Monticiano – la nave ha lasciato il porto
Venerdì 30 giugno si è ufficialmente insediato il nuovo consiglio comunale e, visto il carattere epocale dell’evento, mi sarei aspettato da parte della nuova maggioranza il minimo sindacale e cioè un intervento programmatico del Sindaco seguito da quello dei due assessori. Non è stato così e solo la minoranza si è limitata ad intervenire con un breve intervento scritto dal quale compare la volontà di non contrapporsi in maniera precostituita.
Nel corso della serata, oltre ad alcuni adempimenti burocratici, obbligatori, ma secondari, sono state comunicate la composizione della giunta (con le deleghe attribuite), i capigruppo (Giorgini e Bartalucci) e votate le designazioni per l’assemblea della Unione dei Comuni, oltre al Sindaco, Giorgini (Insieme) e Bartalucci (Progetto).
Ha detto Bartalucci:
Noi non voteremo no a priori e non vogliamo bloccare la macchina comunale … scegliendo di fare un'opposizione seria, se necessario decisa ma mai prevenuta. … Saremo vivi, sempre sui problemi e sempre disponibili a cercare soluzioni.
Cercheremo di evitare l'isolamento del nostro comune lavorando come promesso con tutte le istituzioni, dalla Regione , alla Provincia, all'Unione dei Comuni. Non ci appartiene la cultura della denuncia, del sospetto. Noi vogliamo, definitivamente, che si volti pagina. Saremo intransigenti sul rispetto delle regole sia per quanto riguarda l'amministrazione, che le associazioni del territorio comunale. Avremo come faro del nostro mandato il perseguimento della legalità. Il nostro compito non è solo quello di vigilare come sarà amministrato il nostro comune, ma soprattutto quello di ricucire, di ricostruire una” normale dialettica “ tra maggioranza ed opposizione ed un rapporto con le forze vive del nostro comune …. Nell'esercizio democratico vogliamo promuovere la partecipazione ed il confronto con tutte le forze vive operanti nel territorio. Cercheremo, in ogni modo, di mantenere tutta la popolazione costantemente informata.
Mi rendo conto che i nuovi venuti si stanno facendo un bel mazzo per far fronte ai problemi che emergono quando si verifica un passaggio di consegne (vale per tutti il ritardo colpevole della macchina comunale nel predisporre contratti e bandi per i centri estivi) e per fare una ricognizione analitica delle questioni aperte e dunque spero che la scelta di un insediamento minimalista venga superata dedicando il prossimo consiglio comunale ad una disanima dei problemi e alla messa in campo delle soluzioni che si intende proporre (le cose che si pensano di fare nel primo anno di amministrazione su rilancio del territorio, partecipazione, macchina comunale, campo Romito, Petriolo).
Gli assessori sono Alessio Serragli (vicesindaco) e Lucia Ganozzi entrambi con una bella sventagliata di deleghe.
• A Serrragli urbanistica, lavori pubblici, patrimonio, personale, attività produttive, scuola, sport, turismo
• A Ganozzi ambiente, sanità, sociale, associazionismo, politiche giovanili, cultura, società partecipate
Il Sindaco ha tenuto nelle sue mani Protezione civile, affari generali, bilancio e tributi confermando l’intenzione di fare il coach di una squadra più che il responsabile diretto di alcune problematiche.
I miei sono pensieri in libertà e dunque osservo, in dissenso, che nella scelta degli assessori è stata fatta una scelta a favore dei due filoni intorno cui si è costituita lista sacrificando alcune professionalità presenti nel gruppo e che si erano ben evidenziate in campagna elettorale (mi riferisco, per esempio, ad Orlandi e a Poggioli). Inoltre a Monticiano lo sviluppo economico si chiama bosco-turismoambientale-turismomonumentale-ambiente-caccia e lo ritroviamo diviso tra due assessori.
