Un mese in Vietnam – di Roberto Ceriani – 15 China Beach un salto nel passato

Fa un gran caldo. Cammini sudato sotto un sole cocente con la maglia fradicia di sudore, come se fossi uscito vestito dalla doccia. Entri in un bar qualsiasi e, prima ancora di avere ordinato da bere, ti portano un piccolo asciugamano quadrato, grande quanto un fazzoletto, conservato a mollo in frigorifero nell’acqua fredda. È una super salviettina rinfrescante con cui ti lavi la faccia, il collo, le braccia. È un regalo che ogni volta sembra una sorpresa!

Succede così quasi ovunque. Non è una gentilezza: è un biglietto da visita con cui ti accolgono con un sorriso, prima ancora che tu possa parlare. Forse dovrebbero provarlo quei manager aziendali che parlano tanto di strategie Client Oriented.

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Gli americani la chiamavano China Beach. È la lunghissima spiaggia sull’Oceano lungo il tratto fra Hoi An e Da Nang (dove c’era la grande base USA). Qui, fra un combattimento e il successivo, venivano a riposarsi i soldati, in una zona abitata dai fidati Ciam.

I Ciam sono un popolo che da secoli rivendica la sua autonomia, quindi erano eterni nemici del Nord Vietnam. Gli americani se li fecero subito alleati in quanto nemici del loro nemico. È ancora oggi la loro migliore strategia per perdere…

Da questa spiaggia di sabbia bollente si guarda lo stesso Oceano che dall’altra parte bagna le coste americane del West. È facile immaginare quei soldati che guardando il mare cantavano California Dreaming, sapendo che il loro Paese era spaccato in due, pochi compatrioti li sostenevano, tanti coetanei fuggivano in Canada o in Europa. Pensavano che solo a loro, i più sfortunati o i più poveri, toccava la sorte di rischiare la pelle per una causa in cui non credevano più.

Sopra le loro teste volavano i bombardieri partiti dalla vicina Da Nang. Loro li guardavano da China Beach sapendo che non tutti quegli aerei sarebbero tornati alla base e già pensavano alla fine della licenza che li avrebbe allontanati da questa spiaggia assolata, per tornare in mezzo a una risaia a uccidere per non essere uccisi.

Anche noi, nella vecchia Europa, pensavamo a quei ragazzi che come noi amavano i Beatles e i Rolling Stones. Sembrava tutto semplice: i buoni di qua, i cattivi di là. Quando incontravamo un disertore fuggito in Europa lo accoglievamo come un eroe e ascoltavamo i suoi racconti sulle proteste contro la guerra che invadevano, e talvolta insanguinavano, le Università americane.

Oggi non è facile spiegare ai giovani (ma esistono i giovani, oggi? Sono un categoria sociale o un semplice gruppo anagrafico?) cosa significava gridare nelle nostre piazze “Avola, Pisa, Battipaglia, Università di Kent”. Era quella una sintesi che ha fatto crescere una generazione intera.

I soldati americani che si riposavano su questa bellissima spiaggia invece non potevano capire questa sintesi che per noi era fondamentale; loro avevano ben altro cui pensare!

Oggi su questa stupenda spiaggia trovi ombrelloni di bambù e paglia, ti danno grandi sdraio in riva all’Oceano per 2 euro al giorno e, se spendi altri 2 euro, ti portano una spremuta d’arancia ghiacciata fino sotto l’ombrellone. Forse era proprio qui che veniva a riposarsi quel ragazzo che come me amava i Beatles…


(15 continua)  trovate qui le diverse puntate 1) Il museo della rivoluzione2) Le case verticali3) La lingua4) La guerra di Indocina5) Il popolo delle montagne – 6 I turisti e la lingua inglese7 Lo zio Ho8 Un salto in Cambogia9) Hotel cambogiani – 10) Hue cibo di strada e sicurezza – 11) Hue la fotofobia  – 12) Hue la Cittadella – 13) L'autobus notturno verso Ha Lang e le fabbriche – 14) Hoi An e il sito archeologico di My Son