la volpe e l’uva

La favola di Esopo dice: "« Una volpe affamata, come vide dei grappoli d'uva che pendevano da una vite, desiderò afferrarli ma non ne fu in grado. Allontanandosi però disse fra sé: «Sono acerbi». Così anche alcuni tra gli uomini, che per incapacità non riescono a superare le difficoltà, accusano le circostanze. »

La assemblea nazionale è iniziata con due ore di ritardo perché è nello stile di una certa politica mettere sestessi prima di tutto il resto. C'era da limare, c'era da trovare il compromesso migliore per non decidere e così, quando il Presidente Orfini ha dichiarato che il comitato di presidenza alla unanimità aveva deciso di rinviare ad altra data la discussione sul segretario, è stato sommerso dai fischi e la proposta presa alla unanimità ha avuto più di un terzo di voti contrari (il che la dice tutta sul rapporto tra il gruppo dirigente nazionale e il corpo dirigente del PD che incomincia a non poterne più.

E' un classico, quando non si ha una proposta, o si rinvia o si parla d'altro, o entrambe le cose. Quei mille delegati sono stati fatti venire a Roma anche con i soldi delle mie tessere e del mio 2 per mille, ma mi preoccupaq ancora di più il fatto che siano tornati a casa con la impressione di aver buttato via una giornata.

Me la sono sentita tutta a Radio Radicale e con la eccezione di qualche intervento di valore (da parte di delegati di base, di quelli che hanno solo quella occasione per prendere la parola) ci hanno spiegato che l'uva non è buona perché è acerba.

Particolarmente inefficaci sia la relazione iniziale di Martina, che ce la mette tutta per conquistare la leadership, ma non ha ancora capito che non basta dire ad ogni momento che dovete credermi, sia l'intervento di Renzi che evidentemente doveva parlare ma non poteva dire quello che ha in mente avendo partecipato alla decisione unanime di rinviare.

Sia Orlando, sia Cuperlo hanno proposto il ritorno a quel che fu mentre l'unico intervento da dirigente politico, intorno al tema delle sorti del PD, è stato quello di Piero Fassino

Mentre ascoltavo i primi interventi ho postato su Facebook la mia reazione a caldo. Eccola


Come ha detto Marco Campione nel suo intervento, se si sostiene che, per far emergere una leadership, bisogna che Renzi si faccia da parte vuol dire che questa leadership non esiste.

Ci sarà stata qualche ragione per rinviare il nesso tra linea politica e direzione del partito. Io non l'ho capita e dunque continueremo a pestare acqua.

Ma spero anche che la posizione di Renzi presentata da molti organi di stampa non sia quella di contrapporre a Martina Guerini. Il partito dei mister pastina.

Dalla crisi si esce con una proposta politica e non basta dire che dobbiamo rifarci ai valori del 2008 perché siamo nel 2018. Il segretario del partito deve essere quello che fa delle proposte su questi temi e che la pianta di dire che bisogna ritrovare il rapporto con gli iscritti e incomincia a farlo.

Avete presente il sito del PD e parlo della parte in cui bisogna essere registrati e iscritti? Niente politica, niente sondaggi per gli scritti, errori per quanto riguarda la registrazione degli iscritti (nel mio caso siccome negli ultimi due anni ho fatto la tessera nel Circolo sul sistema risulta che la ultima mia iscrizione risale al 2015).

L'ho scoperto perché ho cercato di iscrivermi per il 2018, visto che dal mio circolo nessuno si fa vivo dal novembre 2017. Il circolo non si riunisce da quando ha eletto la nuova segreteria ma non è possibile iscriversi nemmeno per via telematica. In compenso il sistema si è accorto che ero registrato con una carta d'identità ormai scaduta e mi ha chiesto di inserire i dati di quella nuova. Ma di fare la tessera per il 2018 non se ne parla.

Io ho l'impressione netta che il partito sia allo sbando sia al centro sia in periferia con un livello di disorientamento da tutti a casa. Peccato