vecchio e nuovo

Luca Ricolfi interviene sulla Stampa con un pezzo (le armi a doppio taglio del PD), secondo me interessante, dedicato ai temi del rinnovamento politico e al presunto nuovismo di Veltroni.

L’articolo è ampio, impietoso, e parla sia di politica in senso stretto, sia delle problematiche berlusconiane più recenti.

Non ci troveremo delle proposte, perché quando si parla di politica, sono i politici a doverle avanzare, ma si registrano una serie di questioni che hanno a che fare con un solo punto: se di fronte allo sconquasso che attraversa il centro destra l’elettorato non si sposta in modo sensibile vuol dire che la proposta alternativa manca.

Sono particolarmente d’accordo con questa osservazione e infatti, da tempo ho smesso di appassionarmi ai discorsi quando, a partire dal linguaggio (molto pieno di vecchia scuola Pci), mi rendo conto che si ricama sul tutto e dunque sul nulla.

il fatto che il destinatario della presunta critica (Bersani) si complimenti con chi la formula (Veltroni), ci rivela più di qualsiasi analisi politica: il Pd di Bersani e quello di Veltroni si somigliano come due gocce d’acqua, e si somigliano per la semplice ragione che sono entrambi vecchi. Due organismi vecchi e stanchi, appesantiti da un linguaggio che non se ne vuole andare, un linguaggio ormai logoro, fatto di formule generiche e messaggi in codice, così in codice che i due contendenti possono persino sembrare d’accordo su tutto. Lo sono davvero?