le resistenze al cambiamento

Qui a Monticiano, nonostante nelle classi delle elementari il rapporto tra italiani-doc e italiani-stranieri sia ormai 1:1, non si è presentato neanche un albanese a fare la tessera prima del congresso. Peccato.

Continuo a sentire in TV notizie sulla spartizione dei posti tra cuperliani e renziani alla carica di segretario provinciale e si tratta di un'altra boiata non so se degli uffici stampa di Cuperlo-Renzi o dei giornali alla ricerca di sensazionalismo. Io ho visto, nel mio piccolo, un congresso con tanti problemi (primi fra tutti quello generazionale, poi quello delle donne inventate per rispettare le regole del MFMFMF…) ma non ho proprio visto le cordate che dai candidati alla segreteria nazionale scendono giù sin nei piccoli paesi.

C'è una costante nella storia della sinistra italiana: di solito c'è molta attenzione alla politica amministrativa locale ed è su quella che ci si unisce o ci si divide. Mi pare che stia succedendo così e oggi ho sentito da Fabrizio Barca una notizia che non sapevo: le regole (le mitiche regole) vietano ai candidati alle segreterie provinciali di schierarsi a favore o contro i candidati a quella nazionale. Dunque, visto che si tratta di una puttanata in sè e per di più esclusa dalle regole, piantiamola di contare quanti segretari sono pittelliani, civatiani, cuperliani o renziani e cerchiamo di lavorare per dare un senso, nel territorio, alla esistenza del PD.

Mi piacerebbe sapere invece:

  • quanto tempo in ogni congresso è stato dedcato alla compilazione della modulistica e quanto invece alla discussione sulle politiche locali
  • quanti iscritti in % ci sono rispetto a due anni fa
  • qual è il rapporto percentuale tra voti elettotali ed iscritti e quello tra votanti alle primarie ed iscritti e quali siano lo strategie di miglioramento adottate

Sono molto contento, da renziano, di non sapere come sia schierato il segretario provinciale di Siena per cui ho votato.