pagare l’IMU, pagare i ticket, non rubare sull’ISEE
Uno dei segni di debolezza della politica, di tutta la politica, non solo del PDL, sta nella incapacità di dire le cose come stanno. Ci provano ogni tanto i partiti di centro e, anche per questo, lo schieramento complessivo sta sempre sotto il 10%.
Pagare le tasse fa male, o meglio, dispiace e infatti le uniche fonti sicure di entrata per lo stato sono quelle da cui non si può evadere: le tasse sul lavoro dipendente e l'IVA; dimenticavo altre due tasse poco amate e di difficile evasione l'ICI (ora IMU) e l'IRAP. L'IRAP pesa molto sulle imprese probailmente è ingiusta ma serve a ripianare i deficit della sanità pubblica e proprio per la sua iniquità, viene in una certa misura evasa lavorando con il nero.
Partiamo dall'IMU: bisognerebbe avere più coraggio nel dire che non va abolita neanche per la prima casa ed imparare a lavorare un po' di più sui dettagli; parlo delle aliquote. Con la scusa che le aliquote non fanno ideologia e che i comuni sono alla canna del gas, quelle sulle seconde case sono schizzate dal 6, all'8 al, 10, al 12 per mille mentre quella per le prime case rimaneva al 4 e si aprivano grandi dibattiti sulla abolizione. E' una battaglia ideologica, dallo scarso valore in termini economici, eppure è una battaglia che paga politicamente, tanto è vero che, per un certo periodo, gli Italiani si sono arrangiati: seconde case nello stesso comune affittate in nero e in cui si fingeva che abitasse un pezzo di nucleo famigliare.
Mi chiedo: perché si deve esentare dall'IMU una prima casa di lusso senza entrare nel merito del rapporto tra metratura e numero di persone che ci abitano, senza entrare nel merito della collocazione e del valore reale di quel bene? Da quanti anni sento parlare della riforma del catasto? L'unica riforma è stata la rivalutazione parametrica delle rendite per importi che, alla fine, non hanno cambiato nulla e che essendo basate sui principi di linearità non distinguono tra un bene che invece di valere 1 vale 1.1 e un bene che invece di valere 1 vale 100.
Stabilerei il principio che l'aliquota del 4 per mille, come minimo di base, la pagano tutti e poi si entra nel merito dei parametri che citavo prima e li si usa per far lievitare le aliquote, comunque non oltre il 10. Lo stesso criterio lo applicherei per le seconde case, ma con un range di aliquote dal 6 al 12 (naturalmente restano fuori da questo ragionamento le superville, soprattutto se l'interessato ne possiede più di una). Il problema dei grandi patrimoni, delle rendite fondiarie, del come colpirle, senza torturarle, va affrontato diversamente lavorando sui redditi che da questi beni provengono in termini di affitti (quasi sempre in nero). E' ben noto che nelle città sedi universitarie c'è metà della popolazione che campa sugli introiti degli studenti da Bologna, a Pavia, a Perugia, a Siena, a Venezia dove una camera con bagno vale dai 500 ai 1'000 euro al mese, puliti (provenienti da una prima casa su cui non si paga l'IMU).
Dunque: serietà fiscale e serietà nel far emergere ciò che esiste, che si sa che esiste, ma non compare.
L'ultima operazione della Guardia della Finanza ha fatto emergere una verità che tutti sanno ma contro cui non si fa nulla, perché è impopolare: metà delle esenzioni sui ticket sono fasulle. Ma va? Hai più di 65 anni? Se non fai presente che non sei nella fascia di reddito da esenzione, per default non paghi; metti una firma che nessuno controlleà mai e via.
In compenso ci sono poi i paradossi tipo l'esame del PSA che fa da primo screening per individuare il cancro alla prostata. Quello si paga e si paga salato perché sembra che la medicina preventiva e gli screening si facciano solo per le patologie più di moda e la prostata non è tra quelle.
Sempre dall'ultima indagine della GDF è emerso che 10 piloti in cassa integrazione lavoravano sulle rotte del Medio Oriente in nero. Qui c'è un meccanismo perverso nelle regole della cassa integrazione come nei sussidi di disoccupazione che va ben oltre il caso dei piloti. Accettare un lavoro, soprattutto se breve, non è conveniente. Meglio lavorare in nero e percepire i sussidi. So di gente che teorizza il vivere fuori da tasse e contributi tanto, arrivati a 65 anni, ci sarà la pensione sociale che, con l'aria che tira, sarà più alta o comunque non inferiore a quella contributiva.
Sentivo ieri in radio che 15 anni fa l'Italia e la Germania producevano lo stesso numero di automobili; ora l'Italia è a 500'000 e la Germania a 7 milioni. Si continua a sottolineare che siamo il secondo paese manifatturiero d'Europa e chissa se lo sareme ancora l'anno venturo. Vogliamo occuparci un po' di più della produzione? Di chi investe per produrre, di chi cerca di continuare ad esportare? Serve un patto per il lavoro che metta gli investimenti produttivi al primo posto.
Lo so che è fuori moda, ma io sento un po' di nostalgia per la battaglia di Berlinguer (Enrico) per la moralità, il rigore, l'austerità, la sobrietà. Il tutto senza fare sconti alla modernità perché non credo che la Germania sia un paese triste. E' un paese serio.