Tutta la vita davanti – Paolo Virzì
Non proverò neanche a raccontare la trama di Tutta la vita davanti (2008); i personaggi sono tanti e hanno vite intrecciate; potete leggere il dettaglio qui.
Il film è dedicato alle donne, che dominano il film sia nei personaggi positivi sia in quelli negativi. Si descrive il mondo dei call center con finalità commerciali: in questo caso si vende a domicilio un unico elettrodomestico multifunzione e l'azienda, filiale italiana di una americana, è costruita intorno a due tipologie di dipendenti:
- le ragazze del call center che non vendono ma devono costruire l'appuntamento a domicilio,
- i venditori che ricevono gli appuntamenti e devono piazzare la merce.
Maschi e femmine sono indottrinati, invitati a gareggiare per obiettivi sempre più alti, invasati, condizionati con la musica e con il ballo in una specie di setta o società segreta come ne esistono e ne sono esistite in Italia nel settore finanziario, in quello delle assicurazioni, dei cosmetici, degli elettrodomestici.
Brave, e ora al lavoro!
A capo del call center c'è Daniela, una brava (finalmente) Sabrina Ferilli che governa le ragazze, le stimola e intanto se la intende segretamente con il megacapo Claudio (Massimo Ghini). Nel personaggio di Daniela è interessante il contrasto tra la apparenza della donna dura e positiva e la fragilità personale.
Marta (Isabella Ragonese) è la protagonista indiscussa del film. Si laurea in filosofia; è figlia di una professoressa di latino e greco di Palermo malata di cancro in fase terminale. Nella positività di Marta c'è l'imprinting di questa madre che, quando Marta gli dice di essere un po' in crisi con il fidanzato che è andato in America dicendoglielo solo alla fine, le ricorda che anche la Arendt perdonò Heidegger per una cosa molto più grave come il nazismo. E' lei a ricordagli spesso che hai tutta la vita davanti.
E al Provveditorato la domanda l'hai fatta?
Eh, certo. Pure questo.
Cominceresti con le supplenze, ma è il mestiere più bello del mondo. Mi'! Vedessi! Gli studenti chiamano tutti i giorni, perchè la nuova prof non la reggono. Le pare che si insegna con la forza. Ancora è giovane.
Marta passa le sue giornale a mandare curricula e a ricevere porte in faccia finché finisce a fare la baby sitter e poi al call center. I suoi compagni di liceo e di università, che hanno mollato lungo la strada, lavorano tutti (nei giornali, nell'industria dello spettacolo); lei no; succede con la filosofia. Ci sarà una piccola rivincita quando l'Oxford Journal of Philosophy accetta il suo saggio sul raffronto tra il pensiero di Heidegger, le dinamiche di gruppo fra le lavoratrici di un call center e quelle dei concorrenti dei reality.
Nel lavoro al call center è inaspettatamente brava; si meraviglia lei stessa; riesce ad essere positiva; inventa nuove tecniche per agganciare le signore e fissare gli appuntamenti. Ben presto scala le classifiche di risultato e il mega-capo Claudio medita addirittura di metterla al posto di Daniela.
Accanto a Marta c'è la coinquilina Sonia (Micaela Ramazzotti), bella, bionda, costantemente discinta e alle prese con avventure di passaggio. Sonia è il modello della giovane da Grande Fratello ed è lei a trovare il posto a Marta al call center dove lavora.
Sonia ha una figlia sui 5 anni, Lara, cui Marta fa da baby sitter. E' sgrammaticata, improponibile e la Ramazzotti è bravissima nell'interpretarla. Lara è spesso chiusa fuori di casa quando la mamma è impegnata, ha un cellulare con il vibracall e quando vibra vuol dire che la mamma ha finito e lei può salire in casa.
Lara è una bimba sveglia e Marta, invece di raccontargli le fiabe le racconta il mito della caverna di Pl(u)tone e, alla fine del film c'è una piccola chicca in cui è coinvolta anche Franca, la mamma di Sonia, disperata per questa figlia che fa la mignotta e desiderosa di occuparsi di Lara
Di contorno, ovviamente, patate al forno, il piatto preferito di Lara,la quale, quando Franca le chiese se da grande avrebbe voluto fare la ballerina, o la maestra, o la dottoressa, o la cantante, senza esitazione, rispose cosi:
E allora che cosa vuoi fare?
Filosofia.
Come? Fi…?
Voglio fare filosofia!
Oh, mamma mia!
Sonia: Ma perchè, è un lavoro?
Sonia: Ah, si! Come quella mia amica che fa… oddio… fisio… Fisioterapia!
Franca: Quella è un'altra cosa.
Marta: Ma che scema sei!
Franca: La filosofia è importante.
Tra gli uomini va citato Giorgio (Valerio Mastrandea) che fa il sindacalista per conto del NIDIL (Nuove identità di lavoro) il sindacato che la CGIL ha messo in piedi per intervenire sul precariato. E' una figura positiva, un po' imbranato. Sonia (che si fa anche lui, ma poi si pente per le implicazioni con Marta) gli confessa che al call center lo chiamano Tapiro de coccio, Tapiro come quello di Striscia la Notizia e de coccio perchè è de coccio.
Buona visione. Divertitetvi e pensate.
Un'ultima considerazione: il film è del 2008; con la crisi molti call center hanno chiuso e siamo con il culo per terra molto peggio di prima.
Il mio voto:9,5