Primarie in Liguria

A proposito di quanto sta avvenendo nel PD in Liguria vedo tre ordini di problemi.

Le regole per le primarie: prima la si smette di inseguire le farfalle, di pasticciare e meglio è (vedi nota a fine post)

  • Basta con le fanfaronate sul voto a chi non ha diritto di voto (sia esso uno straniero senza cittadinanza, sia esso un sedicenne),
  • basta con l’ambiguità delle primarie per qualsiasi cosa. Le primarie si fanno quando c’è una elezione e alle primarie si presenta un partito con la sua faccia e il suo programma. Così si definisce la collocazione di chi viene a votare
  • elenchi pubblici degli elettori in cui ci si iscrive preventivamente; gli elenchi sono conservati nei comuni (cioè da chi rilascia la tessera elettorale) ed è automatico che se sei iscritto in un elenco non puoi iscriverti in un altro
  • nel caso in cui si formi uno schieramento le primarie sono di schieramento, ma gli elenchi sono di partito e le primarie si fanno se gli organismi dirigenti delle forze politiche che promuovono lo schieramento dichiarano preventivamente di accettarne l’esito (non come capita spesso quando c’è di mezzo SEL)

La situazione della Liguria: è quella che è dopo che Doria è stato presentato a Genova per superare Marta Vincenzi ma non è cambiato niente, infatti in Regione c’era sempre Claudio Burlando. Vogliamo capire, parlo al PD, che è ora di presentare facce nuove e cambiare sul serio rispetto ad una regione che ha tutte le caratteristiche di immobilismo e di “groviglio armonioso” che caratterizzano certe zone e/o regioni rosse? L’elettorato PD che non ha votato Cofferati sembra aver dato un segno. Ha scelto una donna giovane che crede nel cambiamento e non ha il curriculum con tutte le certificazioni della premiata ditta.

Il caso Cofferati: quando nel 2008 Cofferati, che ha grosso modo la mia età, decise di non ricandidarsi a Sindaco di Bologna perché con la nuova compagna residente a Genova av eva fatto un figlio e dichiarò che era importante farlo crescere con accanto il padre, mi schierai dalla sua parte. Bravo Cofferati, hai avuto tanto dalla politica e dall’impegno sindacale, hai dato tanto e se a sessant’anni decidi che il privato ha un suo peso e una sua importanza, non posso che darti ragione.

Se con Google andate e acercare le dichiarazioni di allora troverete descrizioni poetiche della scelta di lasciare Bologna il venerdì sera, farsi 300 km in macchina per vedere il piccolo e aspettarne il risveglio. Mi colpiva la scelta di fare un figlio all’età in cui, di solito, si fa il nonno (il primo figlio di Cofferati ha 36 anni) e mi dicevo che io non l’avrei fatto;: ci vogliono energia, entusiasmo, resistenza, … tutte cose che con l’età diminuiscono mentre si guadagna in lungimiranza, pacatezza, …

Poi sono arrivate le elezioni europee e Cofferati è andato Strasburgo e io mi sono detto mah. Proprio ora che il bimbo inizia ad andare a scuola …

Poi sono arrivate le elezioni regionali e Cofferati si è candidato alle primarie salvo scoprire, dopo l’esito inatteso, che c’erano dei problemi sulle regole, che in Lguria c’è Scajola, che quell’esito è inaccettabile e che adesso ve la faccio vedere io.  A proposito di Scajola, con tutto quello che ha fatto e che gli è successo mi chiedo come possa ancora essere in grado di pilotare dei militanti. Stefano Bonaccini, neo presidene dell’Emilia, ha dichiarato : «Se ci si sente adatti per tutte le stagioni si accetti anche l’inverno. Troppo comodo voler sempre il sole in faccia, nessuno è indispensabile».

Ma è così difficile accettare l’invecchiamento, accettare di non essere protagonisti, accettare di vivere senza essere sempre sulla cresta dell’onda? Hai la pensione Pirelli-CGIL, becchi un sacco di soldi come parlamentare europeo, hai un figlio piccolo e una compagna che hanno bisogno di te. Ma stai tranquillo. Mai pensato di fare come Lama?

Le cose che seguono non le ho scritte io, ma lui e le riprendo da una intervista che sta ancora sul sito del PD.


