fascisti in nome dell’antifascismo

Prima ci hanno provato con il monumento di Mestre; asportata la lapide che era già stata imbrattata di falci e martello l’anno prima (vedi). Poi una scritta su monumento della foiba di Basovizza. Leggo ora di un’altra eroica azione a Livorno contro un monumento appena inaugurato.

Sarà che sono reduce dalla lettura del bel libro di Arrigo Petacco dedicato alla vicenda giuliana, ma non li sopporto.

Se i ferrovieri comunisti bolognesi che si misero in sciopero all’arrivo dei treni con i profughi di Pola si potevano capire (ma non giustificare) in quanto vittime di un abbaglio, quelli di oggi sono eroi negativi e disperati e basta.

Ricordo a chi non si ricorda che, dalla Venezia Giulia, se ne andarono in più di 300’000 pur di restare italiani e che nel momento della cessione di Pola (nel 1954) il bene più prezioso erano i chiodi necessari ad imballare in casse di legno il ricordo che si sperava di portare in Italia. Così se ne andarono in 30’000 in pochi giorni via nave.

Nella Venezia Giulia tra il 43 e il 54 ci sono state le prove generali di pulizia etnica che si sono poi realizzate tra le diverse etnie balcaniche dopo il crollo del regime titino. Certo, c’è stata anche repressione verso i collaborazionisti del nazifascismo. Diciamo per il 10%? E il resto? E la distruzione dei funzionari dello stato? E il massacro di chi non si piegava alla annessione? Gli storici sono asolutamente concordi nel rimarcare che l’aspetto antifascista era del tutto secondario rispetto al distruggere l’italianità.

E qualche cretino che non conosce e non studia la storia si permette di imbrattare il monumento della foiba di Basovizza.

Hanno scritto: nessun ricordo per i fascisti di ieri, nessuno spazio per quelli di oggi.

Sono passati 65 anni e c’è ancora in giro gente che parla di queste cose con un livello da bar sport. Io sono antifascista e dunque … tu sei fascista e dunque …

Anche su questo fronte bisogna dire che l’ex comunista Napolitano si rivela essere un grande Presidente.