Chi tocca la scuola muore – di Roberto Ceriani

Chi tocca la scuola muore. Questo l’hanno capito molto bene i nostri eroi chiusi in Conclave per scrivere la Storia d’Italia.

Sapevano bene quanti Governi sono caduti, o hanno perso consenso di massa, per avere avuto l’incoscienza di provare a riformare questo sistema scolastico, il cui impianto fondamentale risale al 1925, in piena fase creativa e innovativa del Fascismo.

Cosa potevano scrivere allora in un Contratto di Governo? Semplice: è bastato scopiazzare da vecchi documenti un po’ di banalità valide per tutte le occasioni, avendo grande cura a non toccare nulla che riguardi gli interessi dei docenti, le strutture educative, l’impianto formativo e le gerarchie interne.

Il punto 27 di questo contratto (fra chi?), pomposamente intitolato “UNA VERA BUONA SCUOLA”, è un capolavoro di nullità. Riesce a riempire 46 righe senza scrivere una sola frase diversa da quelle trite e ritrite che abbiamo visto negli ultimi 30 anni in decine di documenti sindacali, partitici e ministeriali.
A proposito, non viene mai nominato il Ministero: che abbiano intenzione di abolirlo? Se è così li voto subito.

In questo documento più vuoto degli spazi interstellari si parla molto degli insegnanti, delle graduatorie, del reclutamento… proprio le stesse frasi lette da sempre negli elenchi dei buoni propositi, senza mai fare alcun riferimento agli strumenti per realizzare questi presunti obiettivi.

Si fa un cenno alla territorialità degli insegnanti con la prudenza di non dire nulla di concreto per non perdere il consenso dei docenti del Sud.

Si parla di superamento della chiamata diretta senza fare alcun cenno alla VERA chiamata diretta; quella dei Presidi delle scuole paritarie che così riescono a determinare il punteggio dei futuri docenti delle scuole statali, al quale i Dirigenti pubblici dovranno poi sottostare con le famigerate graduatorie.

Si parla, come in qualsiasi documento che riguardi la scuola, di continuità dei docenti di sostegno e di formazione continua dei docenti, senza mai entrare nel merito di nulla per evitare di toccare interessi consolidati.

Si fa un cenno alle ipotetiche troppe ore di Alternanza Scuola Lavoro senza dire nulla su proposte differenti, ma solo ricordando che oggi l’ASL non preveda alcun controllo sulla qualità delle attività svolte, dichiarando così implicitamente di non conoscere nulla della scuola vera, cioè di non avere alcuna idea dell’enorme lavoro fatto da migliaia di docenti per seguire i ragazzi in ASL.

Vorrei fare un commento al capitolo scuola di questo “Contratto di Governo”, ma non ho idea di cosa scrivere. E’ impossibile commentare il vuoto assoluto.
Avrei preferito leggere cose che non condivido: mi sarei battuto per contrastarle. Così invece non c’è nulla di cui essere favorevoli o contrari. Nulla.

Se non ci credete, prima di addormentarvi leggete il documento che segue; è più efficace del conteggio delle pecore.


27. UNA VERA “BUONA SCUOLA”

La scuola italiana ha vissuto in questi anni momenti di grave difficoltà. Dopo le politiche dei tagli lineari e del risparmio, l’istruzione deve tornare al centro del nostro sistema Paese. La buona qualità dell’insegnamento, fin dai primi anni, rappresenta una condizione indispensabile per la corretta formazione dei nostri ragazzi. La nostra scuola dovrà essere in grado di fornire gli strumenti adeguati per affrontare il futuro con fiducia. Per far ciò occorre pertanto ripartire innanzitutto dai nostri docenti. In questi anni le riforme che hanno coinvolto il mondo della scuola si sono mostrate insufficienti e spesso inadeguate, come la c.d. “Buona Scuola”, ed è per questo che intendiamo superarle con urgenza per consentire un necessario cambio di rotta, intervenendo sul fenomeno delle cd. “classi pollaio”, edilizia scolastica, graduatorie e titoli per l’insegnamento. Particolare attenzione dovrà essere posta al problema delle maestre diplomate. Una delle componenti essenziali per il corretto funzionamento del sistema di istruzione è rappresentata dal personale scolastico. L’eccessiva precarizzazione e la continua frustrazione delle aspettative dei nostri insegnanti, rappresentano punti fondamentali da affrontare per un reale rilancio della nostra scuola. Sarà necessario assicurare, pertanto, anche attraverso una fase transitoria, una revisione del sistema di reclutamento dei docenti, per garantire da un lato il superamento delle criticità che in questi anni hanno condotto ad un cronico precariato, dall’altro un efficace sistema di formazione. Saranno introdotti nuovi strumenti che tengano conto del legame dei docenti con il loro territorio affrontando all’origine il problema dei trasferimenti (ormai a livelli record) che non consentono un’adeguata continuità didattica. 37 Un altro dei fallimenti della c.d. “Buona Scuola” è stato determinato dalla possibilità della “chiamata diretta” dei docenti da parte del dirigente scolastico. Intendiamo pertanto superare questo strumento tanto inutile quanto dannoso. Una scuola che funzioni realmente ha bisogno di strumenti efficaci che assicurino e garantiscano l’inclusione per tutti gli alunni, con maggiore attenzione a coloro che presentano disabilità più o meno gravi, ai quali va garantito lo stesso insegnante per l’intero ciclo. Una scuola inclusiva è, inoltre, una scuola in grado di limitare la dispersione scolastica, che in alcune regioni raggiunge percentuali non più accettabili. A tutti gli studenti deve essere consentito l’accesso agli studi, nel rispetto del principio di uguaglianza di tutti i cittadini. La cultura rappresenta un mondo in continua evoluzione. È necessario che anche i nostri studenti rimangano sempre al passo con le evoluzioni culturali e scientifiche, per una formazione che rappresenti uno strumento essenziale ad affrontare con fiducia il domani. Per consentire tutto ciò garantiremo ai nostri docenti una formazione continua. Intendiamo garantire la presenza all’interno delle nostre scuole di docenti preparati ai processi educativi e formativi specifici, assicurando loro la possibilità di implementare adeguate competenze nella gestione degli alunni con disabilità e difficoltà di apprendimento. La c.d. “Buona Scuola” ha ampliato in maniera considerevole le ore obbligatorie di alternanza scuola-lavoro. Tuttavia, quello che avrebbe dovuto rappresentare un efficace strumento di formazione dello studente si è presto trasformato in un sistema inefficace, con studenti impegnati in attività che nulla hanno a che fare con l’apprendimento. Uno strumento così delicato che non preveda alcun controllo né sulla qualità delle attività svolte, né sull’attitudine che queste hanno con il ciclo di studi dello studente, non può che considerarsi dannoso.