flussi, riflussi, indecisioni, polvere

Sul Corriere della Sera di oggi Renato Mannheimer analizza i giudizi e le intenzioni di voto degli Italiani. La partita non è decisa perché gli indecisi sono al 40% mentre tra chi si esprime le posizioni sono largamente immutate.

Il Pdl è al 30%, la Lega all’11%, il PD è sempre sul 24, S&L al 7 %. La maggioranza degli Italiani pensa che Berlusconi debba dimettersi ma questo giudizio non sarebbe unanime nemmeno dentro il PD. Ovvero ci sono aderenti a PDL e Lega che pensano debba dimettersi ed esponenti del PD che pensano debba andare avanti.

D’altro canto, soprattutto, i medesimi elettori – anche quelli potenzialmente più mobili e collocati al centro dello schieramento politico – non vedono alternative praticabili alla loro opzione precedente e finiscono, più o meno volentieri, con il confermare la loro fiducia al Cavaliere o, meglio, al Pdl, guardando magari ad altri leader al suo interno. Senza che l’opposizione o il terzo polo riescano a persuaderli. È questo il motivo per cui anche l’elettorato cattolico – che pure dovrebbe essere più sensibile agli ultimi avvenimenti – non appare avere mutato più di tanto le proprie preferenze.

Su Avvenire di oggi si giustappongono due articoli.

sospendete il giudizio

un articolo firmato da esponenti ciellini del PDL (Formigoni, Lupi, Mauro), ma anche da ex AN come Gasparri e Mantovano, e persino dagli ex laici convertiti come Sacconi e Quagliariello.

Chiediamo a tutti di aspettare, di sospendere il giudizio, di non farsi trascinare nella facile trappola del processo mediatico e sommario al Presidente del Consiglio, e chiediamo che si rispetti una vera presunzione di innocenza nei suoi confronti, finche’ il percorso di accertamento dei fatti sarà completato. Ve lo chiediamo non solo perché è un elementare principio di civiltà giuridica, ma anche perché noi all’immagine abietta del Presidente Berlusconi così come dipinta da tanti giornali non crediamo.

Noi conosciamo un altro Berlusconi, conosciamo il Presidente con cui abbiamo lavorato in questi anni, e che ci ha dato la possibilità di portare avanti battaglie difficili e controcorrente, condividendole con noi.

Aspettiamo che la polvere e il fango si depositino, diamo tempo alla verità e alla giustizia.

Rinnovata fiducia e calma e gesso. Manca una cosa: l’invito a Berlusconi a rispettare la magistratura e a rendere celeri i chiarimenti. Una cosa del genere oggi chi sta con Berlusconi non la può dire e nemmeno uno come Mantovano ha il coraggio di dirlo.

La metafora del depositarsi della polvere, fenomeno che, come è noto, è molto lento, la dice tutta. Aspettiamo.

Ieri ho letto una dichiarazione congiunta di Follini e Casini dedicata all’amico comune Totò Cuffaro entrato in carcere (da ex senatore ed ex presidente di regione) per una condanna definitiva: solidarietà umana e personale, certezza della innocenza, ma nessun invito a non rispettare la legge.

A me il punto pare questo: dai ciellini mi aspetteri qualcosa di più di una dichiarazione del tipo noi il Berlusconi del Bunga-Bunga non lo conosciamo perchè questa volta una cosa è chiara già prima del pronunciamento della magistratura: l’esistenza di fatti avvenuti e acclarati; e l’ultima novità è l’elenco dei bonifici.

chiarezza necessaria

A noi italiani, a tutti noi, comunque la pensiamo e co­munque votiamo, è dovuto almeno questo: un’uscita rapida da questo irrespirabile polve­rone. E ognuno deve fare per intero la propria parte perché questo avvenga con tutta l’indi­spensabile pulizia agli occhi dell’Italia e del mondo.

Questa è la conclusione dell’editoriale del direttore di Avvenire e questo è anche il mio auspicio:

  • processo rapido, che Berlusconi lo voglia o no
  • rinvio rapido al corpo elettorale visto che nel centro destra non emergono leadership coraggiose ed alternative; sia la campagna elettorale l’occasione in cui questo ceto politico (nelle sue 5 anime: PDL, Lega, terzo Polo, PD, F&L) sappia misurarsi con la necessità di proporre una credibile proposta di governo

Come è noto avrei preferito la continuazione del governo di centro destra che ha avuto consenso, ce l’ha ancora seppur in modo scricchiolante, perché non vedo in campo progetti alternativi. Ma di fronte allo sfascio umano della leadership, alla mancanza di coraggio dei generali e colonnelli, al sostanziale silenzio di forze come Confindustria che amerebbero dire, ma non dicono,  meglio costringere la classe politica a fare le sue scelte.