Bella addormentata – Marco Bellocchio

Bella addormentata (2012) è stato presentato alla mostra di Venezia l'anno scorso e la sua uscita fu circondata da una grande attesa. Glielo daranno il Leone d'Oro? Bellocchio che l'anno prima aveva avuto il Leone alla carriera, insieme a Bertolucci, ci contava, ma ha ha avuto solo la nomination mentre il film e i suoi attori hanno avuto molti altri riconoscimenti altrove.

La vicenda diretta di Eluana e del papà Beppino non ci sono direttamente; fanno invece da sfondo al film insieme ad un po' di materiale documentario. Non si tratta, per capirci, di un film alla Giovanni Ferrara o alla Francesco Rosi.

  • un senatore di Forza Italia, Uliano Beffardi (Toni Servillo) ha visto morire tra le sue braccia la moglie che gli chiedeva di morire. E' un ex socialista di quelli che hanno continuato a pensare e a soffrire anche dopo Forza Italia. Contro il parere di un amico e compagno di cordata, disegnato come un incrocio tra l'ex De Michelis e l'attuale Brunetta, che lo consiglia di darsi malato, di non farsi problemi, vorrebbe votare contro la legge contro l'accanimento terapeutico. La ricordate? Era la legge inventata per impedire che fosse applicata la sentenza del tribunale sulla sospensione della alimentazione di Eluana da Quagliariello (ex radicale) e Sacconi (ex socialista) con la benedizione del Banana ("mi dicono che Eluana potrebbe ancora avere dei figli"). Uliano è tormentato ma alla fine decide che voterà contro e si dimetterà da senatore; lo farà in un discorso in cui racconta di avere aiutato la moglie, in fase terminale e che lo chiedeva, a morire dopo averle spento il respiratore. Quando viene il suo turno arriva invece l'annuncio della morte di Eluana e quel discorso, così come la legge, non si farà più. Ma Uliano, alla fine del film, racconta alla figlia Maria che lui si dimetterà comunque. Padre e figlia si ritrovano nell'amore, un amore che sfuma tensioni e contrasti senza annullare le differenze ("L'amore cambia il modo di vedere, non è vero che acceca, anzi").
  • Maria (Alba Rohrwacher) è del Movimento per la vita e davanti alla clinica di Udine dove è andata a manifestare (ricordate la catena delle bottiglie di acqua minerale?) si incontra-scontra con due fratelli della parte avversa: Pipino (Fabrizio Falco) un giovane impulsivo, violento e border line e il fratello Roberto (Michele Riondino) che lo segue e lo controlla. Dopo il secondo scontro quando Pipino si butta contro i manifestanti fuori dalla clinica di Udine (nel primo Pipino sbatte in faccia a Maria l'acqua minerale) Roberto scrive il suoi numero di cellulare sul polso di Maria e la sera stessa i due sono a letto insieme. E' l'episodio minore del film ma è funzionale al messaggio sull'amore e sul contrasto tra ideologia e realtà.
  • Una bellissima e raffinata Isabelle Huppert interpreta la parte di una grande attrice (la Divina Madre) sposata ad un altro attore (GianMarco Tognazzi) e con un figlio (Brenno Placido) che sta per entrare all'accademia d'arte drammatica ma soprattutto vorrebbe che in famiglia si tornasse alla norma. C'è infatti una bellissima sorella, da tempo in coma, attaccata al respiratore su cui la madre ha scaricato tutta la sua vita; vive per lei in una bellissima casa con infermiere fisse mentre il marito ed il figlio guardano la famiglia che si sta sfasciando e non sanno cosa fare. Dice la Huppert, commentando il personaggio: «Vuole tenersela vicina, deve continuare a fare parte della sua vita quotidiana. La Divina Madre pensa che la figlia la veda e senta le sue parole, e vive nella speranza, nella follia, nell’ossessione che si sveglierà. Invece ogni giorno muore un po’ anche lei…. Vuole tenersela vicina, deve continuare a fare parte della sua vita quotidiana.».
  • La casa della Divina madre con il lusso, le suore, le infermiere e il senso di inutilità che si respira fa da controaltare alla quarta storia quella tra la tossicodipendente Rossa (Maya Sansa) e il medico Pallido (Marco Tognazzi). Qui siamo in ospedale e la tossica viene gestita come un problema di cui ci si deve liberare al più presto, al punto di prescriverne la dimissione quando la giovane è ancora sedata. Ma Pallido se ne fa carico, impedisce la dimissione e la veglia, viene insultato, la salva una prima volta dal suicidio e mentre Pallido, distrutto dalla fatica, si addormenta Rossa si sveglia, apre la finestra, ma non ci riprova; anzi va da Pallido che dorme su una sedia e gli toglie le scarpe prima di tornare a letto.

Bellocchio ha fatto una operazione analoga a quella di Buongiorno notte: non si occupa di storia o di cronaca; prende spunto dai fatti e ci lavora sopra in maniera soft; non ci dice che hanno ragione tutti; ci dice che il reale è complesso e che tutti hanno delle ragioni. Ne escono male i politici del potere duramente svillaneggiati da Roberto Herlitzka che interpreta la parte di uno psichiatra disincantato.


Il mio voto: 8,5