io ci spero
E' dai tempi del primo incontro della Leopolda che lo seguo con una certa attenzione; attenzione, non tifo sfegatato, anche perché, tanto per fare un esempio, allora mi chiedevo, oltre alla giovane età, cosa avessero in comune Renzi e Civati: l'uno usava un linguaggio estraneo al mondo tradizionale della politica, l'altro, che conoscevo personalmente, mi sembrava tutto interno a quei meccanismi e in particolare ai riti del PCI-PDS-DS-PD. Il chiarimento tra i due c'è stato e chi sogna SEL, Rodotà e la blandizie verso i 5 stelle ha il suo spazio, che non è il mio.
E' questo aspetto di rottura degli schemi, il parlare diritto anche a costo di sbagliare, che mi intriga in Renzi. Non starò dunque a fare l'esegesi del pensiero renziano; condivido molto il suo continuo sottolineare la necessità di guardare ad una prospettiva decennale e non alle contingenze del 3%. Per inciso questa è anche l'unica possibilità che abbiamo per riaprire un discorso di riconquista dell'elettorato alla politica e per fare una concorrenza non subalterna ai 5 stelle.
Ho già avuto modo di sottolinearlo; penso che un po' di Letta faccia bene ad un futuro progetto di governo Renzi; Renzi ci mette l'immaginazione al potere, Letta ci mette la credibilità internazionale, la capacità di mediazione. Sono due cavalli di razza e potrbbero fare bene insieme una volta che si sia conclusa questa stagione-palude-inevitabile. Del fatto che si tratti di due persone provenienti dal mondo DC-PPI-Margherita, sinceramente non me ne frega niente e chi se ne duole dovrebbe domandarsi come mai il massimo che la cultura ex-picista ha saputo proporre è una persona pacata e gentile come Cuperlo che mi pare costruito come se, dopo Gramsci, nel mondo non fosse accaduto molto di nuovo.
Nel Pd mi aspetto che si facciano un po' di innovazioni nella organizzazione interna; ne cito due:
- il superamento della organizzazione solo per circoli; ai circoli territoriali vanno affiancate altre strutture a carattere verticale che operino per settori. Penso alla scuola, alla sanità, alle tematiche ambientali, al rinnovamento del costume. C'è inoltre il capitolo tutto da costruire del partito della rete: quelli che scrivono nei quotidiani on line o su FB. Twitter è un interessante strumento di comunicazione immediata ma lo metto tra le cose che riguardano l'informazione più che la politica
- un partito dove la elaborazione della linea politica non sia affidata, come nel PD di Bersani, a personaggi abbastanza insignificanti portati al vertice non si sa in nome di cosa e che quando c'è da pensare si limitano a declinare l'ovvio. Su base provinciale e/o regionale vano costruiti gruppi di lavoro settoriali che riescano a cogliere la società che cambia e a costruire le linee politiche con un contributo che venga dal basso e non dalla CGIL (come accade molto spesso).
Chiudo con l'allineamento su Renzi da parte di un po' di personaggi dell'establishment che appoggiarono Bersani l'altra volta. Se, come penso, Renzi aprirà le finestre incomincerà la caduta delle foglie; cadranno le foglie, giovani o vecchie, che non hanno il senso del cambiamento e cadranno sia che si siano allineate sia che siano rimaste fedeli perché non è una questione di allineamento ma di omogeneità sostanziale ai processi di rinnovamento.