regole ed equità

La vicenda della grù di Brescia è nota: 4 lavoratori stranieri si stanno battendo, in nome di molti alti truffati, per avere dallo Stato Italiano il permesso di soggiorno:

  • lavorano in nero da anni; nelle fabbriche e non ai semafori
  • sono stati ingannati da Italiani maneggioni e da una burocrazia crudele

Stasera al telegiornale ho visto alcuni lavoratori della Merloni in cassa integrazione da 4 (quattro) anni protestare per la mancanza di prospettive.

Nella mia scuola è arrivato dal Sud per un lavoro precario un lavoratore di 54 anni che ha fatto di tutto nella vita: il marittimo sulle petroliere, l’autotrasportatore, l’autista di autobus e da diversi anni fa il L(avoatore) S(ocialmente) U(tile) LSU negli enti locali della Puglia. Lavora in cambio del sussidio e mi dice che in molti comuni i servizi sono garantiti in questo modo. Si sopravvive, si lavora e non si hanno i contributi (e non si maturano gli anni per la pensione).

Come si vede da questo esempio non ci sono solo gli stranieri di Brescia, anche se la loro situazione è peggiore perché tremenda.

E’ chiaro che non si può continuare così con una Italia divisa tra chi ha lo stipendio garantito e non lavora e chi lavora e non ha lo stipendio?

Altro che Lega, qui serve un nuovo patto di solidarietà tra ricchi e poveri, giovani e vecchi, padri e figli, tutelati e non tutelati. Non si può continuare così.