Vendola, l’orecchino e l’Ego

Ho scoperto navigando sul sito del Foglio l’esistenza, da parte di Claudio Cerasa Cerazade, di una simpatica rubrica in cui vengono riportate con frequenza plurisettimanale le perle di saggezza o profezia emesse dal simpatico Niki Vendola. La cosa prosegue dal 2011 e, ovviamente, le frasi meritevoli di che stai a dì non sono necessariamente tutte fuori luogo.

La cosa mi ha incuriosito e Google alla mano ho scoperto che numerosissimi blogger seguono da tempo il fenomeno Babele delle Lingue.

Ho riportato tra le citazioni solo quelle da cui emergono un ego spropositato e una concezione del mondo e della vita che rendono legittime non solo le domande di Monti su Vendola e la CGIL ma più semplicemente quella sulla sensatezza od opportunità di mettere un certo tipo di sinistra tra i comprimari del progetto riformista del PD.

Per altro, lo si è visto con Ingroia e i suoi cavalieri della Apocalisse, dopo la fine del PCI, va messo nel conto che a sinistra si debba esprimere comunque una forza di contestazione che un po’ dialoga con il sistema democratico e un po’ parte per la tangente in nome dei diritti dei movimenti. Allearsi con essa non è obbligatorio.

Rispetto al blog di Cerasa mi sono limitato a fare una selezione e ho organizzato le citazioni (quasi tutte del 2011 e 2012) per aree tematiche.


Babele delle lingue

  • «dentro il recinto delle compatibilità date non esiste una risposta strutturale»
  • “Vorrebbe che il centrosinistra riprendesse in mano la questione morale con una capacità di autobonifica sconosciuta all’innocentismo ‘a prescindere’ della destra”.
  • “Cos’è il machismo? E’ l’elaborazione dell’angoscia dell’impotenza che il genere maschile si porta dalla notte dei tempi appresso”.
  • Nichi, ma in che modo la libertà sessuata, per te, diventa un fattore di successo? “Attraverso la sessuazione di un processo elettorale”.
  • “Cambia molto se la democrazia è non soltanto la fotografia sincronica degli umori ideologico-culturali del presente ma se, in qualche maniera, ha una capacità, se possiamo dire così, di proiezione diacronica, di prospettazione che va oltre il limite generazionale, se il ‘bene comune’ lo preserva con lungimiranza, se assume la bisessuazione del linguaggio che la fonda come principio di realtà ed esodo dalla gabbia del neutro-maschile”.
  • “Aggiungo, sommessamente, che dobbiamo reagire contro quella autentica mafia planetaria che ci ricatta e ci paralizza: la mafia delle parole capovolte sgusciate, quella delle domande sbagliate, delle domande mistificate, delle domande che prevedono solo risposte che eternizzano quei rapporti di mercificazione il cui orizzonte è nichilista”.
  • “Morte, bellezza, dolore. Le tre parole sono sorelle, stanno in qualche maniera dentro una danza vitale. A me ricordano il Dio che danza la vita, e danzare la vita non è un modo per fuggire dalla inquietudine del pensiero della bellezza, dalla drammaticità (che ci rende fratelli e sorelle) dell’esperienza del dolore e dall’incombenza della morte”.
  • “Dopo una lunga stagione di modernità orwelliana, di inversione semantica del significato delle parole, una manipolazione del linguaggio e dei segni continuo e permanente, abbiamo bisogno di creare un nuovo vocabolario che ci restituisca il significato autentico delle parole: quel significato umano delle parole che arricchisce il vocabolario del cambiamento. Un vocabolario libero dall’inganno lessicale che abbiamo vissuto in questi anni: buono per un’antropologia di normodotati”.
  • “Mi spiace, ma in nessun’altra parte del mondo esiste la stessa dittatura della volgarizzazione del nostro paese”
  • Nichi, ma la politica può dare la felicità, o deve limitarsi a garantire la libertà? “La verità è che si enfatizza troppo l’oralità oracolare di cui io sarei protagonista semplicemente perché è passata l’idea che la politica sia unicamente amministrazione, e che la sinistra non possa che essere un paradigma adattivo”.
  • “La nostra società ha trasformato la libertà in materia gassosa e in un’attitudine mercantile”.
  • L’idea che si possa attraversare un periodo storico culturale e pittorico con il paradigma olfattivo e connettendo tra loro i sensi, è un’idea straordinaria come strepitosa è questa capacità della luce di produrre una sensazione multisensoriale”
  • “Adesso dobbiamo discutere nel merito l’agenda della realtà”.
  • “Viviamo ormai in un regime ferroviario angosciante”
  • “Dobbiamo bonificare il territorio abitato dalla materia semantica, dai depositi di parole”
  • “Il berlusconismo è la prosecuzione del lavoro di scavo sull’ordine del simbolico e sul disordine del discorso, sui totem e sui tabù di una sessualità compulsiva e strangolata dall’ansia dell’onnipotenza e la paura dell’impotenza”.
  • “Anche a sinistra, non esistono più “partiti fratelli”. Esistono “partite sorelle”

Coerenza

  • “Togliersi l’elmo è il gesto nel quale più mi identifico dentro quella contesa aspra e cruda con cui spesso si presenta a noi la politica”.

