Il club dei 15 e le manifestazioni studentesche

Oggi grande rilievo al telegiornale per le manifestazioni anti-tutto del movimento degli studenti.

Ho visto in primo piano uno striscione che accumunava Tremonti, Gelmini e Marcegaglia. Da queste cose si vede bene che il primitivismo è la malattia giovanile di certe proteste. E le interviste in voce e video erano anche peggio per la povertà della proposta, anzi per la sua assenza, e per la eterogeneità della denuncia.

Domani a Modena inizia il convegno del club dei 15 e avrò modo interagire con un po’ di presidenti delle Confindustrie delle zone più avanzate del paese. L’idea è quella di lavorare per l’innovazione, riqualificare l’offerta formativa e cercare di lavorare per una scuola che fornisca più tecnici e ingegneri come ci chiede il sistema paese.

Nel 2008 agli inizi della crisi servivavano 324 mila tecnici e ne sfornavamo 142 mila. Due anni dopo mentre si intravvede l’uscita dal tunnel la richiesta è di 236 mila e ne produciamo 126 mila. Ne mancano 110 mila divisi quasi a metà tra il settore commerciale e quello tecnico tecnologico.

L’istruzione tecnica ha bisogno di innovare e di farlo mentre subisce i tagli di Tremonti (ma il calo degli investimenti in conto capitale è iniziato molto prima e quello non fa notizia perché distrugge la scuola ma non incide sul precariato).

Ecco un’altra buona ragione per lavorare con chi rischia e produce lavoro e richezza: l’industria manifatturiera.