Ipocrisia

Il partito ministeriale del politicamente corretto per mano del direttore generale dell'Istruzione Lucrezia Stellacci ha colpito ancora ed ha emanato una nota relativa ai contributi che ogni scuola superiore, da anni, richiede agli iscritti per consentire alla scuola stessa non dico di volare ad alta quota ma semplicemente di sopravvivere. Si tratta di contributi volontari che variano dagli 80 ai 200 euro l'anno che le scuole più virtuose non solo richiedono precisando che si tratta di un contributo liberale solo caldeggiato, ma si impegnano poi a spendere in servizi agli studenti e in investimenti.

Negli Istituti Tecnici c'è anche una vecchia normativa relativa ai contributi per spese di laboratorio, mai abrogata ma nemmeno mai aggiornata: e questo è tipico del nostro sistema di istruzione. Scrive la Stellacci:

Nonostante le indicazioni fornite con la precedente nota prot. n. 312 del 20/3/2012, continuano a pervenire a questo Dipartimento da parte delle famiglie, numerose segnalazioni di irregolarità ed abusi nella richiesta dei contributi scolastici. Le lamentele sono divenute ancora più pressanti in coincidenza con il periodo delle iscrizioni, al punto che persino una nota trasmissione televisiva ha messo in onda un servizio in cui si denuncia la prassi di alcune istituzioni scolastiche di considerare come obbligatori i contributi deliberati dal consiglio d'istituto e di pretenderne il versamento all'atto dell'iscrizione.

La televisione no, e mi ricorda il dibattito concorrenziale tra poliziotti e carabinieri nelle trasmissioni di Arbore.

Nessuna ulteriore capacità impositiva viene riconosciuta dall'ordinamento a favore delle istituzioni scolastiche, i cui consigli di istituto, pur potendo deliberare la richiesta alle famiglie di contributi di natura volontaria, non trovano però in nessuna norma la fonte di un vero e proprio potere di imposizione che legittimi la pretesa di un versamento obbligatorio di tali contributi. A tal proposito, non si può che richiamare l'articolo 23 della Costituzione, ai sensi del quale "nessuna prestazione personale o patrimoniale può essere imposta se non in base alle legge".

… Qualunque somma, ulteriore alle tasse erariali e a quanto strettamente necessario per il rimborso di spese sostenute dalla scuola per conto delle famiglie (come già chiarito nella precedente nota n. 312), può essere quindi richiesta soltanto quale contribuzione volontaria, erogazione liberale con cui le famiglie, con spirito collaborativo e nella massima trasparenza, partecipano al miglioramento dell'offerta formativa e al suo ampliamento al di là dei livelli essenziali.

Tale impianto, ovviamente, non può essere messo in discussione in nome dell'autonomia scolastica, la quale, come è noto, è funzionale al perseguimento degli obiettivi del sistema nazionale di istruzione e deve evidentemente svolgersi nel pieno rispetto delle norme, soprattutto se di rango costituzionale, poste a tutela di tali obiettivi, nonché nell'osservanza delle disposizioni emanate dall'amministrazione centrale, come la presente e la più volte richiamata nota 312, finalizzate esclusivamente a salvaguardare il diritto allo studio dei singoli e a garantire il corretto funzionamento del sistema.

Cose note; dove sta l'ipocrisia? In quello che non si dice. Come mai le scuole chiedono i contributi? I Dirigenti scolastici che nel modello berlingueriano di autonomia governavano istituzioni di dimensione sensata e disponevano quasi sempre di un vicepreside distaccato dall'insegnamento sovraintendono ora a più scuole e rischiano sempre di più di diventare dei passacarte. Tra circolari ministeriali, circolari degli uffici scolastici regionali e circolari delle strutture amministrative provinciali si è costretti, data la numerosità, a non leggere nemmeno tutto quello che arriva, non dico ad agire di conseguenza. I vicepresidi sopravvivono con esonero nelle scuole con più di 1500 studenti e di governance delle istituzioni scolastiche non ne parla più nessuno, incluse le forze politiche.

A tutto ciò si è aggiunta l'insana pratica della reggenza: uno stesso DS oltre alla sua scuola ne ha un'altra (senza titolare) in cui passa a un paio di giorni la settimana a mettere le firme.