Il corpo

  • “Perché ho l’orecchino? Mi piaceva l’idea di firmare il mio corpo, inserire una micro-mutazione nella mia corporeità”.
  • “Ricordo la sensazione di infinita libertà nell’andare a cercare un orecchino adeguato alle mie tasche, un semplice cerchietto d’oro, e il dolore del buco fatto in gioielleria, lì capii quanto la bellezza nasca nel grembo del dolore”.
  • “Dicono che gli uomini sono angeli con un’ala soltanto: devono tenersi abbracciati per poter volare. Buon volo! Buon abbraccio!”.
  • “L’orecchino, come direbbe Roland Barthes, è il punctum: la cosa che ti punge e che ti attira. Qualcosa di irregolare, soprattutto quando vive nell’asimmetria della sua solitudine, lui che era nato per essere simmetrico con il suo gemello. Io lo volevo, e lo dissi a mia madre”.
  • “L’orecchino è stato il completamento del mio corpo. Il tocco che c’ho messo io, una firma. Questa firma mi aiuta a uscire da me stesso”.
  • “L’enologia accompagna l’agroalimentare a dotarsi di competenze, di specialismi e di futuro. Questo calice di rosato oggi ci ha fatto ragionare su tante questioni. Spero che non siano discorsi ebbri, ma ragionamenti sobriamente carichi di futuro”
  • “Quello che pensava la tecno-burocrazia di Bruxelles sul rosè è frutto di un pregiudizio diffuso nell’opinione pubblica. Ecco perché bisogna riscattare l’onore del rosè, bisogna raccontare che questo vino ha una sua personalità, una sua culla specifica, un suo percorso di accompagnamento alla crescita che è delicato e complesso”
  • “Non ho mai negato che sento sclerotizzate le mie antenne”.
  • “Il mio è un no alla precarizzazione globale del mercato del lavoro e del mercato della vita”
  • “Negli ultimi sette anni mi sono lasciato andare solo alla scrittura di qualche filastrocca come puro divertissement. Però sono sette anni che mi cresce tanta poesia in testa e non sono ancora riuscito a partorirla”.
  • “Sono trent’anni che la sinistra bacia il rospo: è tempo di finirla, tanto non si trasforma in principe azzurro”.
  • Berlusconi è un premier che vive in erezione sulla scena pubblica.
  •  Nichi, ma in che modo la libertà sessuata, per te, diventa un fattore di successo? “Attraverso la sessuazione di un processo elettorale”.
  • L’omosessualità è un pezzo del mio scisma dalle “due chiese”, dalla chiesa comunista e dalla chiesa cattolica. Raccontava il nocciolo duro della mia dignità e libertà e ha rappresentato lo spazio di autonomia dalle mie fedi, o insieme di verifica delle mie fedi.

