione tra sordi perché:

  • Giovanardi sosteneva che avere due genitori è meglio che averne uno e poiché c’è un esubero di domanda rispetto all’offerta il problema non si pone. Aggiungeva anche che, in sede di trattati bilaterali, le richieste dei diversi paesi si fanno sempre più rigide (per esempio, la Romania ha chiuso le adozioni). Citava il caso della Cina che non solo vuole la coppia ma pretende anche caratteristiche psicofisiche stringenti sui genitori adottandi; per esempio non devono essere obesi. Ricordava anche che la legge attuale ha meno di 10 anni ed è stata approvata in maniera pressochè unanime
  • Dall’altra parte si sottolineava che avere un singolo genitore è meglio di rimanere in istituto e non ci si confrontava con il dato statistico di Giovanardi. Concia se la prendeva con il governo che dovrebbe negoziare nuovi accordi dimenticando che qualunque accordo con uno stato estero parte dalla volontà o meno della controparte. L’aria era un po’ da pasdaran dei diritti civili.

Avvenire parla di uscita maldestra e chiarisce giustamente che il problema è politico-legislativo; auspica ovviamente che non si aprano spiragli (e lo spettro a cui pensa è quello dellle coppie omosessuali). Mi sfugge il senso del solito richiamo al rischio del relativismo etico. Sacconi (da ex socialista ora TeoCon) parla di rischio di una deriva laicista (?!?). La stampa liberal (dal Corriere alla Stampa) si schiera per il diritto alla adozione da parte dei single.

Continuo a vedere dei pro e dei contro; continuo a vedere una difficoltà nella nostra società a discutere di diritto alla felicità. Nella nostra Costituzione c’è il richiamo alla famiglia naturale e dunque oltre che ragioni di merito, anche ragioni giuridiche sconsigliano dall’adottare scorciatoie.

Serve un dibattito aperto e, come per la questione delle coppie di fatto, si devono ricercare soluzioni di compromesso basate sul doppio riconoscimento del carattere principale della famiglia e sulla garanzia di diritti anche al di fuori di essa. Per esempio si potrebbe scegliere una strada che, senza precludere ai single (e io aggiungo alle coppie anche omosessuali in cui sia ben definita la diversità di ruolo) la possibilità di accedere alla adozione collochi questi elementi entro forme di decurtazione di punteggio in un contesto in cui esistono più famiglie disponibili di bambini da adottare.

Detto diversamente, se la Costituzione si riferisce alla famiglia naturale fondata sul matrimonio (art. 29), questo deve essere il riferimento finché non si cambia la Costituzione. Poi viene il terreno delle nome di contorno; quelle basate sulla ricerca della felicità che sta nella dichiarazione di indipendenza americana ma non nella nostra. Con l’aria che tira su coppie di fatto, testamento biologico e fine vita mi pare che non ci troviamo nelle condizioni migliori per legiferare ma nulla impedisce almeno di discutere ascoltando le ragioni dell’altro e adottando un atteggiamento pragmatico.