purtroppo, siamo qui

Siamo nella merda ed è sgradevole pensarlo; ancora di più dirlo. Ma ci sono dei casi in cui dire la verità non è volgare e costituisce un servizio al proprio paese. Lo capirete leggendo il seguito.

Prima che si arrivasse al redde rationem di metà dicembre sono intervenuto più e più volte per riflettere o ricercare una possibile soluzione non propagandistica, ma realistica.

Berlusconi ha sistematicamente affossato ogni ricerca di via onorevole d’uscita  che permettesse ad una maggioranza, ancora solida sul piano del consenso elettorale, di uscirne con un’operazione di rigenerazione.

Si è scelto invece di arrivare alla conta e la fiducia aritmetica è stata ottenuta. Ma a quale prezzo.

Non è cambiato nulla e viene da ridere a pensare che oggi si è costituito il gruppo parlamentare dei responsabili, leggi Scilipoti, quello che è uscito dall’Italia dei alori perché in dissenso sulla agopuntura.

Poiché la battaglia sulla impossibilità di governare con due o tre voti di maggioranza l’ho fatta in tempi non sospetti, ai tempi di Prodi, e senza attendere Turigliatto l’ho ribadito di fronte ai problemi posti dalla ottura con Fini.

Nel 2006 il centro sinistra decise di interrompere una consuetudine molto civile che aveva portato esponenti di grande valore del PCI alla presidenza di una delle due camere: parlo di Pietro Ingrao, Nilde Jotti e Luciano Violante. In pieno scontro con Berlusconi e in presenza di un risultate elettorale di stretta misura, il centro sinistra invece di impostare una grande coalizione o tornare alle urne, scelse la linea della autosufficienza come si ostina a fare oggi Berlusconi.

Oggi mi sono letto a spizzichi e bocconi le oltre 300 pagine di squallore delle intercettazioni; perché naturalmente sono ormai disponibili in rete. Povertà mentale, culturale, lessicale, ideale, dei personaggi che contornano Berlusconi (tanto i collaboratori quanto le fighette). Ne sono uscito con un senso di tristezza infinito perché i fatti ci sono, ma quello che ti colpisce è il degrado, l’idea che personaggi del genere contornino il Presidente del Consiglio. Leggi e ti viene da dire: ma qui serve uno scudo per le istituzioni, qualcosa che impedisca al letame di avvicinarsi alla Presidenza del Consiglio. Una prevenzione vera, altro che la impunità.

Mi sono convinto di una cosa che mi frulla in testa da tempo: il problema prima che giudiziario, è morale e ha a che fare con la distruzione morale e intellettuale dell’Italia.

Nel blog di ieri citavo la squallida comparsata fatta fare a Francesco Nuti da Barbara d’Urso. La trasmissione è stata sospesa da Mediaset, non per lo squallore e l’indignazione suscitate, ma per problemi di audience.

Sempre ieri, mentre preparavo una torta per il Consiglio di Istituto, ho avuto modo di ascoltare La vita in diretta con Mara Venier e il tono era lo stesso di Barbara d’Urso. Abbiamo il grande fratello, amici, l’isola dei famosi, la vita in diretta, chi l’ha visto?Giletti e poi ci meravigliamo dello stile di vita dei personaggi che contornano Berlusconi?

In dialetto si direbbe ‘ndì a laurà (andate a lavorare) e per questa ragione io spero che qualcuno, dalle parti delle stanze del potere, ci ripensi e capisca che quello che stiamo vivendo è tutto tranne una grande rivoluzione liberale.

Poiché il blocco di centro destra è tutt’altro che un mondo di plastica, auspico che sia il mondo degli imprenditori a ribellarsi e a dire, a qualcuno di quei signori che oggi non hanno nemmeno il coraggio di vergognarsi, di dire basta. Magari ci starebbe bene anche un intervento forte della Chiesa Cattolica perché, come osservava Jena, papa Ratzinger ha perso un’ottima occasione per non stare zitto. Ma a leggere l’Avvenire e Famiglia Cristina sembra che ci si stia muovendo contro degrado e squallore.

Pensate alla indignazione di Paolo Mieli ieri sera a Ballarò. Se invece volete immergevi nell’abisso leggettevi questa crinaca della comparsata di Ruby alla trasmissione di Signorini Ho sempre inventato una vita parallela. Come diceva Marx: dissociati di tutto il mondo unitevi.

Domanda: e la Lega?