C'è un problema serio di organizzazione interna alla istituzione scolastica da retribuire. Vi pare non dico indecente, ma almeno insensato, il fatto che in una struttura in cui lavorano 100 laureati la struttura dirigenziale sia composta da un dirigente (se c'è) e sotto di essa ci sia la orizzontalità assoluta il cui unico dovere controllato sia quello delle 18 ore di insegnamento? E' questa la ragione per cui non mi entusiasmano i provvedimenti spizzichino (ultimo quello sulla (auto)-valutazione delle istituzioni scolastiche) in assenza di una riorganizzazione generale.

La struttura per far andare avanti la baracca se la deve costruire il DS e con quali risorse visto che si tratta di una lavoro aggiuntivo che in alcuni casi richiede un impegno pari a quello delle 18 ore di insegnamento? Così il DS più accorto utilizza il Fondo della Istituzione Scolastica e diciamo che investe 2 o 3 decine di migliaia di euro per il buon funzionamento della scuola. Cito, per esempio, i responsabili di sede, i coordinatori dei Consigli di Classe o i capi Dipartimento che si occupano di funzionamento, di coordinamento didattico e di rapporto con le famiglie. Circa i 2/3 del FIS se ne va in queste cose.

Non sfugge a questo Dipartimento che il contributo delle famiglie rappresenta una fonte essenziale per assicurare un'offerta formativa che miri a raggiungere livelli qualitativi sempre più elevati, soprattutto in considerazione delle ben note riduzioni della spesa pubblica che hanno caratterizzato gli ultimi anni. Tuttavia, oltre a rinnovare l'invito ad una gestione corretta ed efficiente delle risorse pubbliche, si ritiene auspicabile che le scuole acquisiscano tale contributo non attraverso comportamenti vessatori e poco trasparenti, bensì facendo leva sullo spirito di collaborazione e di partecipazione delle famiglie, le quali, si è certi, ben comprendono l'importanza di risorse aggiuntive per la qualità dell'offerta.
….

Ma va? Anche Lucrezia Stellacci lo sa. E cosa propone?

Si ricorda, infine, che qualunque discriminazione ingiustificata a danno degli studenti derivante dal rifiuto di versamento del contributo in questione, sia in termini di valutazione che disciplinari, risulterebbe del tutto illegittima e gravemente lesiva del diritto allo studio dei singoli Si invitano, pertanto, tutti i dirigenti scolastici ad astenersi, sia all'atto dell'iscrizione che nel corso dell'anno scolastico, da qualunque comportamento volto ad esigere coattivamente il versamento di contributi il cui carattere resta assolutamente volontario.
Ove dovessero pervenire a questo Dipartimento ulteriori segnalazioni di irregolarità, queste saranno trasmesse ai direttori degli Uffici scolastici regionali, i quali, nell'ambito della propria esclusiva competenza, provvederanno ad operare tempestivamente le opportune verifiche ed eventualmente ad assumere tutte le conseguenti determinazioni, anche di carattere sanzionatorio, in relazione alla gravità dei fatti contestati.

Come si vede non propone nulla; lei fa il guardiano della legge. Occhio, perché se sbagli ti sanziono. Il DS illuminato con oculatezza e trasparenza chiede allora dei soldi alle famiglie e fa, ovviamente, approvare anche criteri di esenzione automatica (per reddito e per merito). Poi si impegna a spendere per migliorare l'offerta formativa (investimenti non progettifici) rendicontare e a coinvolgere.

Io sono convinto che se per esempio si gestisse in autonomia il problema dei libri di testo, se le scuole potessero dire alle famiglie che non devono spendere ogni anno dai 300 ai 500 euro in libri largamente inutili e che la scuoal chiede alle famiglie una parte di quel risparmio per investimenti e dotazioni tecnologiche sarebbe un bel progresso. Eh no, come chiarito nella nota protocollo ….

Ma deve essere chiaro, in primo luogo ai politici, che la riforma dello stato giuridico dei docenti, la diversificazione delle carriere, la revisione dell'orario di servizio, stipendi adeguati non sono cose inutili come ama affermare la responsabile scuola del PD Francesca Puglisi.

Giusto per curiosità questa, in coda al curriculum disponibile sul sito del ministero, è la retribuzione di Lucrezia Stellacci:

stipendio tabellare posizione parte
fissa
posizione parte
variabile
retribuzione di
risultato
altro Totale annuo
€ 55.397,39 € 36.299,70 € 112.449,44 € 30.062,44 € 3.570,36 € 237.779,33

Quasi 240 mila euro l'anno: quel che si dice un bel prendere. Soldi probabilmente meritati ma che non invogliano a scuotere la baracca.