Ferie d’agosto – Paolo Virzì
Ferie d'agosto (1995) è il secondo film di Virzì e, rispetto a La bella vita segna un salto di qualità che si è tradotto anche in un successo di pubblico (è stato nuovamente trasmesso in TV a fine agosto). Sono passati quasi 20 anni ma il mondo di una certa sinistra intellettuale che viene ironicamente descritto è rimasto largamente identico e lo stesso si può dire dei trucidi messi ad impersonare la destra.
Mentre scorrono i titoli di testa assistiamo ad una lite tra il giornalista dell'Unità Sandro Molino (Silvio Orlando) e la sua compagna Cecilia Sarcoli (Laura Morante) in presenza della figlia Martina, una bimba sui 6o 7 anni, molto intelligente e matura, il cui padre è un attore senza arte nè parte Mauro Santucci (Silvio Vannucci) che compare nel film in compagnia di Francesca (Antonella Ponziani), una ex fidanzata di Sandro che sembra essere la perfetta interprete della giovane di sinistra (già vista in Ecce Bombo), che non fa nulla nella vita, che legge, scrive, va alle mostre, e che che è l'altra metà della mela di Mauro (insicuro, che sogna grandi successi teatrali e nella attesa gira spot per la pubblicità).
Mi sembri il mio professore di latino e greco. Sei un incubo
Sandro, come ogni anno è sbarcato a Ventotene per le vacanze; ha affittato una villetta rigorosamente senza energia elettrica ed è accompagnato, oltre ai già citati, da due lesbiche in perenne litigio da innamorate, dal figlio adolescente di una di loro, da Roberto uno sbalestrato che vive tra ONG e programmi di assistenza per il terzo mondo.
Sull'altro versante arriva un gruppo di trucidi tenuti insieme dalle mogli che sono sorelle: Luciana (Tiziana Cruciani) si sente una donna arrivata, ma è inquieta perché si rende conto che il marito Ruggero (Ennio Fantastichini) è innamorato della sorella Marisa (Sabrina Ferilli) che, come nel film precedente, è inquieta. Non si sente realizzata in mezzo a quei burini ed è preoccupata per le battute che il cognato fa continuamente nei confronti del marito Marcello (Piero Natoli) verso cui è debitore per un prestito di 50 milioni servito per acquistare una profumeria. Marcello è un cantante mancato e vive male il tran tran da negoziante, vive male il disprezzo della moglie, vive male le battute di Ruggero che si sente un arrivato, un self made man che ora desidera solo spendere e spandere.
Se da Sandro non c'è la corrente, nella casa di fianco, da Ruggero ci sono il TV color, la barca a noleggio, la pesca subacquea con cattura di uno squaletto da due etti, il tiro a segno di nascosto, le collanone d'oro al collo.
Non possono che innescarsi screzi da cattivo vicinato: le regole e il bon ton della sinistra contro gli schiamazzi e il burinaggio; c'è una bellissima scena in cui tutto il gruppo di sinistra canta a lume di candela Nostra patria è il mondo intero, nostra legge la libertà … e Marcello che è arrivato a protestare contro il casino prosegue cantando e noi ie dimo e noi ie famo, ciai messo l'acqua e non te pagamo.
C'è anche un giovane ingegnere senegalese Tewill che vende occhiali da sole sulla spiaggia. Sarà oggetto di scherno da parte di Ruggero che vuole dargli due mila lire pe un paio di occhiali acquistati dalla moglie per quindicimila; i due cognati in giro per le colline a fare tiro a segno decidono di fargli uno scherzo; puntano alla radio di Tewill ma colpiscono il fornelletto a gas che esplode e lo ustiona.
La vicenda di Tewill fa entrare in scena i carabinieri e innesca una nuova lite di vicinato sul tema del razzismo. Il brigadiere è interpretato da un bravissimo Rocco Papaleo; un personaggio con il chiodo fisso delle donne, che non lo apprezzano, e che fa la parte del carabiniere che vuole appianare, che non vuole indagare e che alla fine darà il foglio di via a Tewill.
Nella sera di ferragosto accade un po' di tutto; è la sera delle trasgressioni e delle verità in cui i diversi personaggi si lasciano andare (sesso, confessioni, trasgressioni…). Poi il mondo ricomincia.
Il mio voto: 9