che tristezza
L’intervista a Nadia Macrì sulle serate ad Arcore e in Sardegna me la sono sentita in tempo reale prima di pranzo e mi ha riempito di tristezza.
Avevo deciso di lasciar perdere; poi ho visto che i quotidiani nazionali la rilanciano, che Ghedini afferma che è tutto già notorialmente falso, e allora dico la mia.
Mi ha intristito sentire una ragazzina (lo è sul piano mentale) raccontare:
– degli abbordaggi dal capo delle guardie di Lele Mora,
– della disinvoltura nell’affermare che in fondo 5’000 euro fanno comodo,
– della emozione all’idea di andare dal Presidente,
– del Presidente che gli avrebbe detto al telefono sono il sogno degli italiani, sono il presidente,
– della prima serata ad Arcore gratis perché era una presentazione nonostante avvenisse dopo il doppio filtro di Lele Mora prima e di Emilio Fede poi,
– delle fasi successive (non più gratis), di cui non si parla perché le indagini sono in corso, in cui può anche capitare di prendere 5’000 euro per fare le belle statuine (e questo l’ha già ammesso in più occasioni direttamente Berlusconi).
Consiglio a chi mi segue nel blog di risentire l’intervista invece di leggere i resoconti giornalistici perché bisogna sentire l’ordinaria imbecillità in cui siamo precipitati.
- Se è tutto falso Berlusconi va fatto santo. Ma prima deve chiudere il letamaio mediatico che corrompe i giovani (e produce personaggi come la Macrì) e andare a fare il volontario alla Caritas (dia almeno dei segnali invece di fare la vergine dai candidi manti di cui parlano le canzonace della goliardia)
- Se è vero anche solo l’1% di quello che si racconta deve dimettersi e andare a fare il volontario dove gli pare; purché sia un posto in cui si incontra il mondo vero di chi soffre e si ritrova solo in questo mondo di plastica; così di plastica che poi non si riesce neanche a smaltire.