gli studenti volanti 2

Raccontate la verità e fatelo il prima possibile: per dare un po' di pace alla famiglia dello studente padovano di cui ho trattato in gli studenti volanti, nel vostro interesse perché il cumulo di palle che avete raccontato si sgretola giorno dopo giorno, nell'interesse della vostra scuola che si sta dibattendo in un mare di merda.

Sembra che sia stata peggio della sbronza trasgressiva finita male; uno scherzo da sedicenni (anche se era una quinta liceo); un compagno tranquillo, facciamolo bere un po' è diamogli del lassativo di nascosto; quando inizia a stare male gli facciamo trovare il bagno occupato e quando esce alla ricerca di un cesso lo chiudiamo fuori.

Così Domenico Maurantonio ha vagato per i corridoi fino alla finestra (alta un metro e dieci) su cui si è issato e si è sporto di schiena cercando di fare la cacca. Ha dei lividi sul braccio segno che qualcuno lo stava tenendo (poi ha mollato la presa o ha ceduto, lo sapremo nei prossimi giorni. Nel corridoio e accanto al corpo sono state trovate delle feci.

Il più informato di tutti sembra essere il Corriere che ogni giorno aggiunge qualche particolare (evidentemente il cronista ha qualche gola profonda dalla sua parte). Domenico è' stato trovato da un dipendente dell'albergo che, constatata la morte, gli ha fatto una foto con il telefonino e poi è passato in sala ristorante dai docenti delle diverse comitive che facevano colazione nel tentativo di identificarlo.

E' una palla la prima versione dei compagni che si sono messi a cercarlo vedendo che non scendeva a colazione, è una palla la dichiarazione dei compagni di stanza che continuano a sostenere di non essersi accorti di nulla, è una certezza che non è stato un suicidio (magari involontario), è una certezza che si tratti di una goliardata di gruppo finita male e per questo dicevo che prima parlano e meglio è. La comitiva è rientrata a Padova e la polizia sta continuando a interrogare i compagni alla ricerca della smagliatura che faccia emergere la verità.

Molti anni fa mi sono trovato a gestire il suicidio di due miei studenti, sconvolto dal fatto che ci fossero adulti e compagni che da mesi ne discutevano in una spirale di follia in cui si mischiavano falsa cultura e perdita del senso della realtà. Anche allora c'era la maturità alle porte.

Qui la situazione è peggiore; la perdita del senso della realtà ha prodotto un omicidio e ci sono diverse persone che tentano di occultarlo. Non ci riusciranno. Fossi stato ancora in servizio avrei invitato i miei docenti a parlarne nelle classi senza prediche ma cercandi di far emergere il vissuto quotidiano in cui spesso si smarriscono il senso di responsabilità e la solidarietà.

Mi auguro che la ministra Giannini e il presidente Renzi si facciano sentire e lo facciano in maniera nè banale, nè rituale.