Tutta colpa di Freud – Paolo Genovese

Tutta colpa di Freud (2014) è in programmazione in questi giorni e ve lo consiglio se avete voglia di vedere un film divertente, ma non banale. Gli spettatori (sia giovani, sia di mezza età) escono dalla proiezione e commentano soddisfatti; cinque euro pesi bene.

Un padre, ultracinquantenne, Francesco (Marco Giallini) fa di mestiere lo psicanalista, ma fa anche il padre divorziato (la moglie lo ha mollato per andare in Africa ad occuparsi di cooperazione internazionale) di tre figlie dai 18 ai 32 alle prese con i sentimenti e la realizzazione del sè.

Sara (Anna Foglietta) è la maggiore e arriva a Roma da New York dove la sua compagna l'ha mollata il giorno in cui lei le ha chiesto di sposarla. Nel rapporto a due lesbico Sara riveste il ruolo dominante e lo si vede bene quando, stanca di storie che finiscono, decide di cambiare orientamento sessuale o almeno di provarci. Le è difficile, nella divisione dei ruoli e dei comportamenti, fare quello che normalmente fa una donna (da come si sostiene una conversazione, a come ci si siede al ristorante, a come si ordina). Molto carino il ruolo rivestito dai dolci e dalla loro scelta.

Dopo la cena al ristorante con un maschio da cui è attirata, questa è la dichiarazione davanti alla porta di casa: "Guarda, io vorrei tanto farti salire e dartela subito, ma siccome il mio analista sostiene che voi siete quasi tutti stronzi, allora preferirei aspettare e magari dartela la prossima volta se per te non è un problema."

Quando qualcuna le piace, a livello di pelle, Sara ha una reazione involontaria e starnutisce e questo dello starnuto è un artificio cinematografico riuscito in diversi punti del film perché consente di dire senza dover raccontare.

Papà ho deciso: divento eterosessuale! – Che significa? – Io mi sforzo, ci provo ma con le donne va male, allora cambio divento etero e magari va meglio!

Il saggio papà, obbligato dalle figlie, dopo che si è chiarito che quella dell'orientamento sessuale è una cosa seria, dice la sua alle tre figlie stravaccate sul divanetto dello studio, mentre lui spiega con pennarello e lavagna a fogli mobili


Io mi sento di dividere gli uomini in quattro categorie che più o meno mi vanno a coprire il 95% del campione.

  • Categoria numero uno: gli insoddisfatti; tutto il giorno ripetono "la mia vita fa schifo, mia moglie non mi ama, i miei figli mi detestano; la donna che casca in questo rapporto diventa una crocerossina, non dice mai io ti amo, ma dice io ti salverò"
  • Categoria numero due, Peter Pan. Hanno di bello che non hanno crisi di mezza età perché sono fermi all'adolescenza. Per loro sei un Joystick, conquistarti vuol dire salire al primo livello, portarti a letto, vincere la partita. Prediligono donne giovani, esageratamente giovani (e si rivolge alla figlia minore che si è innamorata di un coetaneo di papà)
  • Categoria numero tre: i vorrei ma non posso. Di solito sono sposati e con figli, ma in procinto di separarsi, in procinto di dirglielo, in procinto di andare via di casa; sono sempre in procinto di … ma non fanno mai nulla perché lei ora sta attraversando un momento difficile, perchè il bambino non capirebbe … poi alla festa di laurea del bambino forse capisci che il momento giusto non arriverà mai
  • E poi ci sono infine i belli, buoni e intelligenti ma il loro problema è la mamma: una presenza costante e imprescindibile sin dall'infanzia. E' lì che cominciano a trasformare i loro piccoli uomini in piccoli mostri. Ma come è bello questo figlio, biribiribiri, ma quant'è grosso sto pisellino, ma di chi è sto pisellone e tutto il repertorio, quanto sei bello, quanto sei intelligente, quanto sei bravo. Ora se per metà della tua esistenza una donna ti fa sentire Dio perché accettare che per il resto della vita un'altra dnna ti faccia sentire uno stronzo

E il restante 5% ? Sono quelli decenti. Buona caccia al tesoro amore mio.


Marta (Vittoria Puccini) fa la libraia impegnata, di quelle che … in nome della cultura … non me ne frega niente di vendere. Dopo una serie di tentativi di accasarsi con un autore o con un poeta, si innamora di un sordomuto che, con una certa regolarità, va in libreria a rubare libretti d'opera.

Infine c'è Emma (Laura Adriani) che a 18 anni si è presa una sbandata per l'architetto Alessandro (Alessandro Gassman), coetaneo del padre, che dirige un negozio di arredamento alla moda. Esilarante la scena in cui Emma dice a papa che ci sono 32 anni di differenza e papà, che non ha capito, sclera all'idea che la sua bambina si sia messa con un trentaduenne.

Francesco è segretamente e mentalmente innamorato di Claudia (Claudia Gerini) con cui non ha mai parlato ma da cui è affascinato e attratto. Il suo sentimento si rafforza quando lei gli passa a fianco e mormora "ti amo". Ti amo è il nome del suo coker che Claudia ha chiamato così per poter pronunciare quelle due parole che gli fanno paura.

Quando salta fuori la storia di Alessandro, Francesco lo prende di petto, lo obbliga a mettersi in terapia, e fa un'operazione che, formalmente serve a farlo rompere con la moglie (così gli fa credere), ma in realtà ha lo scopo di farli riavvicinare.

Insomma Francesco sacrifica la sua passione per Claudia pur di togliere la figlia dalle mani di Alessandro:


A 50 anni è normale avere la sindrome di Peter Pan…  dice Alessandro

Ma non uscire con Campanellino! risponde Francesco


Decisamente bravi Marco Giallini e Anna Foglietta. Bella la sceneggiatura in cui ha messo le mani anche Pieraccioni. Strano trovare nell'Italia di oggi un padre che esiste e delle figlie grandi che conservano per lui un rapporto importante. La più tosta e interessante è la lesbica e anche questo è un messaggio.


Il mio voto: 8 al film e 9 a Marco Giallini e Anna Foglietta