la macchina del caffé e i stelle – di Roberto Ceriani

Corridoio della scuola; 4 o 5 insegnanti davanti alla macchina del caffè si raccontano le solite cose fra una lezione e l’altra. “Non riesco a finire il programma. Che schifo l’ultima riforma. Quella collega è stata piantata dal marito. Qui cadono i calcinacci e vogliono comperare le LIM. Anche quest’anno quel collega si farà tre gite scolastiche. Sarebbe giusto obbligare tutti ad aggiornarsi. Quella studentessa va ad abortire proprio oggi che c’è il compito in classe. Guarda con che ortografia la Preside scrive le circolari. Bisogna ridurre il numero di studenti per classe. In Svizzera i docenti sono pagati il doppio di noi...”.

Frasi buttate là, senza chiedere permesso, che però nascondono pensieri importanti e problemi reali.

Anche se la maggior parte degli insegnanti discute con grande professionalità dei problemi della scuola, la macchina del caffè è ancora un momento di libero sfogo di pensieri momentanei. Si scambiano idee e proposte di lavoro, gossip, cazzeggi liberatori, tensioni represse, umori cupi, momenti allegri, preoccupazioni, crisi di sconforto, progetti didattici, problemi personali, frustrazioni professionali…

Che scuola sarebbe senza la macchina del caffè? Sembra solo una macchina, ma è una miniera di informazioni. Bisognerebbe nascondere un registratore dietro ai pulsanti, sbobinare le conversazioni e rielaborare i discorsi. Potrebbe uscirne un’indagine sociologica, un libro di successo, uno spettacolo teatrale o il Programma elettorale dei Cinque Stelle.
Non sto scherzando; ho letto il programma dei 5 Stella sulla scuola e sembra un condensato di discorsi da pausa caffè.

IL PROGRAMMA DEI 5 STELLE PER LA SCUOLA

Sono una trentina di pagine molto interessanti, presentate molto bene: un testo serio, paragrafato, con una veste grafica rigorosa e professionale. L’impostazione del documento è tradizionale: problemi generali, analisi dell’esistente, individuazione di aspetti critici, proposte di intervento specifiche. E’ un buon programma di un partito tradizionale.

Il contenuto è una riproposizione dell’esistente con qualche miglioria organizzativa; come i programmi di qualsiasi partito. In alcune parti sembra un testo scritto vari anni fa (lotta contro la Riforma Gelmini e i relativi tagli lineari ai finanziamenti per la scuola ordinati da Tremonti – c’è scritto proprio così!!).

In altre parti si esprimono esigenze che verrebbero in mente a chiunque parlando con gli amici: ridurre il numero di studenti per classe, fare a scuola più attività motorie e artistiche, contrastare il bullismo, insegnare l’Inglese ai bambini…

Il testo contiene proposte che non hanno nulla di populistico, anzi sembrano scritte dal più renziano dei funzionari ministeriali: assumere più Dirigenti Scolastici e più Ispettori Ministeriali, attribuire ruoli di direzione intermedia per i docenti, aumentare gli stipendi per il personale ATA, aumentare il Fondo di Istituto delle scuole, rendere obbligatoria la formazione professionale dei docenti, chiedere più fondi europei (proprio così! …forse abbiamo dei neoVaffa europeisti).

Questi ex oppositori, oggi in attesa di imprimatur dal Quirinale, si esprimono favorevolmente persino alla valorizzazione economica dei docenti conseguente a una valutazione professionale (viene da chiedersi perché hanno votato contro la Buona Scuola), ma misteriosamente propongono l’abolizione del Bonus per i docenti, forse pensando a una valorizzazione basata su simpatiche pacche sulle spalle!

Queste richieste di buon senso (in buona parte già realizzate da Renzi nonostante il loro voto contrario) sono moderate da alcune parole d’ordine di facciata, necessarie per rivendicare una storia di oppositori e per ripetere slogan ormai entrati nel senso comune (no alla “chiamata diretta”, ripristinare le supplenze brevi, ecc.).

Altre “proposte di innovazione” del loro Programma fanno sorridere per la tenerezza e l’ingenuità di chi non si è accorto di proporre quello che centinaia di scuole già fanno senza alcun bisogno di input ministeriale (portare fuori gli studenti dalle aule per fare lezione nei parchi e visitare mostre e officine artigianali – c’è scritto proprio così!).

La cosa sconcertante di questo sedicente Programma è la totale assenza di qualsiasi idea innovativa di un sistema scolastico ormai non più sostenibile.
In questo però, purtroppo, sono in buona compagnia di tanti partiti, sia conservatori sia progressisti, ormai tutti votati a celebrare l’esistente, dilatando il presente come unica realtà possibile.

LORO GUARDANO AVANTI. E NOI?

Forse il segreto del successo dei 5 Stelle è proprio questo: saper trasformare in parole scritte o discorsi televisivi quello che qualsiasi cittadino già dice sottovoce al bar o davanti alla macchina del caffè.

Su questo terreno sono molto più bravi del vecchio Berlusconi degli anni ’90, che faceva la stessa cosa solo dopo aver letto decine di tabelle di costosi sondaggi. I Cinque Stelle invece non spendono soldi nei sondaggi; a loro basta orecchiare quello che scrive la gente su qualche blog e loro lo ripetono in Carbon Copy nei loro “programmi”.

Non sottovalutiamo però questo modo di fare. Sono persone serie e vanno prese sul serio. Sono un normale partito politico, con correnti, gerarchie, lotte di potere, arrivisti, buoni e cattivi. Hanno capito che la loro parabola è giunta al vertice e che li aspetta un futuro discendente che oggi devono pensare come gestire.

L’allontanamento dello Sbandato del Clic, che dopo la fase eroica del Vaffa era ormai una zavorra ingombrante, è il segnale più evidente di questa trasformazione simil-democristiana, ma probabilmente la vera trasformazione è molto più profonda. Saremmo sciocchi a ignorarla.