Vista dall’esterno, con l’aggiunta di Giorgini come capogruppo, la scelta mi appare interna ad una logica di continuità più che di innovazione. Ma se si terrà fede a quanto sostenuto prima del voto, ci sarà modo di recuperarle attraverso deleghe non formali nell’abito di quanto consente lo statuto del comune. In proposito mi chiedo, per agevolare la assegnazione di incarichi tematici ai consiglieri, se non sarebbe stato meglio mantenere alcune deleghe direttamente nelle mani del Sindaco.
Sulla questione della Unione e dei Comuni è intervenuto Francesco Petrini (Progetto) ribadendo cose che aveva già sottolineato in campagna elettorale:
Intendo sollecitare i consiglieri nominati a rappresentare il comune nell’Unione dei Comuni della Val di Merse ed il Sindaco in qualità di membro di diritto della giunta della stessa, a lavorare ed adoperarsi al fine di svolgere al suo interno un ruolo sempre più da “attori principali” e non sole comparse inattive e prive di peso.
Il nostro comune dovrà diventarne protagonista principale, e svolgere azione di stimolo e di indirizzo. Dobbiamo acquisire un ruolo chiave al fine di migliorarne la funzionalità, e permettere a tutti i cittadini, del nostro comune di aver ben visibili ed usufruibili, quei benefici che possono scaturire da una sana e proficua azione dell’ente stesso.
Mi auguro che la maggioranza, si impegni e si adoperi in questo indirizzo, senza addentrarsi in percorsi isolazionisti, che a mio e nostro avviso potrebbero solo essere deleteri per questo comune. Un comune piccolo e disagiato economicamente che si potrebbe ritrovare in spiacevoli e non auspicabili ulteriori difficolta.
Se l’ente e la sua azione sono ritenute non efficaci e sterili per il nostro comune, la soluzione non deve essere la sua disgregazione o l’isolamento, ma l’impegno e la forza di saper agire dal interno al suo miglioramento e alla sua crescita.
Rimane una questione grossa come un casa cui non dovranno dare risposte tanto gli esponenti della nuova maggioranza ma gli altri tre sindaci con le relative rappresentanze. Quali novità concrete, quali aperture si faranno verso Monticiano? Si farà un cronoprogramma delle azioni da intraprendere per superare l’attuale situazione di stallo e per fare della Unione una struttura di servizio vero per i 4 comuni? Petrini auspica e, in campagna elettorale, si è spinto più in là sottolineando che collaborare, avere un atteggiamento non conflittuale, non vuol dire farsi prendere in giro.
La vera novità è che, con il cambio di maggioranza, Monticiano dispone di una Golden share che consentirà di avere qualcosa in più delle promesse. La cosa mi ricorda il recente atteggiamento del governo italiano sulla questione dei migranti salvati da navi delle ONG che non battono bandiera italiana. Dice l’Italia all’Europa, attenti signori perché la situazione è insostenibile e se si continua così si chiuderanno i porti. A buon intenditor poche parole.
Dopo il Consiglio Comunale sono arrivate tre interrogazioni da parte di Progetto Monticiano. Questo improvviso risveglio mi fa piacere perché, se dovesse continuare, segnerebbe, da parte del centro sinistra, un risveglio di iniziativa politica su cose che, quando andava bene, si conoscevano al direttivo del PD (ma con il vincolo di riservatezza).
Esemplifico con la terza che riguarda un progetto di Acquedotto del Fiora per il potenziamento degli acquedotti di Chiusdino e Monticiano con afflusso di acque provenienti dall’alta val di Cecina che, scrivono gli interpellanti, potrebbe determinare il rischio di avvelenamento da arsenico. Interroga il sindaco e la giunta per sapere quali iniziative intenda intraprendere l'amministrazione per garantire la massima salubrità dell'acqua potabile nel comune di Monticiano.
Questi progetti in ambito pubblico, per banali ragioni dimensionali e di investimento, non nascono dall’oggi al domani, e dunque di fronte alla interpellanza osservo:
- visto che Monticiano nomina, su designazione della amministrazione, cioè del PD, i suoi rappresentanti negli organismi direttivi di Acquedotto del Fiora, forse, nel merito della questione, loro sono più informati del sindaco Colozza
- come mai questa faccenda salta fuori dopo le elezioni? Bartalucci e Becucci l’hanno saputo dopo l’11 giugno o prima ha prevalso la riservatezza?
