Temperatura ma chi sei?

Quando ho scritto il capitolo di introduzione ai fenomeni termici mi sono posto tre obiettivi:

1) far riflettere i lettori sul fatto che la temperatura è una grandezza fisica tutt'altro che banale da introdurre: quali sono i  margini di libertà? Cos'è e a cosa serve il cosiddetto principio zero della termodinamica che molti autori neppure citano? Cos'è l'equilibrio termico, concetto che va introdotto prima della temperatura, visto che serve a definirla? Si spiega così la grande attenzione metodologico-epistemologica utilizzata nei paragrafi dedicati a spiegare cosa sia la temperatra dal punto di vista macroscopico. Troppo facile parlare subito di energia cinetica media delle molecole.

2) cercare di mostrare come si arriva alla equazione dei gas perfetti (3 secoli di lavoro) sempre lavorando sugli aspetti e sulle leggi di carattere macroscopico. Come si arriva a stabilire che c'entrano le moli e c'è di mezzo una costante universale? Anche qui sarebbe stato più comodo scegliere l'approccio deduttivo che parte dalla dimensione atomistica e dal numero di Avogadro che, ovviamente il conte Amedeo Avogadro, nel 700, pensava esistesse, ma non aveva la più pallida idea di quanto valesse (si vedano i lavori di Perrin di inizio 900, in uno dei capitoli finali della terza parte). A proposito, se vi capita di trovare su qualche bancarella "gli atomi" di Perrin, ed. Riuniti comperatelo perché è un piccolo capolavoro di divulgazione scientifica.

3) metterci qualche elemento di natura storica: esemplare il brano originale di Torricelli in cui si racconta come è andata la faccenda del barometro.

Nel revisionare il testo ho sistemato un po' di cose e lavorato sugli apparati didattici che sono completamente nuovi.

Come al solito buona lettura del capitolo dedicato alla temperatura. Da qui si va alla pagina del corso di fisica.