Maroni ha ragione – chi ha torto?

Partiamo dalla questione della serata: l’arresto del capo del clan dei casalesi. Naturalmente qualcuno dirà che non c’è nulla di nuovo sotto il sole perché la mafia cambia pelle e non viene mai sconfitta. Esiste un vecchio adagio, comodo per irridere all’azione di contrasto alla mafia da parte dello Stato, secondo cui le teste che cadono sono solo quelle che la mafia lascia cadere.

Saviano, con scarso senso del limite, ha replicato a Maroni che gli chiedeva, certe cose, di ripeterle guardandolo negli occhi, che quella frase l’aveva già detta un avvocato di un mafioso. Argomento altamente emotivo e altamente cretino, e non aggiungo altro perché si aprirebbe un dibattito infinito sul fatto che una cosa giusta può affermarla anche un delinquente e la cosa rimane giusta.

E’ una novità che chi governa a livello amministrativo è a rischio di collusione? No.

E’ falso che la ‘ndrangheta stia investendo pesantemente nella fascia nord ovest del milanese? No, è vero ed è accertato anche sul piano giudiziario; ma, per esempio, su quel terreno quello messo peggio sembra essere un deputato regionale, tal Ponzoni, cresciuto in Brianza in Forza Italia e non nella Lega. Ha dovuto mollare la segreteria provinciale e Formigoni l’ha escluso già un anno fa dalla lista degli assessori regionali.

Si può affermare che la nuova generazione di amministratori leghisti sia assimilabile al vecchio sistema democristiano siciliano? Ma non diciamo stupidaggini.

E allora Maroni fa bene a chiedere di replicare e se non è giusto farlo in trasmissione perché si romperebbe lo stile della trasmissione, si trovi un altro modo.