Fuga per la libertà – l’aviatore: Carlo Carlei

L'aviatore (2007) è un film per la TV coprodotto da mediaset e dalla Angelo Rizzoli e racconta in forma romanzata la storia vera di Massimo Teglio (Sergio Castellitto) e della sua attività svolta a favore degli ebrei genovesi tra il 1943 e il 1945.

Essendo un film per la TV a target Mediaset la parte un po' da foeilleton è stata accentuata e sono queste le parti che mi hanno dato più fastidio nel corso della visione, che mi è però servita a conoscere l'attività del DELASEM (Delegazione per l'Assistenza degli Emigranti Ebrei) – si veda).

Massimo Teglio è un industriale genovese (ebreo), pilota di idrovolanti e amico di Italo Balbo e la vicenda del film (ambientato tra il 43 e il 44) riguarda i primi rastrellamenti di ebrei operati dai nazisti con la collaborazione dei fascisti.

C'è il colonnello delle SS Feuerbach fanatico e corrotto (che oltre che agli ebrei si dedica alla confisca ed esportazione in Svizzera di opere d'arte). C'è Osvaldo Farina (Marco Giallini) gerarca della RSI e amico di Massimo Teglio che rappresenta bene l'ambivalenza di molti personaggi della RSI che vedevano nella collaborazione con i nazisti un male necessario.

Quanto Teglio è coraggioso, idealista e progressivamente dedito alla causa umanitaria, Farina è ambivalente: ha i suoi valori morali e tra questi c'è l'amicizia, ma è anche interno al piccolo potere che gestisce, sempre incerto tra il subire e il ribellarsi. L'amicizia finisce quando ci va di mezzo la propria vita ed è la scoperta che il colonnello nazista, oltre che un sanguinario assassino, è un ladro a far scattare il meccanismo della redenzione.

Ho trovato migliore la prima parte del film quando la sceneggiatura descrive il contesto e non è ancora piegata alle esigenze del polpettone. Buone le interpretazioni di Castellitto e soprattutto di Giallini.


Il mio voto: 6 scarso