Papà … è in viaggio d’affari: Emir Kusturica
Papà … è in viaggio d'affari (1985, Otac na službenom putu) è il secondo film di Kusturica, dopo ti ricordi di Dolly Bell, e il regista serbo bosniaco ha fatto centro al festival di Cannes; 10 anni dopo con Underground farà di nuovo centro. La sceneggiatura è firmata, come nel film di esordio, da Abdulah Sidran, bosniaco musulmano come Kusturica (e nel film il papà parte per il suo viaggio d'affari proprio nel giorno in cui tutta la famiglia è riunita per festeggiare la circoncisione dei due bambini che viene eseguita dallo zio con un dettaglio di immagini in cui non si lascia nulla alla fantasia).
Prosegue il processo di crescita di Kusturica, sia sul piano tematico, sia sul piano tecnico, che raggiungerà l'apice con Underground e Kusturica guarda dentro la sua vita di bambino (anche se lui è del 54 e i fatti si svolgono dal 49 al 52 e dunque ci parla di cose che gli hanno raccontato). Sono gli anni del periodo più buio del regime titino quando, dopo la rottura con Stalin, i comunisti jugoslavi decisero che si doveva tentare una via alternativa allo stalinismo, ma la praticarono con la fobia dei cominformisti all'interno. Chi rimaneva fedele alla casa madre, o anche solo osava dire ma …., veniva mandato al confino o ai lavori forzati per essere rieducato.
I personaggi principali sono:
- Mesa (che nel film è pronunciato Misha) interpretato da Miky Manojlovíc che ritroveremo in Underground nella parte di Marko. Mesa è un personaggio tranqullo, con un lavoro che lo porta a viaggiare, con la passione per il sesso. In una delle prime scene compera da un contrabbandiere sul treno i regali per il ritorno: un obiettivo, un tric-trac per i due figli e due rossetti, uno per l'amante che si è appena incazzata e uno per la moglie. Gli piace dire quello che pensa e questo aspetto sarà la causa dei suoi problemi. Un giorno sul treno, mentre sfoglia il giornale "Politika" vede una vignetta che irride all'URSS con Marx che lavora al Capitale mentre dal muro lo osserva un ritratto di Stalin. Mi pare che stiano esagerando, dice Misha. Ma di fronte a lui c'è l'amante stufa del tran tran clandestino: una giovane professoressa di educazione fisica che si ricorderà della battuta mentre chiacchera con il nuovo fidanzato, il cognato di Misha, funzionario della polizia politica. Lo ricorda in maniera innocente, ma tanto basta a scatenare l'inchiesta: Misha è un cominformista e dovrà essere rieducato. Non c'è processo, non c'è sentenza, fa tutto la polizia.
- La moglie Senija (Mirjana Karanovic che in Underground farà la moglie di Petar morta di parto nel dare alla luce Jovan), fedele e gelosa che sta dietro ai due figli: Malik, il minore che ha 7 anni e fa da voce narrante e Mirza il più grande appassionato di obiettivi, pellicole e che sogna di darsi al cinema. Malik è sonnambulo e i suoi viaggi notturni (veri o simulati) scandiscono le fasi più drammatiche o comiche del film.
Intorno a loro ci sono
- il nonno che, alla fine del film, se ne andrà in istituto alla ricerca di una libertà che non trova più in famiglia e nella società
- il cognato poliziotto, tetro e deluso di sè al punto di annegarsi nell'alcol,
- il dottore, un profugo russo che vive ai margini delle azioni di lavoro coatto e che ha un figlia leucemica di cui si innamora Malik,
- il responsabile della fase finale della rieducazione di Misha Ostoja Cekić. Siamo sulla Drina, dove si sta per realizzare una grande centrale idroelettrica. Misha ha avuto la possbilità di avere una casa e si è trasferita da lui l'intera famiglia. L'attore che impersona Cekić è lo stesso che fa il padre in ti ricordi di Dolly Bell. E' una figura interessante, affezzionato a Misha, con cui gioca a scacchi, ma duro nel definire i vincoli del sistema. Si parla della prossima trasfusione per la figlia del dottore e della prognosi infausta. "L'ha voluta, non si fanno figli a 50 anni, ogni cosa a suo tempo". "Non può vivere dove vuole, che possa almeno far figli quando vuole". "Sai una cosa, non dire cazzate …" "Io pensavo solo che …" "Tu non pensavi niente … se pensavi prima, non saresti qui". In un'altra scena, dopo che Malik, grazie ai successi scolastici, ha avuto il privilegio di portare la fiaccola della staffetta alla festa di fine lavori, Cekić chiama Misha per un colloquio in stile Ghepeu: "Chi gli ha scritto il discorso?" "Lo chiedi a me chi glielo ha scritto?" "E tu non hai corretto qualcosa?" "Per chi mi prendi compagno Cekić, per un matto?" "La ragazza ha detto con il partito e Tito, e tuo figlio ha detto con Tito e il partito" " Ma non è la stessa cosa?" "Se lo avessi scritto o corretto tu in quale ordine li avresti messi?" "Per me, compagno Cekić, è la stessa cosa, il partito ce lo ha insegnato. Il partito è Tito e Tito è il partito, e il partito siamo tutti noi." "Bene Misha, ben detto, vuoi bere qualcosa?"
- l'amante Ankica Vidmar che si becca una suonata di sberle davanti agli alunni da parte di Senija quando suo fratello (che si è sposato con Ankica) continua a rifiutarsi di spiegare quali siano state le accuse contro il marito; ma Misha (che è ai lavori forzati) le dice che può chiedere a Ankica, ma forse è meglio di no. Intuito femminile? Alla fine del film, durante un matrimonio in puro stile balcanico, inondato dalla slivovitz (la grappa di prugne che in tanti abbiamo gustato negli anni 70), il poliziotto fa i conti con il suo squallore e compie, da ubriaco, un atto di autolesionismo. Mentre tutti si preoccupano della cosa, inclusa la sorella Senija, in avanzato stato di gravidanza, Misha si riprende Ankica con la forza in un amplesso a metà tra lo stupro e il quando ci vuole ci vuole (mentre Malik guarda la scena perplesso con in mano il pallone da calcio finalmente arrivato). Ankica rimane da sola e annebbiata dallo slivovitz tenta di impiccarsi con la corda della sciacquone del water, ma sbaglia la misura e il risultato è solo uno scroscio d'acqua.
Di scene un po' surreali come quella del water ce ne sono molte altre: le crisi di sonnambulismo di Malik quando vuole le coccole (e va nel letto dei genitori, oppure a casa della fidanzatina), quella in cui Malik visto che il padre si sta sdraiando sulla sedia per fare il piedino ad una signorina, va sotto il tavolo, guarda la scena e poi incendia la gonna della fanciulla, la radio che inneggia alla vittoria della nazionale di calcio sulla squadra russa mentre avviene la resa dei conti, i finti funerali con bara vuota per denunciare la sparizione dei dissidenti. Dice Malik, ad un certo punto, "Mi sono innamorato il 2 settembre 1951, il giorno che la Jugoslavia ha battuto la Svezia per 2 a 1."
Il mio voto: 9