neve (?) – governo ladro (?)

neve dicembre 2009

Tendenzialmente non appartengo alla categoria dei piove governo ladro ma avendo scelto, in questi giorni, di non intasare le strade già sofferenti per neve ho fatto qualche esperienza di uso dei mezzi pubblici in situazione d’emergenza:

21 dicembre

Ho un impegno istituzionale a scuola nel pomeriggio in coincidenza con la nevicata. Quando finiamo alle 16.30 me ne vado in stazione a piedi (600 metri). Macchine in tilt mentre a piedi si procede spediti.Alle 17 c’è la litto il trenino diesel della Brianza. Vagoni strapieni ma il treno c’è. Si parte e si fa Monza-centro Monza-Sobborghi. Tutto bene a parte il caldo e il pigia pigia.

Il treno riparte, fa 50 metri e si ferma in mezzo al passaggio a livello di via Bergamo. Un quarto d’ora fermi (senza sapere il perché) poi si riparte.

Decido di scendere alla prossima stazione (Villasanta) e non alla seconda (Buttafava) per non rischiare. Mi faccio un chilometro e mezzo a piedi sotto la neve con le macchine che iniziano a impazzire. La neve sui marciapiedi è ancora poca e si cammina.

22 dicembre

Ci sono tra 30 e 40 cm di neve; me ne vado a piedi alla stazioncina di Buttafava; cartello con gli orari stracciato e un freddo becco. Che Dio me la bandi buona.

La macchinetta obliteratrice è fuori uso da mesi e mi accorgo di non avere una biro per vidimare il biglietto. Dopo un quarto d’ora di solitaria attesa arriva la litto e passo di colpo da meno 5 a più 35. Salgo e vado sulla prima carrozza; tolgo il cappello e decido di andare dal capotreno (di fianco al macchinista) a farmi vidimare il biglietto chilometrico.

Davanti a me c’è una ragazza cui rifilano un resto lunghissimo in monetine; ho un po’ di fretta perché temo l’assalto alla stazione di Villasanta; passo il biglietto e dico Buttafava Monza; il capotreno farfuglia Buongiorno; io non capisco la sottigliezza e dico sa non avevo la biro; lui ripete Buongiorno e allora capisco; dò il mio Buongiorno e mi becco il primo cazziatone della giornata; potrei osservare che la macchinetta è rotta da mesi oppure che forse era lui a dover passare nei vagoni (visto che la macchinetta è rotta) ma decido che è meglio avere un capotreno che esige il Buongiorno (è la stessa Italia in cui credo anche io).

  • Si arriva a Monza e vai sotto la neve verso l’Hensemberger. Si può camminare solo in strada. Automobilisti che ti schizzano. Domani porto la sciarpa.
  • Passo in succursale e i miei bidelli stanno spalando per fare almeno un passaggio pedonale
  • Arrivo in sede e anche lì si sta spalando: avevo raccomandato il giorno prima di preparare pale e sale e così almeno il marciapiede è pulito.
  • Pomeriggio torno in stazione; prendo la Litto sino a Buttafava; sono le 17.30 ed è buio. Purtroppo non mi sono ricordato di andare sull’ultimo vagone, quello che apre sul passaggio a livello; così scendo e finisco dentro 40 cm di neve fresca che va sotto i pantaloni ed entra nei tronchetti (che bella la neve nelle calze). Mi torna in mente il capotreno del mattino (quello del buongiorno) e mi dico “un buongiorno in meno e un cenno di spalatina in più?” Il tratto fino a casa è brutto (tratto extraurbano e buio con gli automobilisti che se ne fregano se passando in velocità ti schizzano; va già bene che non ti investono).
  • A casa vedo i servizi su Milano nel caos e penso: beh è andata bene.

23 dicembre

Mi sveglio presto e scopro che a Milano Centrale sono saltate le linee elettriche; vado sul sito di Trenitalia ma non trovo nulla; la litto è un diesel ma decido che, visto lo stato migliore delle strade, è meglio lasciar perdere i treni, prenderò l’autobus (è presto e le scuole sono chiuse, dovrebbe andar bene).

  • Sono le 7 e l’edicolante mi dice che l’ultimo autobus l’ha visto alle 6. Prendo il giornale e mi metto nel piazzale sgombrato dalla neve; il cartello con gli orari è a 4 metri sepolto da un metro e mezzo di neve di riporto; se hanno comunicato qualcosa, comunque non lo saprò mai. Mi fido e aspetto. L’autobus arriva; è in ritardo perché all’altro capolinea un automobilista furbo gli ha messo la macchina davanti e se ne è andato. Viaggio sino a Monza ottimo. Viaggio a piedi sino a scuola, normale a parte gli schizzi e le pozzanghere d’acqua enormi in vicinanza dei marciapiedi. Cerco su Internet orari e fermate per il ritorno ma sia il sito del Comune sia quello della TPM sono inaccessibili all’utenza. Sapendo che il pulmann passa per via Manzoni e va a S. Fruttuoso decido che passerà da Corso Milano.
  • Ore 12.30 sono in corso Milano per tornare. Il cartello segna tre corse 12.28; 12.40; 13. Aspetto sino alle 13.10 e non passa nulla. Vado in stazione e ho la conferma che la scelta del mattino è stata quella giusta: treni in ritardo, treni soppressi, treni annunciati ma che non arrivano; i binari 6 e 7 (quelli della Litto) del tutto vuoti e senza indicazioni (probabilmente è stata soppressa per l’intera gionata). Aspetto 20 minuti e arriva un treno per Arcore. Sono salvo.

Normalmente io giro in bici e più raramente in macchina. Ma che pazienza hanno quelli che usano i mezzi pubblici: pazienza, vocazione, masochismo o stato di necessità?