Moro, noi e gli altri

A 35 anni di distanza mi vengono in mente alcune cose: la tragedia sua personale e quella della sua famiglia, la tragedia di tutte le vittime e quella degli assassini che parlavano di geometrica potenza  o di  geometrica perfezione, l'abisso che separava e separa la cultura di alcuni padri della repubblica dai nani che si vedono in giro, il fatto che il pugno chiuso e la bandiera rossa non possono stare sia al funerale di Moro sia a quello di Prospero Gallinari, la figura di Guido Rossa: pragmatico, alpinista, comprensivo ma fermo – oggi pressoché dimenticato, il tema della contiguità che, attraverso piccoli cambiamenti e piccole connivenze ti fa passare dal socialismo alle peggiori efferatezze, la stupidità di chi si mette a fare i distinguo tra il lutto per Peppino Impastato, compagno vittima della mafia e querllo per Aldo Moro alfiere del capitalismo (sic).

Di queste cose ho scritto in alcuni post, in magfgioranza dedicati a film e libri che vi ripropongo. Buona lettura.