Tintin piange, ma altri ridono di noi

Tintin e Milou piangono, ma si rimane sconcertati nel sentire come a Bruxelles, dopo i fatti di Parigi, non fosse cambiato pressochè nulla in termini di sistemi di sicurezza e di bonifica delle "terre di nessuno".

Vedere i terroristi che spingono i loro carrelli con l'esplosivo dentro un aeroporto, scoprire che una terza bomba c'era già e non è esplosa solo per qualche difetto organizzativo, vedere quei due con il guanto nero a sinistra e nessuno che ci fa caso, perché magari volevano richiamare i velocisti afro-americani delle olimpiadi del 68, mi dà l'idea della necessità di una bonifica seria del sistema di sicurezza.

Ma come? Dopo l'11 settembre non si riusciva ad entrare in aeroporto neanche con il mini coltellino svizzero utile ad affettare una mela e adesso si gira come al supermarket?

Quanti altri buchi dovremo scoprire facendo dei funerali e scrivendo "Je suis …" prima che cambi qualcosa?

Mi auguro che non venga affrontato il problema con la stessa celerità con cui si affronta quello delle frontiere meridionali dell'Europa o quello della definizione dei ruoli della Turchia o dell'Arabia Saudita.

Nella giornata di ieri Flavia Perina ci ha invitato ad affrontare il problema della lotta all'ISIS in Europa come un problema di terrorismo endogeno: il terrorismo nasce in Europa e si batte come negli anni di piombo. Secondo me non ha torto. Certo esistono i problemi legati alla dimensione parastatuale dell'ISIS, ma ci troviamo in una situazione simile alla aggressione di Hitler all'URSS; siamo in guerra. L'unica differenza è che invece delle divisioni corazzate Hitler ha organizzato le sue truppe direttamente all'interno e si avvale dei combattenti ucraini, cioè di terroristi nati in Europa e che al più hanno fatto i corsi di addestramento in Siria, ma che non viaggiano sui barconi e non hanno problemi nè di clandestinità nè di permesso di soggiono. E allora:

1) bisogna prendere atto che siamo in guerra e in guerra è normale darsi delle regole che prevedono una restrizione di talune libertà se queste servono ad impedire agli uomini bomba di girare indisturbati

2) bisogna affrontare il problema dei quartieri in mano da anni alla controparte

3) il taglio dell'erba che consente ai terroristi di vivere indisturbati nelle nostre città va affrontato come si fece ai tempi di Dalla Chiesa

Non sono ottimista perché la crisi dell'Europa è profonda e la si vede dalla incapacità di affrontare in maniera operativa qualsiasi problema. Si fanno i vertici. Si fanno i compromessi. Si fanno i comunicati. Si auspica e poi non si conclude un bel niente lasciando a personaggi come Salvini la soddisfazione di farsi fotografare in stile Rambo.

Questa testimonianza postata da un amico, Edoardo Coen, su Facebook mi pare istruttiva di come vadano le cose al di fuori dai comunicati


Di solito me ne sto zitto quando accadono queste cose. Ma essendo stato sul luogo delle stragi solamente 2 mesi e mezzo fa quando c'era allerta massima a Bruxelles vorrei raccontare la mia.

Ora salteranno fuori post del tipo "tutti fuori!" oppure "vi diamo casa, cellulare e vi paghiamo per poi prenderci le bombe! A casa e guerra subito!".

Considero questi post l'ignoranza fatta a commento, dato che come al solito si fa di tutta l'erba un fascio.

Sono stato a Bruxelles, dicevano che era la capitale dell'isis, io non ci credevo, ma una volta lì, ho pensato fosse così. Fuori dal centro, che era pieno di turisti, vedevo solo siriani passeggiare. Io e i miei amici ci siamo pure persi in un quartiere musulmano e dei ragazzini di 12 anni per spaventarci ci hanno lanciato addosso dei petardi.

Il punto è però, sempre nello stesso quartiere, ci siamo fermati a mangiare in un posto dove facevano panini,un posto musulmano come tutti i negozi del quartiere, e l'atteggiamento nei nostri confronti è stato decisamente migliore che di molti posti italiani in Italia. Parevano sorpresi di vedere occidentali lì, come se pensassero "non hanno paura con tutto il casino che sta accadendo?".

Io ho visto un disperato tentativo di comunicarci un messaggio del tipo "ehi, non siamo tutti cattivi, per favore non pregiudicateci". E per la cronaca, ho mangiato un mega panino con super porzione di patatine con bibita pagando solo 3,50€.

Il vero problema è che la sicurezza non funziona. Era vietato sparare petardi per evitare di spaventare, ma quei ragazzini ci stavano giocando da parecchi minuti per sentirsi forti, nonostante i poliziotti sparsi in giro (e una pattuglia era a due incroci prima). Se è vietato perché lo permettete?

Ma la cosa più grave ve la racconto ora. Tutti sanno che quando si prende l'aereo servono i documenti per passare i vari controlli. Ebbene: con uno stato in allerta massima una volta arrivati a Bruxelles, potevamo essere dei terroristi armati fino al collo e non se ne sarebbero accorti.

Nessun controllo, il metal detector manco funzionava. Uscivi e vedevi militari ovunque ma se i controlli non funzionano che senso ha? Che poi parlando di militari: nei giorni della nostra permanenza era successo uno scandalo assurdo, dei militari e delle poliziotte erano stati sorpresi durante l'ora di servizio a compiere delle orge. La disorganizzazione dilaga, i servizi segreti sembrano incapaci, vengono ridicolizzati pure da anonymous che sventano attentati che dovrebbero essere sventati dai servizi segreti stessi (mi riferisco all'episodio di Firenze). …