una società da riciclare

Riprendo dalla cronaca lombarda di repubblica la notizia di un arresto per furto aggravato di due marocchini sorpresi dal Sindaco a ravanare nel cassone dei rifiuti elettronici della discarica comunale; cercavano qualcosa di funzionante da rivendere.

C’è qualcosa che non va in questo mondo dello sviluppo. La prima volta me ne sono imbattuto a New York nel 1991. I numerosissimi barboni frugavano nei cestini della spazzatura alla ricerca di significativi avanzi di cibo (per sè) e alla ricerca delle bottigliette della birra Bud da conferire poi alle strutture della differenziata in cambio di qualche centesimo a pezzo.

Tempo fa, qui a noi,  un immigrato è morto dentro un cassonetto di quelli in cui si depositano gli abiti e che ha un meccanismo a ghigliottina pensato per evitare la asportazione.

Nella nostra società del benessere è finita da tempo la professione dello strascee o robivecchi; tutto si è fatto tecnologico e tutto si paga; sono nate professioni più o meno legali di sgombera cantine. Il ricavato, accuratamente riclassificato finisce poi alle discariche comunali, ai mercatini o dagli antiquari.

Nei dintorni delle discariche comunali c’è poi tutta una fauna di poveri cristi che campano di quello. Basta andarci una volta per rendersene conto. Ti accolgono sulla rampa, ti spiegano dove si butta qesto e quello e ti prendono dalle mani quello che ritengono di riciclare.

Certamente non è una attività lecita e va messo un po’  d’ordine (a condizione che non serva a sostituire il fai da te del povero cristo con attività paramafiose da parte di chi lavora nella discarica).

Tutto ciò mi intristisce rispetto ai rapporti sociali ma ancora di più mi intristisce una società in cui non si ripara più nulla, in cui nessuno sa più nulla di come si fabbrichi qualcosa e in cui persino il televisore non è più riparabile.

Le nobili professioni del meccanico, dell’elettricista, dell’orologiaio, del tecnico elettronico, del calzolaio, dell falegname sono sparite e in tutto ciò c’è una perdita di cultura della società.

E pensare che, finché ho insegnato, ho scritto cose come queste sull’insegnamento della fisica e ho spiegato ai miei studenti di frequentare le discariche comunali alla ricerca di cose da smontare e rimontare per capire come funzionano.