- L’arsenico è comparso solo dopo l’11 giugno?
E vengo alle altre due interpellanze entrambe dedicate alla possibilità che sul monte Quoio, in località Podere il Canile, si apra una azienda faunistico venatoria. Non tratto qui della apertura di una centrale termica a biomasse, del tipo di quella realizzata in comune, al servizio del podere perché non ho gli elementi quantitativi e ci tornerò sopra in altra occasione, mi interessa invece la mobilitazione guidata dalle squadre di caccia al cinghiale contro il progetto di azienda. Ne ho trattato in mettere il carro avanti ai buoi e ci torno sopra volentieri:
- una azienda faunistico venatoria è un’area di proprietà privata in cui l’attività venatoria si esercita in maniera regolamentata e controllata dalla azienda stessa (come avviene con la tenuta de Il Santo); nella interrogazione si dice che l’area sarebbe di 800 ettari; è tanto, ma ricordo che il comune di Monticiano conta più di 11 mila ettari a bosco per il 90%
- dal punto di vista regolamentare si tratta di questioni sottoposte a vincoli e controlli regionali e di quelli mi fido, ma non mi sta bene che si accampino presunti interessi turistici da salvaguardare; se la cacciata in braccata fa venire gente da fuori nei periodi di bassa stagione perché non potrebbe fare di più una attività analoga gestita in maniera imprenditoriale?
- è opportuno che la amministrazione comunale si attivi e svolga un ruolo di mediazione a condizione che sia chiaro che le categorie da coinvolgere non sono solo i cacciatori che operano in braccata, ci sono gli altri cacciatori ci sono gli operatori turistici, ci sono i progetti imprenditoriali, c'è il problema dello sviluppo di questo territorio
- non è vero che di ungulati ce ne sono pochi; i dati dicono il contrario; è vero in tutta Europa ed è erissimo nel senese; la cosa di cui si discute è quella degli abbattimenti selettivi (con la carabina) e della estensione dei periodi di caccia mentre, ed è bene dirselo, la tradizione della braccata è in crisi e decremento sull'intero territorio senese
Chiudo con una considerazione amara: sono passate tre settimane dalle elezioni e il mio partito, il PD, non ha ancora convocato una riunione di valutazione del risultato e delle cause della sconfitta. Dietro quel risultato ci sono, secondo me, diverse cause:
- un grave ritardo di iniziativa politica; si è iniziato a parlare di elezioni, di programma e di squadra solo dopo che, a febbraio, la Sindaca uscente ha comunicato la sua indisponibilità, mentre chi ha vinto ha lavorato su programmi e persone per due anni (e lo si è visto bene in campagna elettorale nei profili delle persone e nella maggiore o minore precisione delle proposte)
- la mancanza di un bilancio sui 5 anni della amministrazione uscente e la ambiguità sul tema continuità rottura per la serie dico e non dico
- il non aver capito che non sarebbe bastato, anzi sarebbe stato controproducente, accusare gli altri di essere una lista di destra e invece lo si è fatto senza capire che si sarebbero persi dei voti perché l'epoca degli spauracchi è finita; c'era una novità e si è preferito chiudere entrambi gli occhi sventolando la bandiera del centro sinistra
- l’aver scelto di aprire ad una ipotesi di lista civica che servisse a riconquistare fette di elettorato che si era gradualmente allontanato e che non era disponibile alla minestra riscaldata degli indipendenti di sinistra, salvo poi, quando si trattava di fare sul serio, fare macchina indietro senza nemmeno avere il coraggio di presentarsi pubblicamente a motivare il cambio di strategia. Il PD ha deciso per conto suo e voila è comparsa la lista politica di centrosinistra. Cerano da riconquistare almeno una cinquantina di voti e si è scelto invece di fare una campagna elettorale basata sul marchio e sui personaggi politici di contorno; così si sono persi altri voti
Ma adesso guardiamo avanti che di cose da fare ce ne sono tante.