Il messaggio di Napolitano

Il testo integrale del messaggio alle Camere dedicato ai temi della detenzione carceraria lo trovate sul sito del Quirinale e vale la pena di leggerlo senza accontentarsi dei riassunti dei giornali.

Posso dire che l’invito finale alla concessione di un provvedimento simultaneo di amnistia e indulto non mi ha convinto? Napolitano lo dice esplicitamente: se entro 6 mesi non risolviamo il problema andiamo in procedura di infrazione nei confronti dell’Europa. Siamo messi male rispetto al sovraffollamento (1,4 detenuti per ogni posto in carcere) ma non siamo il paese con più detenuti in Europa (110 ogni 100 mila abitanti, ma Inghilterra e Spagna sono oltre il 150).

Napolitano fa un richiamo al fatto che nel dopoguerra c’è stato un provvedimento di clemenza ogni 3 anni e poi dopo il 1990 c’è stato solo l’indulto del 2006 da molti considerato una delle cause vere di caduta di consenso del centro sinistra. E’ cambiata la legge e per provvedimenti di clemenza occorrono maggioranze qualificate e dunque è finita la fase della triennalità. E’ la risposta alla diffusa ostilità nella popolazione.

In sostanza Napolitano fa tre proposte:

  • Ridurre il numero di detenuti attraverso modifiche strutturali (il periodo di prova, gli arresti domiciliari, l’allentamento delle maglie della detenzione obbligatoria, il rimpatrio degli stranieri detenuti, l’imbonimento della recidiva, la depenalizzazione). Lui stesso osserva che non basta. Se anche gli stranieri sono il 35% della popolazione carceraria ne rimpatriamo con mille sforzi un centinaio l’anno e la ragione è la stessa per cui abbiamo l’arrivo dei barconi con i profughi. Ma è vero o non è vero che la gran parte della popolazione carceraria che determina il sovraffollamento è fatta di stranieri e di spacciatori incappati nella Bossi-Fini e nella Fini-Giovanardi? Poichè è vero: il punto sta qui e io sono contrario ad affrontare la terza proposta (la clemenza) senza affrontare il nodo di un carcere dove finiscono solo i poveri cristi.
  • Incrementare la capienza: il piano carceri prevede a fine 2015 un incremento di 10’000 posti e il ministero ne ipotizza 2’500 a fine anno. Non bastano e lo riconosce anche Napolitano.
  • Amnistia e indulto combinati; l’amnistia cancella il reato e dunque sistema anche l’intasamento processuale. L’indulto cancella la pena e dunque alleggerisce le carceri. Lo stesso Napolitano pone dei paletti e si ritorna al tema della gravità dei reati e dell’allarme sociale. Questo è un punto che non mi ha mai convinto, si parli di mafia, di violenza sulle donne o di terrorismo. La gravità di un reato, secondo me, è sancita dal range di oscilllazione della pena prevista e non capisco le prebende successive in termini di facilitazioni o di aggravanti.

Metto tutto quanto insieme ed osservo che:

  • i provvedimenti di clemenza sono stati l’arma di sfogo per non fare nulla; le carceri esplodono, noi le svuotiamo e poi si ricomincia
  • abbiamo un sistema carcerario (che non conosco direttamente) in cui si sta male; in cui vige il principio dello star chiusi a non far niente, in cui gli agenti di custodia si fanno ancora chiamare superiore (e a me basta la parola)
  • con tutte le caserme e gli ospedali giudiziari dismessi non capisco perché non si possa ridurre il sovraffollamento con piccole ristrutturazioni di quegli spazi e con regole di funzionamento carcerario diverse (immagino già le campagne contro le fughe facili).
  • questo paese ha bisogno di una profonda riforma della giustizia di stampo liberale ed anglosassone da cui escano perdenti i magistrati del privilegio e dei tre gradi di giudizio e la casta degli avvocati che ci campa sopra.

Sarò magari stato schematico ma spero che si sia capito cosa voglio dire.