il cattivo giornalismo incombe

In via eccezionale stasera mi sono guardato il TG3 e ho spento la TV con un senso di tristezza per il modo con cui sono stati trattati due argomenti importanti: il calo di oltre 50 mila iscritti alle università in 10 anni, la approvazione del nuovo ISEE (indicatore della situazione economica equivalente) da parte del governo. En passant mi sono sentito Berlusconi che, senza neanche un plissè, si è scagliato contro l'obbligo dei pagamenti tracciabili (non in contanti) quando l'importo supera i 1'000 € (carta di credito, assegno, bonifico).

Con la sua aria da viveur da casino (era stato intervistato non a caso da Platinette su RadioMontecarlo) ci ha spiegato che, per effetto di questa norma, c'è stato un crollo nell'acquisto dei beni di lusso perché la gente (quella che conosce lui) va all'estero a comperare i gioielli: al contadino non far sapere quanto è buono il formaggio con le pere.

Meglio pagare in contanti quando si può: il fisco non sa cosa ho comperato e il negoziante può non lasciare traccia dell'acquisto. Ci guadagnamo in due. Bisogna dirlo in piazza: Berlusconi è il padrino dell'evasione fiscale.

Ma torniamo alle due notizie date male:

  1. Era noto da ricerche di tutti i generi che il sistema universitario italiano faceva acqua: basse tasse e grande inefficienza; le università campavano sui fuori corso. Mi sarei atteso qualche dato sul numero di abbandoni nei primi due anni, sulla percentuale di persone che cambiano facoltà dopo il primo anno, sul proliferare delle lauree inutili, sulla percentuale di iscritti al primo anno che arrivano alla laurea, sulla durata media del percorso universitario. Niente di tutto questo: la notizia è il calo di iscrizioni. A questo, Geremiade de Gerimiadis aggiunge che sono calati anche i docenti e che per mancanza dei medesimi sono stati chiusi numerosi corsi di laurea. Anche qui sarebbe stato interessante verificare il numero di iscritti al primo anno e il numero di laureati negli ultimi 5 anni. Ciliegina sulla sorta: crescono le università a numero chiuso. Ho digitato, per curiosità, con Google "corsi di laurea bizzarri"; provate anche voi; c'è da divertirsi: Scienze del fiore e del verde, Scienze dell'allevamento, igiene e benessere del cane e del gatto, Storia delle donne e di genere,     Scienze e turismo alpin, Lingua, letteratura e cultura della Sardegna, Teoria e prassi della traduzione, Beni enogastronomici, Antropologia ed epistemologia delle religioni, Scienza e Tecnologia del Packaging. Su 2'900 lauree triennali attivate in 77 università italiane ce ne sono 2'000 dal nome originale e unico.
  2. L'ISEE non è una novità; è una cosa seria che c'è da anni; magari ha bisogno di essere costantemente aggiornato nei parametri e negli indicatori. E' lo strumento con cui si cerca di correlare il reddito vero delle famiglie alle tariffe per usufruire dei servizi. Quando ne sentii parlare per la prima volta eravamo alla fine degli anni 70 e già allora si insisteva sul fatto che usare solo il 101 e il 740 era iniquo perché quello dei lavoratori dipendenti era vero e quello dei commercianti e dei professionisti lo era molto meno. La sostanza del problema c'è ancora, ma qualche progresso, grazie all'ISEE è stato fatto. Invece la collega di Geremiade per ben tre volte ha parlato di riccometro; dopo il redditometro  arriva anche il riccometro; l'importante è disinformare; meglio ancora spaventare.