una cosa che non mi aspettavo
Seguo Giuliano Ferrara da quando stava tra i miglioristi del PCI e ne apprezzo la lucidità intellettuale. L'ho giustificato persino quando si mise a fare l'ateo devoto e mise in piedi una lista destinata ad uno dei suoi peggiori risultati politici; parlo della lista pro-vita con cui si prese una legnata storica ed ebbe il risultato di interrompere la conduzione di 8 e mezzo una trasmissione inventata da lui e che si reggeva sul suo debordante autoritarismo illuminista.
Lo ascoltavi, ti rendevi conto di non essere d'accordo con lui ma ti aiutava a pensare con il suo essere bastian contrario e contro l'opinione corrente.
Mi è dunque spiaciuto che lui e Piero Ostellino, intellettuale liberal e popperiano, si stiano spendendo per difendere l'indifendibile. Una cosa è l'invito a non esagerare, un'altra la battaglia contro i puritani e per in mutande ma liberi.
Non è questione di puritanesimo; è questione di senso del limite. Non posso accettare un'idea del governo, della leadership, della politica in cui tutto è lecito perché qualcuno l'ha giurata a Berlusconi.
Caro Ferrara, è lecito dire che il Primo Ministro telefona in questura perché è convinto che Ruby sia la nipote di Moubarak? Tu stesso dici che Berlusconi ha fatto una leggerezza spinto dal suo altruismo. Gli Italiani sono scemi o dobbiamo dire che una falsa verità (su cui ride il mondo) è lecita in nome di un bene superiore?
Caro Ferrara, è lecito trasformare la residenza del primo ministro in un troiaio? Non è questione di puritanesimo. Quelle telefonate, quelle testimonanze, quei filmati non ci diranno tutto, ma consentono di farsi un'idea. Laccoppiata Fede Lele Mora o il listino per la Minetti mica li ha inventati la Bocassini.
Io ho sofferto e soffro ancora per il trattamento riservato all'idea socialista in epoca tangentopoli; ma non mi sono sognato di trasformare Craxi in un martire; non lo considero un delinquente, ma non lo considero neanche un modello per via della commistione politica-affari e anche per via della scelta di andare a Tunisi.
Così uno può essere affezionato all'idea della rivoluzione liberale del Berlusconi dei primi anni 90. Può esere affezionato all'idea di un politico fuori dagli schemi, ma non può non vedere gli aspetti legati alla mancanza di decoro, di senso della misura, di spregio delle istituzioni, di propaganda di stili di vita che trasudano marciume da ogni poro.
Caro Ferrara, non siamo in mutande ma vivi. Siamo offesi, siamo preoccupati e le mutande non c'entrano niente.