A sessant’anni ho deciso consapevolmente di fare un secondo figlio. Simone, il mio primogenito, ha 36 anni, ed è nato quando io ne avevo 24. La nostra vita insieme ha un percorso molto lungo. Con Edoardo non sarà così. Il tempo che passerò con lui è molto più breve. Quando avrà 36 anni, come oggi suo fratello, io non so se ci sarò ancora .

Ho pensato molto a quando andai alla Cgil di Roma. Io avevo trent’anni, Simone appena 6. Soffrì moltissimo la mia mancanza, al punto che con la mia ex moglie decidemmo di trasferirci definitivamente. Non voglio che per Edoardo avvenga la stessa cosa. Per me la politica è servizio. Se mi chiamano, rispondo. Ma qualunque cosa faccia, la farò a Genova, dove ci sono mio figlio e la mia compagna.

Ci racconta la paternità a sessant’anni?
«C’è una fatica diversa, tutta mentale. In genere, intorno ai 50 i genitori cominciano a riappropriarsi della propria vita. I figli cominciano ad essere grandi, più tempo per pensare a se stessi. Nel nostro caso cambia radicalmente il rapporto con il proprio tempo».

La differenza con l’essere padre a 24 anni?
«Nella quantità di energia disponibile. Anche se con Edo sono fortunato. Poche coliche, quattro denti da castoro senza febbre. La notte si dorme».

Sa di essere diventato un simbolo?
«Non ho fatto nulla di epico. Voglio stare con mio figlio, giocare con lui».

Molti politici rimpiangono di non averlo fatto più spesso.
«Fanno bene. Non sanno cosa si sono persi».


Queste sono le regole volute in pieno “stile progressista” e che poi fanno gridare allo scandalo quando si scopre che non funzionano:

Per essere ammessi al voto occorre esibire al seggio un documento d’identità e la propria tessera elettorale e versare un contributo di almeno 2 Euro, che verrà devoluto alle famiglie colpite dall’alluvione.

Ogni elettore può votare soltanto nel seggio corrispondente alla propria residenza.

Possono partecipare al voto anche i cittadini che abbiano compiuto i 16 anni entro l’11 gennaio 2015, nonché i migranti, regolarmente residenti nella Liguria, muniti di permesso di soggiorno, di documento d’identità e che abbiano compiuto 16 anni entro l’11 gennaio 2015.


Il comitato dei garanti ha annullato il voto in 13 seggi su 28 richieste e per un totale di circa 300 seggi. Tovo 662 voti, Cofferati 23544 voti, Paita 26817; Votanti 51376.

L’Ufficio Politico delle primarie del centrosinistra sembra il costume di Arlecchino. Prendo dal sito del PD ligure le firme di attestazione della avvenuta regolarità e rimango allibito dalla serie di sigle che mi ricordano i congressi della DC degli anni 60 o, se vi piace di più, la coalizione di Prodi, quella che si sciolse come neve al sole.

Votato all’unanimità da: Massimiliano Tovo, Centro Democratico – Paolo Carbonaro, IDV – Carlo Capacci, Liguria Cambia – Giovanni Lunardon, PD Liguria – Marco Andreini, PSI – Stefano Anzalone, Progresso Ligure – Enrico Cimaschi, Popolari per l’Italia

Assenti: Ezio Capurro, Noi con Burlando – Ezio Chiesa, Liguria Viva – Andrea Stimamiglio, Lavoro, Salute, Cultura

Per completezza informativa sul verbale completo della commissione elettorale regionale UTAR mi pare che l’unico elemento rilevante è la grande differenza nei risultati tra Genova e le altre province oltre che, citato dall’esponente PSI, il dato della partecipazione elevata di turchi in un seggio dell’imperiese.


Vedo su FB amici di area civatiana affermare che è scandaloso il silenzio della segretria del partito, che bisognava invalidare il risultato, che Cofferati sbaglia ma ha ragione, … e via di questo passo. Faccio una proposta:

  1. Basta con il costume di Arlecchino
  2. Basta con queste regole fatte apposta per fomentare i pasticci
  3. Se si accettano gli organismi di controllo e garanzia prima, non li si contesta dopo