Intellettuali di sinistra

  • “Ovviamente non sono la persona deputata alle risposte. Posso solo allargare l’ambito delle domande.”
  • Dobbiamo osare la speranza”
  • “La Verità con la v maiuscola è fonte di violenza”
  • “La soluzione ai problemi non la troviamo se ci sediamo attorno a un tavolo noi che siamo portatori di codici criptati. Noi abbiamo bisogno di fare l’alleanza fuori da questo tavolo con quei soggetti sociali che per esempio si arrampicano sui tetti”.
  • “Nella modestia materiale delle condizioni della mia famiglia, ho costruito la mia immagine attraverso la letteratura e le suggestioni estetiche che soprattutto la grande letteratura ispanica mi ispirava”.
  • “Vengo rimproverato, anzi mi viene mossa un’imputazione di reato. Io sono reo di porto abusivo di sogno e devo dire che tendenzialmente mi dichiaro colpevole”.
  • “Aggiungo, sommessamente, che dobbiamo reagire contro quella autentica mafia planetaria che ci ricatta e ci paralizza: la mafia delle parole capovolte sgusciate, quella delle domande sbagliate, delle domande mistificate, delle domande che prevedono solo risposte che eternizzano quei rapporti di mercificazione il cui orizzonte è nichilista”.
  • “Violenza significa lasciare che la brutalità dei mezzi diventi il cannibale che si mangia la bontà dei fini”.
  • “In quest’epoca di precisione e nitidezza digitali e di dissolvenza delle condizioni e delle relazioni sociali, la domanda che ci si fa è la stessa per tutti: dove accidenti sono finito nella vicenda sociale?”.
  • “Sia pure calibrando ogni verso, ogni suono, ogni stilema, ogni mitologema, con la maestria dei vecchi orologiai (e qui la poesia è tutto un danzare insieme al dio del tempo), in questa densa e rapida silloge Pino Pisicchio ci offre un lavoro persino sorprendente”.
  • “Il paganesimo è la nostalgia di un divino non ossificato nelle metafore del potere maschile”.
  • “Noi siamo entrati da alcuni decenni nell’età in cui questa capacità presuntuosa di possedere nominalisticamente tutto è venuta meno: innanzitutto perché i soggetti hanno coniugato lo spirito della libertà alla carne della storia, contestando in radice non solo i paradigmi concentrazionari ma anche le gestioni più soft di eterodirezione e di gerarchizzazione sociale; e poi perché è sorto improvvisamente, di fronte allo sguardo del filosofo, dello scienziato, il tema della complessità”.
  • “Il pensiero debole è una resa senza condizioni. E’ l’idea, appunto, che ci sia una specie di felice punto di fuga dalla realtà e dalla politica, un punto di sospensione della crisi e di ricomposizione verginale nell’utero della coscienza del mondo. Insomma: il pensiero forte governa il mondo con la guerra, oggi addirittura assunta senza delimitazioni spazio-temporali, e il pensiero debole, accovacciato negli interstizi avanguardistici del sociale, cova la sua pace e la sua alternativa al potere. Ecco come la sconfitta trasmuta in poesia e qualunque tensione al cambiamento s’imbarca sulla zattera del naufragio. Francamente insopportabile!”.
  • “Mentre per anni hanno, e ancora ora, sfilato e sfilano processioni di improvvisatori che sembrano davvero dilettanti allo sbaraglio, di alimentatori di un divertimentificio che è un’opera sapiente di morfinizzazione intellettuale, cito Gramsci, Checco Zalone, va detto, è un professionista a tutto tondo”.
  • “Amavo Leonardo da Vinci e dunque, sa, sono un innamorato della flessibilità”.
  • “Il mio sogno? Vincere bene per contrastare la vocazione minoritaria come sagace contemplazione della nostra capacità di perdere bene”.
  • “La verità è che non si può guardare avanti se non guardiamo come si deve indietro”.

Istituzioni

  • “Roma è stata assediata da una vera e propria tenaglia militare, che ricorda altre epoche e altre capitali: Roma blindata e sequestrata come Santiago del Cile ai tempi di Pinochet”
  • “La violenza contro i corpi sociali e contro i corpi individuali è consustanziale alla modernizzazione dei tecnocrati e dei custodi della grande frode fiscale dominante”.
  • Ma lei è equidistante, crede forse che il tasso di violenza, da parte dei no-tav e delle forze dell’ordine, sia uguale? «Queste domande non le capisco. E’ come se lei mi chiedesse: è più violento il buco dell’ozono o uno schiaffo in faccia a una persona?».
  • «abbandonare l’acciaio sarebbe una sconfitta, bisogna mettere in equilibrio il lavoro e la salute. Nelle carte dei magistrati c’è il percorso»

La fine del mondo

  • “Il capitalismo ormai non è solo incompatibile con la democrazia: è incompatibile con la vita”.

Modesto

  • “Non mi considero affatto alla stregua di una pillola eccitante, né la mossa del cavallo sulla scacchiera. La mia, piuttosto, la definirei una candidatura di società”.

Non ci resta che piangere

  • “Ci troviamo in un’epoca di formidabile destrutturazione di tutti i corpi sociali, di tutte le identità collettive: invece dell’io dell’egoismo maturo marxiano prorompe un io debole, ricattabile e spaventato, bisognoso di appiccare roghi agli accampamenti di immaginari nemici”.
  • “Voglio contribuire a fare un rito di sepoltura di abitudini obsolete e uno battesimale che dia voce a una speranza che abbia gambe politiche”.
  • “Sarà una storia così lunga da essersi depositata nel Dna maschile: governare l’istinto di uccidere appartiene al sapere degli uomini, un sapore bellico, di morte. Per questo odio la parola patria e amo la parola matria: mia madre l’ho messa anche sui manifesti elettorali”.
  • “C’è quel bellissimo discorso di Obama sull’impotenza di fronte alla macchia di petrolio, che è una manifestazione emblematica di consapevolezza del limite del riformismo: dentro il recinto delle compatibilità date non esiste una risposta strutturale”.
  • “Il lavoro fondamentale da fare è lo scavo nel suolo delle parole. Il centrosinistra oggi è un palcoscenico che non ha parole”.
  • “Gli italiani devono esprimersi sul fatto che la priorità del paese sia fare buchi in una montagna”
  • “La foto di Vasto non andava bene perché eravamo tre maschi”.

