Unioni civili e voto di fiducia
Ieri e stamattina ero abbastanza contento di come si stessero mettendo le cose sulle Unioni Civili; trapelava la notizia che il presidente del Senato Grasso avrebbe deciso di cassare tutti i canguri e i cangurini dando dunque al Parlamento la responsabilità e il dovere di deliberare.
Poi c'è stata la direzione del PD e Renzi, dopo aver dichiarato la inaffidabilità dei 5 stelle, ha anche aggiunto che si tratta ora di fare un accordo di maggioranza e di essere disposto, per sostenerlo, a porre la questione di fiducia.
E qui non mi ritrovo perché delle due l'una: o si tratta di una iniziativa parlamentare rispetto alla quale si può vincere o perdere, ma tale rimane, con tutti gli annessi sulla libertà di coscienza, o si tratta dell'ennesimo provvedimento che taglia fuori il parlamento sottoponendo i senatori ad un prendere o lasciare.
Continuo a pensare che un accordo con il fronte moderato interno ed esterno all'area di governo vada ricercato, ma che si debba trattare di un accordo parlamentare e non di governo. La scelta se fare o no la legge e quella sulla step-child adoption deve rimanere al Parlamento e deve rimanere il principio della libera scelta.
Secondo voi se si stesse discutendo di eutanasia si potrebbe mettere il voto di fiducia? No, saremmo allo stato etico; appunto e io sono per lo stato liberale. Mi auguro dunque, ma lo ritengo improbabile, che Zanda e il gruppo PD del Senato dicano di no alla richiesta di Renzi.