Siamo onesti … – di Roberto Ceriani

Siamo onesti: Salvini è un grande politico. E’ riuscito a fare le stesse cose che Renzi aveva fatto qualche anno fa, con però il vantaggio di conoscere gli errori fatti dall’apripista e ora poterli evitare. Ha fatto fuori i vecchi bossiani, lasciandoli sopravvivere con la sola mission di non perdere i voti dei vecchi militanti. Ha conquistato enorme visibilità mediatica con un’abilità comunicativa analoga all’omonimo Matteo. Ha costruito e disfatto varie alleanze di comodo, mantenendo sempre chiaro l’obiettivo finale. Così si comporta un grande Generale.

Il suo punto debole è la carenza di Colonnelli di fiducia, cui delegare alcune responsabilità e con cui condividere il successo in corso. Se riuscirà a colmare anche questa lacuna, vincendo il delirio di onnipotenza sempre in agguato, eviterà di fare la fine di Renzi e di bruciare il suo partito in pochi anni. Per ora viaggia con il vento in poppa e lo dico con invidia: se lo merita.

Per i CinqueStelle questi 90 giorni sono stati una inaspettata immersione nel mondo reale, salutare per alcuni, traumatica per altri. Abituati com’erano a vivere in un mondo di sogni, capaci di confrontarsi solo con sé stessi e di ubbidire al Verbo di un pregiudicato e di un approfittatore ereditario, si sono trovati ad affrontare problemi di un mondo che non conoscevano, scontrandosi con una realtà un po’ diversa dalle fiabe.

Non è stata per loro una prova facile. Qualcuno non l’ha retta. Qualcuno sta facendo le valigie. Altri invece sono stati capaci di farsi le ossa. Nonostante sbandamenti, incertezze e contraddizioni, nel complesso sono usciti dalla prova un po’ ammaccati ma ancora abbastanza interi.
Qualcuno (Di Maio?) ha dimostrato alcune capacità politiche non prevedibili per un nullafacente della sua età. Altri (Di Battista?) hanno scommesso fino all’ultimo sul fallimento dell’impresa, per giustificare il proprio ritorno e la ripresa delle redini, presentandosi come salvatore della patria grillina; vista la mala parata è stato costretto a scappare scornato.

Hanno vinto loro. Questo hanno deciso gli elettori ed è giusto che governino. I più furbi faranno in modo di far dimenticare le ridicole promesse fatte a un elettorato ingenuo. I più ingenui cercheranno di realizzare il “contratto” e troveranno più opposizione nell’altra metà di Governo che nel Parlamento. Probabilmente non faranno grandi danni. Hanno imparato da Renzi la lezione fondamentale del popolo italiano: “Qualunque cosa fai generi dissenso. Se vuoi consenso continua a promettere ma non fare mai nulla, al massimo fingi di fare. Troverai sempre il modo di scaricare la tua impossibilità di agire su altri: i migliori candidati sono chi ti ha preceduto e l’Europa”.

Questo Renzi non l’aveva capito e si era illuso con il Governo del Fare. I nuovi inquilini saranno più furbi. A loro basta parlare di Governo del Cambiamento; per il Fare si può aspettare domani.

Non amo i CinqueStelle, ma riconosco che non tutti sono da buttare via. Probabilmente esprimono, in modo ancora confuso, un modo di fare politica più adatto negli anni 2000 di quello cui siamo abituati noi vecchietti.

Anche per questo penso che il PD abbia perso un’occasione quando Di Maio ha offerto al PD un momento di confronto, dopo il fallimento delle prime trattative con la Lega. Era un’occasione per obbligare i CinqueStelle a confrontarsi con alcuni problemi reali. Sarebbe venuto a galla il baratro che divide quei grillini con intenti costruttivi e capacità gestionali da quelli che vivono in una fragile bolla di sapone tenuta insieme dal rancore contro il mondo.

Questo errore del PD è lo stesso che negli anni ’90 i DS avevano fatto con l’emergente Lega Lombarda (quella che D’Alema giustamente definiva “il più grande partito operaio del Nord”). Averli emarginati era stato il migliore regalo a Berlusconi, che se li è trovati fra le braccia senza neanche averli cercati. Oggi il rifiuto del dialogo con i CinqueStelle è stato decretato da Renzi di fronte alle telecamere di Fazio. E’ stato l’ultimo (??) colpo di coda di un grande politico ormai sul Sunset Boulevard; un grande politico purtroppo incapace di chiudere il sipario alla fine dello show.

Buon 2 giugno a tutti!