daspo; mi piacerebbe che …
In questo mese sono accaduti numerosi episodi di violenza organizzata e da parte del ministro Maroni è venuta la proposta di estendere il daspo anche al di fuori delle manifestazioni sportive.
d.a.spo. è un acronimo e sta per divieto di accedere alle manfestazioni sportive. Dice Maroni che funziona bene e la proposta del sottosegretario Mantovano di estenderla alle manifestazioni di piazza potrebbe essere presa in considerazione.
Vale la pena di discutere di estensione del daspo? Io penso di sì: si tratta di predisporre misure che non violino il diritto costituzionale alla manifestazione del pensiero e che nel contempo siano efficaci.
Lo scoglio è naturalmente quello del chi fa cosa. Leggo che Violante fa una cauta apertura ma precisa che la decisione deve essere presa dal giudice e ci mette dodicimila distinguo: «può essere uno degli effetti della condanna nei confronti di chi è stato individuato e condannato per atti di violenza durante delle manifestazioni». Il divieto può essere usato «anche come misura cautelare, se applicata da un giudice, ma in generale sarei molto preoccupato, perchè il diritto di manifestare è un diritto costituzionale, quello di andare a vedere una partita di calcio no».
Vediamo di mettere giù qualche ragionamento: le misure preventive sono costituzionalmente legittime?
La Corte Costituzionale ha già detto di sì. Non stiamo parlando delle retate preventive degli anarchici di inizio 900; stiamo parlando della possibilità di escludere (per esempio attraverso l’obbligo della firma) in via preventiva dalle manifestazioni chi sia stato colto precedentemente in situazione pericolosa.
Badate bene che non stiamo parlando di uno che ha gridato abbasso Berlusconi; stiamo parlando di uno beccato a lanciare i cubetti di porfido, a sparare i fumogeni, a sfasciare le vetrine, ad incendiare le macchine.
Se le misure preventive sono legittime chi deve emanarle? Se devono essere tempestive e efficaci non può che trattarsi di una misura amministrativa di tipo temporaneo e dunque la emette l’autorità di polizia e lo può revocare eventualmente il giudice. Lo stesso giudice potrebbe renderle permanenti in occasione delle prime fasi del procedimento giudiziario (se si porrà in essere in tempi decenti)
Come già fatto per la violenza negli stadi, va esteso il concetto di flagranza per dare il tempo di effettuare fermi dopo che siano stati effettuati gli opportuni accertamenti sulla base di foto e riprese TV.
A proposito del legittimo diritto a manifestare è lecito presentarsi in modo organizzato ad una manifestazione convocata da altri e impedire che ssa si svolga in modo ordinato? Ciò nulla ha a che fare con il diritto al dissenso e dunque va impedito.
C’è poi, e l’ho già scritto, la necessità di un cambiamento di mentalità. Le forze di polizia sono viste come amici che mi aiutano nell’esercizio di un diritto costituzionale o sono nuovamente dei camerata basco nero il tuo posto è al cimitero o ancora stanno in una specie di Limbo del tipo nè con te nè contro di te?
Si tratta di una questione fondamentale, soprattutto per chi le manifestazioni le organizza, intende protestare ma non intende organizzare nè il saccheggio nè la guerriglia urbana. Se questi movimenti non sono in grado di darsi un proprio servizio d’ordine, se quando ce l’hanno rischiano che gli sfugga di mano (episodio del casco usato come clava) è proprio il caso che siano più collaborativi nel definire percorsi e tutele insieme alle forze dell’ordine.
Quello che mi interessa è che le forze dello schieramento progressista, anche in questa occasione, non si rivelino, agli occhi della opinione pubblica, il solito incrocio di impotenza in nome dei diritti perché poi le misure eccezionali da impopolari si trasformano in popolari e basta sentire La Russa da una parte e Gasparri dall’altra per capire come la smania ci sia e come si accompagni alla incapacità di governare.