Le mutande e la cassa integrazione speciale
Ieri sera sono rimasto allibito nell'ascoltare sul TG Toscana il servizio dedicato alla manifestazione di 50 lavoratori della ex Eridania di Castiglion Fiorentino che, accompagnati da sindacalisti della CISL (almeno stavolta la CGIL non c'era), hanno manifestato contro il rischi che nel giugno 2014 scada la cassa integrazione speciale di cui usufruiscono e corrano il rischio della mobilità.
I lavoratori e i sindacalisti si sono presentati in mutande sopra i jeans invece che con delle maschere rosse: di vergogna.
Sono in cassa integrazione da 7 (sette) anni e l'ipotesi di riconversione dell'area dello zuccherificio sembra non andare in porto per questioni di impatto ambientale. La proprietà vorrebbe impiantare una centrale a biomasse, ma ci sarebberi valutazioni negative da parte degli enti locali.
Ne parlo perché penso che anche la parola INDECENTE sia troppo blanda e trovo assurdo il metodo tutto italiano del far finta di niente. Si trasmette il servizio, si fanno parlare gli interessati, nessuno replica. Lo stesso avviene sulla stampa, che ho consultato on line
Nel settore agricolo mio genero ha appena avuto un mese di preavviso per la mobilità (non 7 anni), poi più nulla e intanto si sta ingegnando a lavorare.
Al di là della gente che poi si incazza mi chiedo anche quale livello di corruzione individuale possano generare meccanismi come quello dei 7 anni (sette) di assistenza. Uno dei cartelli recita "anni di promesse non mantenute". Ecco il punto è questo: piantiamola di fare promesse imbecilli, piantiamola di dividere i lavoratori in supertutelati, tutelati, un po' tutelati e non tutelati.
Renzi ha preso degli impegni per una seria riforma degli ammorizzatori sociali e vedremo cosa farà. Ma c'è un punto che mi interessa prima di tutto: si prendano provvedimenti che incentivino il coraggio, la voglia di rischiare e non vadano oltre l'anno nella assistenza: ti dò una mano per un anno e tu datti da fare.