Primarie

  • “Le primarie sono una vera spinta di vita, immettono un alito profumato nel centrosinistra che dice parole che sono in sintonia con la società”.
  • “Le primarie sono come il bambino che si porta all’orecchio la conchiglia per ascoltare il rumore del mare: sono il rumore della vita”.

Profeta

  • “Io credo che dobbiamo avere il coraggio di nominare la notte e di costruire collettivamente l’attesa dell’alba. Ma per andare incontro all’alba abbiamo bisogno di ricostruire dentro di noi la volontà soggettiva, una volontà ‘convertita’, di cercare luce. Dobbiamo ritrovare la nostalgia della luce, dobbiamo preparare una culla per quell’alba, dobbiamo andarle incontro. Speriamo che si tratti di qualcosa che potremmo raccontare in prima persona, perché vorrà dire che avremo sconfitto la catastrofe, che avremo preservato la bellezza e la decenza dalle insidie delle tenebre”.
  • “La questione morale non coincide con l’invocazione di un angelo sterminatore che uccide il drago dell’immoralità”.
  • “Credo non sia più accettabile questo concretismo privo di respiro“.
  • “La verità è che non c’è buona politica che possa prescindere da un discorso sul buio e sulla luce”.
  • “Immaginare la sinistra come trascendimento della realtà oggi sembra rappresentare una variante del tema della trascendenza. E questo avviene però non perché io sono immaginifico, ma perché la politica, come assalto al cielo, come luogo delle alternative forti è stata desertificata”.
  • “Occorre convocare gli stati generali del futuro con tutti i soggetti portatori di domanda alternativa”
  • “La separazione della tecnica dalla politica è una tecnica politica”
  • “Il razzismo è uno strumento di governo del mercato del lavoro”

Questione sociale

  • “Perché ho l’orecchino? Soprattutto perchè mi ricorda le storie della mia terra, le storie dei carrettieri”.
  • “Bisogna dire che c’è un dolore anche inedito nella percezione della dissipazione irreparabile di vita e civiltà che si consuma nell’oltraggio alla biodiversità e nell’aggressione mercificainte alla natura. E qui, compagni, c’è il vuoto drammatico della sinistra”.
  • «Lo sguardo di chi governa deve pesare ciascuno dei beni da tutelare, deve custodire tutte le promesse di futuro, ma soprattutto deve sentire la responsabilità di evitare che vinca il caos, e che l’ardire utopico dei pensieri lunghi si pieghi alla disperazione di un presente immobile, quasi divorato dal suo passato»
  • Personalmente penso che la categoria del comunismo abbia oggi un potenziale largamente inesplorato. A condizione, appunto, di essere agìto non come una risposta precotta, ma come una ricerca comune e una domanda radicale sulla espropriazione di senso anche della vita, in questa fase storica.
  • La paura è una cattiva consigliera, a meno che non si pensi che il meglio che possa fare la sinistra è praticare la propria eutanasia. La sinistra di cui io parlo è il punto di interlocuzione reale con tutto ciò che ribolle nelle viscere di un’Italia che non ha più niente da perdere e vive il suo quotidiano corpo a corpo contro il potere.
  • “Ci troviamo in un’epoca di formidabile destrutturazione di tutti i corpi sociali, di tutte le identità collettive: invece dell’io dell’egoismo maturo marxiano prorompe un io debole, ricattabile e spaventato, bisognoso di appiccare roghi agli accampamenti di immaginari nemici”

Stupefacente

  • “L’insieme dei personaggi che compongono la mia famiglia è qualcosa di veramente strabiliante. Una mia zia, zia Gina, per esempio, era una sensitiva”.
  • “Sogno una sinistra plurale, globale, felicemente orgogliosa, capace di creare modelli nuovi di consumo e di socialità necessari a migliorare la vita dei popoli e quella del pianeta: ed è proprio per questo che sono arrivato sin qui su Facebook”.
  • Mi lusinga molto di essere semanticamente seguito e controllato

Volevo dire il contrario ma mi è venuta così

  • “Il nostro è un paese in cui la democrazia è mutilata dalla presenza della voce della libertà delle donne”.
  • “Quello che il governo monti rischia di produrre è una gelata dei diritti sociali”. “Il Governo Monti non è la Quaresima ma una Primavera”.