tristi constatazioni: ma noi riformisti …
Scrive Massimo Gramellini sulla Stampa:
I cittadini non hanno smesso di sognare il cambiamento. Ma in assenza di un sistema organico di valori lo hanno delegato a singoli ambasciatori di un’emozione collettiva, caricandoli di responsabilità insopportabili e alimentando speranze che durano lo spazio di una campagna elettorale. Anche in Italia non ti chiedono più quali idee hai, ma se stai con Casini, con Vendola, con Berlusconi. Una biografia in cui ci si possa identificare per sentirsi migliori, una faccia alla quale appendere desideri confusi per poi ritrovarsi ogni volta disillusi, traditi. Avanti il prossimo.
Tristi constatazioni ho scritto nel titolo; ma non c’è solo quello; ci sono persone che fanno il loro dovere nel mondo delle imprese ma anche nella pubblica amministrazione.
Quelle persone non si chiedono con chi devo stare e neanche, come è ovvio, cosa devo pensare. Esercitano il senso critico e stanno sul pezzo agendo ogni giorno per produrre e migliorare. Lo so che è dura ma è quello che c’è da fare.
In politica servirebbe un po’ di rimescolamento; quelli abituati a pensare con la propria testa non sono maggioranza, ma ci sono; li guardano male perché i veri laici sono inquieti, sono poco propensi a schierarsi allineati e coperti, ad applaudire, ad ossequiare l’istrione. Ai laici non serve una bandiera e neanche una biografia altrui cui ispirarsi. Forse sono un po’ megalomani, ma gli basta la propria.